10 aprile 2008

Il mercato nero dei derivati

Gli strumenti derivati, sono contratti di diversa natura basati sull'andamento di alcune variabili. Si distinguono per il fatto, che il loro valore dipende da altre variabili, definite attività sottostanti. Il termine "derivato" indica quindi che il valore del contratto deriva, appunto, dal valore di un altro strumento finanziario oppure da un'attività o ancora da un altro indice sottostante. Questo genere di "prodotti" costituisce terreno fertile per gli speculatori, che con un investimento relativamente modesto possono permettersi giganteschi guadagni (per chi volesse leggere una spiegazione chiara ed esaustiva a riguardo consiglio la lettura di *Truffe e derivati di Ashoka). Chi segue Report con una certa frequenza ha già avuto modo di constatare quanto questi "prodotti" siano pericolosi per il piccolo risparmiatore [*Il Banco vince sempre], tanto che nel luglio del 2007 la Banca Italease si mise a vendere derivati a più di duemila clienti salvo poi trovarsi un buco di 700 milioni di euro e gli imprenditori e i piccoli risparmiatori che avevano stipulato quel genere di contratti sul lastrico. Un'operazione simile è stata effettuata dal comune di Torino, che si è fatto prestare soldi per pagare le Olimpiadi e assicurando il debito acquistando derivati, che oggi perdono... o il comune di Taranto... o la giunta Bassolino. In sostanza hanno trasferito il peso dei pagamenti alle giunte future, sempre in nell'ottica lungimirante e responsabile che caratterizza i politici di ogni angolo del globo. La situazione non è però circoscritta all'Italia, ma anzi, recentemente, Paul B. Farrel ha suonato l'allarme su Marketwatch [*1] affermando che quello dei derivati è diventato il più grande mercato nero del mondo (persino davanti ad attività cospicue come il commercio di droga e d'armi...):
The fact is, derivatives have become the world’s biggest “black market,” exceeding the illicit traffic in stuff like arms, drugs, alcohol, gambling, cigarettes, stolen art and pirated movies. Why? Because like all black markets, derivatives are a perfect way of getting rich while avoiding taxes and government regulations. And in today’s slowdown, plus a volatile global market, Wall Street knows derivatives remain a lucrative business. Recently Pimco’s bond fund king Bill Gross said “What we are witnessing is essentially the breakdown of our modern-day banking system, a complex of leveraged lending so hard to understand that Federal Reserve Chairman Ben Bernanke required a face-to-face refresher course from hedge fund managers in mid-August.” In short, not only Warren Buffett, but Bond King Bill Gross, our Fed Chairman Ben Bernanke, the Treasury Secretary Henry Paulson and the rest of America’s leaders can’t “figure out” the world’s $516 trillion derivatives.
In sintesi i derivati sono un ottimo modo per evitare tasse e regole governative (che ovviamente valgono solo ed esclusivamente per i piccoli commercianti e i dipendenti), per un giro d'affari che si aggira attorno ai 516 miliardi di dollari (nonostante Bernanke e soci abbiano difficoltà a fornire un quadro d'insieme sufficientemente chiaro sull'argomento).
Why? Gross says we are creating a new “shadow banking system.” Derivatives are now not just risk management tools. As Gross and others see it, the real problem is that derivatives are now a new way of creating money outside the normal central bank liquidity rules. How? Because they’re private contracts between two companies or institutions. BIS is primarily a records-keeper, a toothless tiger that merely collects data giving a legitimacy and false sense of security to this chaotic “shadow banking system” that has become the world’s biggest “black market.” That’s crucial, folks. Why? Because central banks require reserves like stock brokers require margins, something backing up the transaction. Derivatives don’t. They’re not “real money.” They’re paper promises closer to “Monopoly” money than real U.S. dollars. And it takes place outside normal business channels, out there in the “free market.” That’s the wonderful world of derivatives, and it’s creating a massive bubble that could soon implode.
In sintesi, un'altra bolla che scoppierà nel culo di qualche povero cristo.

2 commenti:

Nicolò ha detto...

Errata corrige: ho tradotto male, si tratta di 516 triliardi di dollari... qualche ordine di grandezza in più (insomma un 516 seguito da 12 zeri).

Anonimo ha detto...

non credo sia una bolla unica... sono bolle di sapone che scoppiano in continuazione. Enron, Parmalat, quella banca francese in mano al ragazzino di 30 anni... la roulette russa del capitalismo...

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