L’Eni ha firmato con il colosso russo Gazprom, l'azienda monopolista di Stato, un accordo della durata di 30 anni per la vendita diretta di gas sul mercato italiano, subentrando in parte come fornitore di quanto venduto attualmente dallo stesso Eni tramite la Snam. L’accordo sarà operativo già dal 2007 e permetterà ai russi di vendere sul mercato italiano quantitativi crescenti di gas fino ad un potenziale di circa 3 miliardi di metri cubi dal 2010. Senza scordare che esso contribuirà alla sicurezza delle forniture energetiche in vista dell'inverno ed eviterà che si ripetano i problemi sorti lo scorso anno per la querelle russo-ucraina. L'accordo che è stato siglato al termine di un lunghissimo negoziato, “si muove - ha spiegato Scaroni - su tre fronti strategici, tre distinti capitoli, ''e ognuno di questi si giustifica di per se stesso”. Il Primo capitolo è relativo ai contratti di fornitura del gas. “Ne abbiamo tre, per un totale di 25 milioni di metri cubi che scadevano nel 2017 e poi nel 2021-2022; sono stati tutti prorogati al 2035. Questo ci ha confermato il primo cliente mondiale di Gazprom”. In cambio, il colosso russo ha ottenuto il via libera all'ingresso nel mercato italiano. L'Eni offrirà ai russi una capacità di trasporto per 3 miliardi di metri cubi sul Gasdotto Tag e così Gazprom potrà vendere direttamente metano fino al 2035 nel nostro paese. Non è stata prevista, come paventavano molti ambienti italiani antirussi e antiputiniani, alcuna entrata di Gazprom in Snam Rete Gas. I russi potrebbero invece entrare con una quota di minoranza in Enipower, la società dell'Eni che produce energia elettrica, e costituisce un asset particolarmente interessante in quanto forte consumatore di gas. Per quanto riguarda il secondo aspetto, sul fronte dell'upstream (cioè le attività di ricerca, perforazione e messa in produzione dei pozzi), Gazprom ed Eni acquisiranno direttamente asset petroliferi in Russia che consentiranno al gruppo italiano di avere un'importante presenza come produttore di petrolio e gas in Russia. Da parte sua l’Eni porterà Gazprom fuori dalla Russia, in particolare in progetti congiunti da sviluppare in Africa. Ma, è qui viene l’aspetto interessante, ci potrebbe essere in prospettiva anche la partecipazione dell'Eni alla gara per gli asset che erano di proprietà della Yukos. La terza parte dell'intesa prevede invece progetti congiunti nell'Lng, il gas liquefatto, sia sul fronte dello sviluppo tecnologico che della rete del gas. Su tale fronte però non è stata prevista la realizzazione congiunta di rigassificatori ma di progetti di liquefazione del gas. Interessante il fatto che non si parli di rigassificatori, ma viceversa di una partecipazione italiana nella costruzione di impianti di liquefazione in Russia: a dimostrazione del fatto che non ce ne sono abbastanza da garantire rifornimenti di gas liquefatto. Grazie all'accordo raggiunto con l'Eni, la Gazprom segna un altra tappa nella sua strategia di penetrazione nel mercato europeo dopo gli accordi siglati in Germania, Francia, Austria, Ungheria e Bulgaria. Secondo alcuni osservatori però questa frenesia nasconde una grande debolezza che i russi dovranno fronteggiare nei prossimi anni: quella della carenza di materia prima. E se la Russia detiene il 16% delle riserve mondiali di gas naturale, l'assenza di un piano di investimenti in esplorazione e sfruttamento di nuovi giacimenti alimenta i dubbi sulla capacità di Gazprom di rispettare gli accordi di fornitura stipulati.
"La lotta generale per l'esistenza degli esseri viventi non è una lotta per l'energia, ma è una lotta per l'entropia", Ludwig Boltzmann
1 commenti:
E' la logica di Machiavelli.
http://www.piovedovepiove.it/public/demo/index.php?entry=entry061114-215233
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