16 dicembre 2009

L'inflazione è una tassa nascosta

Il postulato della crescita economica infinita non è figlio del capitalismo, bensì del controllo della moneta e quindi dell'economia da parte dello Stato.
In un regime di inflazione monetaria [*] come il nostro, ciascuno è obbligato a incrementare costantemente i propri guadagni in quanto a parità di stipendio il potere d'acquisto del lavoratore continua a calare, giorno dopo giorno.
Di conseguenza se una azienda non è in grado di incrementare il proprio fatturato ogni anno, dopo poco andrà incontro al fallimento poichè non sarà in grado di stare al passo con l'inflazione. Una collettività che aumenti la quantità di moneta non è quindi una collettività più ricca. Per evitare di essere biasimati per le nefaste conseguenze dell'inflazione i governi si avvalgono di un artificio semantico: chiamano inflazione l'inevitabile conseguenza della stessa, ovvero l'aumento dei prezzi. É necessario infatti togliere ogni collegamento logico e linguistico il fatto che l'aumento dei prezzi è una delle tante conseguenze dell'aumento della massa monetaria. Risulta così facile addossare le colpe di tali aumenti di prezzo non alle politiche economiche stataliste, bensì al libero mercato. L'inflazione al contrario è l'aumento della massa monetaria ed è in tutto e per tutto una tassa . La veridicità di tale affermazione può trovare conferma nelle parole dello stesso Reagan [*]:
"Concentriamoci sulla vostra busta paga, perchè è dove il governo trae il vero profitto dall'inflazione. Il nostro sistema ha imposte sul reddito progressive. Quando il vostro reddito cresce il governo prenderà una più alta percentuale dei vostri secondi 10.000 dollari guadagnati piuttosto che dei primi. Ora, ammettiamo che voi otteniate un aumento semplicemente per far fronte al crescente costo della vita, affinchè vi possiate permettere di comprare quello che compravate prima dell'aumento dei prezzi. Ma ciò non vi è possibile poichè questo aumento vi inserisce in un'altra fascia di contribuzione. Il governo si prende così una porzione più grande di questo nuovo aumento. Improvvisamente vi accorgete di non essere rimasti al passo con l'inflazione. Dopo le tasse state peggio di come stavate prima degli aumenti. Benchè nove volte su dieci ve la prendiate con l'aumento dei prezzi e non con le tasse."
L'inflazione non apporta quindi alcun beneficio sociale, bensì redistribuisce la ricchezza a favore di coloro che nella corsa arrivano primi e a spese di quelli lenti (rispettivamente i beneficiari delle iniezioni di liquiditè e coloro che devono portare anche la cartella medica per ottenere un prestito, ovvero i "gruppi a reddito fisso"). Inoltre l'inflazione favorisce i debitori a spese dei creditori, poichè ai primi è consentito di estinguere i propri debiti con una moneta molto più scadente rispetto al periodo in cui avevano contratto il prestito.
In conclusione, la moneta merce, in un sistema a riserva aurea, è l'unico meccanismo che può garantire a tutti la stessa possibilità di risparmiare e di dare valore al proprio lavoro.

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