25 settembre 2006

Pakistan e Usa ai ferri corti

(fonte: peacereporter.net - 22.09.06 - Enrico Piovesana)

L’
accordo di pace firmato il 5 settembre tra il governo pachistano e i talebani del Waziristan è stato vissuto a Washington come una coltellata alla schiena, un tradimento che mette in discussione l’alleanza antiterrorismo che dopo l’11 settembre 2001 gli Stati Uniti imposero al Pakistan puntandogli una pistola alla tempia. Uno sgambetto grave soprattutto perché arriva mentre in Afghanistan le truppe Usa e Nato faticano ogni giorno di più a tener testa ai talebani, che proprio in Pakistan hanno il loro quartier generale e le loro retrovie. Da Washington, critiche e minacce. Pochi giorni prima dell’accordo waziro, a fine agosto, il segretario di Stato Usa, Donald Rumsfeld, aveva lanciato un chiaro avvertimento al Pakistan, affermando che nessun governo al mondo ha il diritto di negoziare “paci separate” con i terroristi. Dopo la firma della pace in Waziristan, che prevede da parte talebana lo stop alle incursioni in territorio afgano, Joseph Biden, leader dei Democratici e probabile candidato presidenziale, ha commentato: “Se l’Afghanistan è tornato a essere ingovernabile per gli attacchi dei talebani, la colpa è del governo pachistano, che non ha mai agito contro il loro comando centrale a Quetta e ora ha pure firmato una pace separata con loro in Waziristan”. In occasione dell'anniversario dell'11 settembre, un duro editoriale del Washington Post chiedeva come si fa a definire ancora il Pakistan “un alleato” dopo questo tradimento. Il 20 settembre, Bush ha dichiarato alla Cnn che non esiterà ad ordinare un attacco militare Usa in Pakistan se emergessero evidenze che Bin Laden si nasconde da quelle parti.

La strana rivelazione di Musharraf. Il presidente pachistano, generale Pervez Musharraf, non ha reagito alle critiche statunitensi. Almeno fino al 22 settembre, quando – subito prima di incontrare Bush alla Casa Bianca – ha fatto delle impegnative dichiarazioni nei confronti della politica Usa da cui traspare un malcelato nervosismo. Musharaf ha rivelato che, il giorno dopo l’11 settembre 2001, l’allora vicesegretario di Stato Usa Richard Armitage disse all’allora direttore dei servizi segreti pachistani, generale Mahmood Ahmed: “A voi la scelta: schieratevi con noi o vi bombarderemo fino a farvi tornare all’età della pietra”. “Furono parole insultanti e maleducate”, ha commentato Musharraf, spiegando che la sua successiva decisione di schierarsi dalla parte degli Usa fu presa “nell’interesse della nazione pachistana”. Come a dire: di fronte a un simile minaccia non avevamo altra scelta.

Usa-Pakistan: relazioni pericolose. Il generale Mahmood Ahmed è al centro di uno dei più inquietanti episodi legati all’11 settembre 2001. Pochi giorni dopo gli attentati, l’intelligence indiana dimostrò (e l’Fbi confermò) che egli era stato il “cassiere” degli attentati. Era stato lui, storico sostenitore dei talebani e amico del mullah Omar, a far versare 100 mila dollari sul conto di Mohamemd Atta, il leader della cellula terrorista dell’11 settembre. La reazione statunitense a questa eclatante notizia – che dimostrava un legame stretto tra Pakistan e al Qaeda – fu assai strana. I mass media la ignorarono e Washington si limitò a chiedere il licenziamento del generale, che avvenne il 7 ottobre, giorno in cui iniziavano i bombardamenti Usa sull’Afghanistan. Nonostante il capo dei servizi segreti pachistani fosse stato scoperto con in mano la famosa “pistola fumante”, tutto passò sotto silenzio. Quasi un insabbiamento che, secondo molti, è spiegabile con l’imbarazzo di Washington legato a un altro fatto poco noto: mentre, la mattina dell'11 settembre 2001, gli aerei si schiantavano sulle Torri gemelle, il generale Mahmood Ahmed era a Washington a colazione con il futuro capo della Cia, Porter Goss. Le relazioni tra Stati Uniti e Pakistan sono molto più complesse di quanto sembrano.


"Noi avevamo il diritto morale, noi avevamo il dovere verso il nostro popolo di eliminare quel popolo che voleva eliminare noi", Heinrich Himmler

1 commenti:

Anonimo ha detto...

Devo farti i complimenti per questa ennesima esauerientissima disanima.. sono convinto che una soluzione sarà che musharraf.. finirà vittima di un attentato .. ovviamente opera di osama bin laden.. ovviamente.. :|

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