3 marzo 2008

Requiem per uno stato mai nato

Stamattina le forze armate israeliane hanno lanciato l'ennesima offensiva nel nord della Striscia di Gaza nel tentativo di fermare i lanci di razzi Qassam [*1] verso le città di Sderot di di Asqhelon. Lo aveva già preannunciato ieri il viceministro israeliano della Difesa, Matan Vilnai, minacciando i palestinesi di un'eventuale ritorsione armata: "Quanto più aumenta il fuoco dei Qassam e s'allunga la loro gittata, tanto più (i palestinesi) attireranno una shoah più grande, perché useremo tutta la nostra forza per difenderci". Risulta particolarmente controproducente la strategia di Hamas di questi giorni, perchè appurato che lanciare un paio di razzi a cazzo in Israele non sia una strategia militare vincente, non fa altro che scatenare una massiccia reazione israeliana che si riversa contro i civili palestinesi (ieri nel campo profuchi di Jabaliya hanno causato almeno 40 morti undici dei quali bambini). Davanti ad un'analisi nemmeno poi tanto accurata, la filosofia che sta dietro alle mosse di Hamas risulta quindi ad esclusivo "vantaggio" di Israele stessa, che a fronte di danni contenuti può rispondere al fuoco con operazioni ben più massicce e godere dell'appoggio unanime della comunità internazionale. Non solo, questi attacchi sconclusionati potrebbero giustificare Israele a una eventuale rioccupazione parziale della Striscia, dopo il ritiro del 2005. Tant'è che la battaglia di stanotte a Jabaliya ha visto il tentativo di unità speciali israeliane di penetrare nella periferia orientale della città, con il sostegno degli elicotteri da combattimento e poi dei mezzi corazzati, che per ore hanno martellato le postazioni palestinesi. Una sorta di prova generale per una futura invasione definitiva? Alla luce degli effetti che sta producendo, la strategia di Hamas risulta totalmente incomprensibile. A meno che non la si voglia valutare da un altro punto di vista, stravolgendo quelli che teoricamente dovrebbero essere gli scopi dell'organizzazione paramilitare palestinese. É sufficiente tornare indietro di un po' di anni per rendersi conto che in realtà il rapporto tra i due contendenti è d'amore-odio, infatti sebbene Israele non abbia mai sostenuto direttamente Hamās, le permise di esistere per opporsi al movimento laico al-Fath di Yasser Arafat. Questo appoggio è stato ampiamente documentato, cito su tutti Tony Cordesman, l'analista per il Medio Oriente del Center for Strategic Studies che ha affermato che Israele «ha aiutato Hamas in modo diretto e indiretto per usarla come antagonista dell'OLP» ["Hamas, le produit du Mossad", 14 dicembre 2001]. In Israele la vittoria di Hamas non ha suscitato preoccupazioni né lamentele. Al contrario, i leader israeliani potevano a malapena contenersi dal ballare per le strade. Finalmente è perfettamente chiaro che “Non c’è nessuno con cui negoziare”, niente più prese in giro a Oslo a a Camp David. Se Yasser Arafat non era un partner e Mahmoud Abbas non era un partner, allora Hamas è la madre dei non-partner. Finchè c'è la sanguinaria Hamas a giustificarlo, nessuno può biasimare Israele se continua con le “uccisioni mirate“, a distruggere l’economia palestinese, a costruire muri, a fare a pezzi la Cisgiordania e la Valle del Giordano. In quest'ottica di padre-figlio le mosse dell'organizzazione palestinese risultano comprensibili, più chiare. I palestinesi diventano quindi un ostaggio spartito fra Israele (Cisgiordania) e Hamas (Gaza). Ogni violenza perpetrata sui palestinesi diverrà lecita, poiché come i think-tank insegnano, non si tratta con i terroristi (anche se la linea di demarcazione fra gli stessi e i difensori della libertà è sempre più sottile). A dimostrazione di questo forte legame fra due apparenti nemici, posto un interessante articolo tradotto [*2] tempo fa da Paxtibi, di La voce del Gongoro, [Il testo originale di Richard Sale è disponibile *qui]:

