31 gennaio 2007

I calzini del banchiere

É curioso che proprio lui, Paul Wolfowitz (nella foto), sia arrivato impreparato davanti alla regola di entrare scalzi in una moschea. I calzini bucati del falco neocon, promosso dall'amico George a presidente della Banca Mondiale, sono finiti in prima pagina su tutti i quotidiani del globo. Ma suona veramente strano che il banchiere abbia rimediato questa figura barbina. Soprattutto se si considera che dall'86 e nei 3 anni successivi è stato ambasciatore in Indonesia, la più grande nazione musulmana del mondo. Nel mondo islamico il nome di Wolfowitz riassume tutto ciò che è andato storto nella politica americana in medio oriente negli ultimi 30 anni. I suoi esordi al Pentagono risalgono al '77 (amministrazione Carter), dove si mette in luce per il suo studio che titola "Radicalismo arabo e atteggiamenti anti-occidentali". Un degno maestro per il nostro Magdi Allam, insomma. Negli anni Novanta sforna però il suo capolavoro: egli è infatti uno dei firmatari nonchè fondatore del PNAC (acronimo di Project for the New American Century), il think-tank che elabora incessantemente piani di politica estera che spesso si rivelano previsioni di ciò che è successivamente avvenuto (11 settembre su tutti). Diventato sottosegretario alla difesa pensa bene di continuare a sostenere la causa dell'imperialismo neocon, animando un'intelligence parallela, l'Osp, al servizio esclusivo del vicepresidente Cheney, che è stata decisiva per costruire il teorema delle armi di distruzione di massa che ci ha portati in Iraq. Con questo curriculum è d'obbligo l'attenzione all'abbigliamento quando si entra in una moschea. A meno che, quegli alluci al vento, non siano un messaggio in codice ai paesi del terzo mondo, diretti interessati del finanziamento e dell'assistenza (realisticamente si tratta di un giogo economico) della Banca Mondiale. Sembrerebbe infatti che dietro alla nomina di Wolfowitz, ci sia l'intenzione dell'amministrazione Bush di apportare spietati tagli al budget dell'istituzione.

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