Israele e Hamas possono attualmente essere impegnati in una lotta mortale, ma, secondo parecchi funzionari ed ex-funzionari dell'intelligence USA, a partire dalla fine degli anni 70, Tel Aviv ha fornito per anni - direttamente ed indirettamente - aiuti finanziari ad Hamas. Secondo Tony Cordesman, analista del Medio Oriente per il Centro per gli Studi Strategici, Israele "ha aiutato direttamente Hamas - gli israeliani volevano usarla come contrappeso al OLP (Organizzazione di Liberazione Palestinese)." Per un esperto ex-funzionario CIA, il sostegno di Israele ad Hamas "era un tentativo diretto a dividere e diluire il sostegno per un forte, secolare OLP, usando un'alternativa religiosa competitiva."Secondo i documenti che United Press International ha ottenuto dall'Istituto di Antiterrorismo con base in Israele, Hamas si è evoluto dalle cellule della Fratellanza Musulmana, fondata in Egitto nel 1928. [...] Secondo documenti ICT, Hamas è stato registrato legalmente in Israele nel 1978 dallo sceicco Ahmed Yassin, il capo spirituale del movimento, come associazione islamica denominata Al-Mujamma al Islami, la quale allargò la sua base di sostenitori e simpatizzanti tramite propaganda religiosa e lavoro sociale. Secondo funzionari dell'amministrazione USA, i fondi per il movimento arrivarono dagli stati produttori di petrolio e direttamente ed indirettamente da Israele. L'OLP era secolare e di sinistra, e promuoveva il nazionalismo palestinese. Hamas voleva installare uno stato transnazionale sotto la legge dell'Islam, molto simile all'Iran di Khomeini. Sempre secondo queste fonti, ciò che sorprese i capi israeliani fu il modo in cui i movimenti islamici cominciarono a sollevarsi dopo la rivoluzione iraniana, dopo che la resistenza armata in Israele saltò fuori nel Libano meridionale con Hezbollah, sostenuto dall'Iran."Niente fornisce energia per l'emulazione tanto quanto il successo," ha commentato un esperto dell'amministrazione. Un ulteriore fattore nella crescita di Hamas fu lo spostamento a Beirut della base operativa dell'OLP negli anni '80, che permise all'organizzazione islamica di sviluppare la sua influenza nei territori occupati "come ultima risorsa," ha detto. Quando l'intifada ebbe inizio, i vertici israeliani furono sorpresi quando i gruppi islamici cominciarono a crescere in numero di affiliati e forza. Hamas aumentò immediatamente nei numeri e nella violenza. Il gruppo abbracciava da sempre la dottrina della lotta armata, ma la dottrina non era stata messa in pratica ed i gruppi islamici non erano stati sottoposti alla repressione riservata ai gruppi come Fatah, secondo funzionari del governo USA. Ma con il trionfo della rivoluzione di Khomeini in Iran, con la nascita del terrorismo di Hezbollah in Libano sostenuto dall'Iran, Hamas cominciò a guadagnare in forza prima a Gaza, poi in Cisgiordania, contando sul terrore per resistere all'occupazione israeliana. Israele stava certamente sostenendo il gruppo a quel tempo. Una fonte dei servizi USA che ha chiesto di non essere nominata ha confidato che Hamas veniva finanziata non solo per essere "un contrappeso" all'OLP, il sussidio israeliano aveva anche un altro scopo: "per contribuire ad identificare ed indirizzare verso gli agenti israeliani i membri di Hamas che erano pericolosi terroristi."In più, infiltrando Hamas, gli informatori israeliani avrebbero potuto ascoltare i dibattiti politici ed identificare i membri di Hamas che si fossero rivelati "estremisti pericolosi," ha continuato il funzionario. Alla fine, quando Hamas installò un completo sistema di controspionaggio, molti collaboratori di Israele vennero scoperti ed uccisi. Gli atti di terrorismo violenti sono diventati il punto centrale, e Hamas, diversamente dall'OLP, era poco disposta a qualsiasi compromesso con Israele, rifiutando di riconoscerne la stessa esistenza.Ma anche allora, alcuni in Israele vedevano alcuni benefici nel provare a continuare a dare supporto ad Hamas: "il pensiero di alcuni nella destra delle istituzioni israeliane era che Hamas e gli altri, se avessero guadagnato il controllo, avrebbero rifiutato di avere una parte nel processo di pace, silurando così qualsiasi accordo sul tavolo," ha detto un funzionario di governo USA che ha chiesto di non essere nominato. "Israele sarebbe rimasta l'unica democrazia nella regione con cui gli USA potevano trattare. "Tutto ciò disgusta diversi ex-funzionari dei servizi USA."La cosa sbagliata in così tante operazioni israeliane è che provano ad essere troppo sexy," ha detto l'ex-agente CIA Vincent Cannestraro. Secondo Larry Johnson, ex-ufficiale antiterrorismo dello State Department, "gli stessi israeliani sono i loro peggiori nemici quando si tratta di combattere il terrorismo. ""Gli israeliani sono come un tipo che dà fuoco ai suoi capelli per poi provare a spegnerli colpendosi con un martello. ""Fanno più per incitare e sostenere il terrorismo che per reprimerlo," ha detto Johnson. Il sussidio a Hamas può essere sembrato intelligente, "ma è difficile che sia stato progettato per aiutare a calmare le acque," ha detto. "Una tale operazione dà peso all'osservazione del presidente George Bush sulla crisi nell'educazione del Medio Oriente. "Cordesman ha detto che un tentativo simile da parte dei servizi egiziani di finanziare i fondamentalisti in Egitto finì male a causa della "errata lettura delle complessità. "Ad un funzionario israeliano della difesa è stato chiesto se Israele avesse fornito sostegno ad Hamas: "non posso rispondere a questa domanda. Allora ero in Libano al comando di un'unità, inoltre non è il mio campo di interesse. "Alla richiesta di confermare un rapporto di funzionari USA secondo cui il Generale di Brigata Yithaq Segev, governatore militare di Gaza, avrebbe rivelato a funzionari USA di aver finanziato movimenti islamici "come contrappeso all'OLP ed ai comunisti," il funzionario ha risposto di poter confermare soltanto di credere che Segev abbia prestato servizio nel 1986. L'ufficio di stampa dell'ambasciata israeliana, alla richiesta di un
commento, ha indirizzato l'UPI al proprio sito web.


Alla luce di questo articolo la stategia di Hamas risulta più comprensibile?

2 commenti:

Truman ha detto...

Qualche commento è su Comedonchisciotte:

http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=Forums&file=viewtopic&t=9226

Nicolò ha detto...

Grazie truman,
appena posso cerco di rispondere.

Un saluto,
Nicolò

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