2 settembre 2010

Microchipped!

I nostri pianificatori centrali, se con una mano sono sempre propensi a togliere il più possibile dai nostri portafogli, con l'altra ci regalano nuovi ed intriganti oggetti con cui passare le nostre giornate. Uno degli esperimenti di ingegneria sociale più in voga nell'ultimo periodo è certamente quello dell'intentificazione attraverso RFID. In Germania, ad esempio, tutte le nuove carte d'identità conterranno tutti i dati personali in un chip di sicurezza a cui si potrà accedere anche attraverso una connessione wireless. Questo faciliterà e velocizzerà l'identificazione da parte delle autorità e, con una nuova e invidiatissima funzione, abiliterà i cittadini ad identificarsi in internet usando un dispositivo di lettura presente in ogni casa. In Italia, dopo aver fatto il callo a tornelli, barriere, telecamere e locali sorveglianza, la novità calcistica del nuovo anno è la Tessera del Tifoso. Nonostante i tentativi di farla passare come uno strumento di fidelizzazione, questo badge è un vero e proprio strumento di identificazione, che per l'appunto identifica un soggetto come "tifoso" di un club o della Nazionale e che, grazie alla tecnologia RFID utilizzata, viene monitorato, in barba a qualsiasi legge sulla privacy. Per il rilascio di questa tessera, resa necessaria da una direttiva ministeriale per abbonarsi a qualsiasi squadra di calcio professionistica, è necessario chiedere il "nulla osta" della questura. Quindi l'ingresso allo stadio porta automaticamente all'inserimento in un database che consenta alla questura di aggiornare le posizioni soggettive e far ritirare eventuali tessere del tifoso per le quali non si è più in possesso dei requisiti (e nel paese degli Enzo Tortora questo dovrebbe essere sufficiente a destare qualche preoccupazione). Qui di seguito, dopo un divertente filmato, un articolo di *Mark Nestmann per Sovereign Society sulla tecnologia RFID e sul suo impiego.



Un sacco di cose mi preoccupano. Il recente annuncio di Wal-Mart di inserire una tecnologia per l'identificazione automatica degli oggetti (RFID) all'interno di determinati vestiti non è tra queste. Forse è stata una scelta infelice quella di iniziare a inserire quelle che Wal-Mart chiama "etichette intelligenti" nella biancheria intima. Cosa vuole esattamente tracciare Wal-Mart nei vostri pantaloni? Niente, sembrerebbe. Tutto ciò che ha intenzione di fare con le etichette è di avere un migliore controllo del proprio inventario. Alcuni garanti della privacy hanno espresso preoccupazione poichè queste etichette "non possono essere spente" e che sono "tracciabili". Bene, se le etichette potessero essere spente nel negozio e non fossero tracciabili, questo non aiuterebbe Wal-Mart a gestire il proprio inventario.

Fortunatamente potete eliminare l'etichetta senza danneggiare la vostra biancheria. Ma questo ha portato nuove preoccupazioni per i garanti, che temono che le compagnie di marketing possano iniziare a controllare la vostra spazzature per tracciare i vostri acquisti attraverso le etichette RFID cestinate. Bene, forse. Ma credo che le preoccupazioni riguardanti le etichette RFID siano fuori luogo. La reale minaccia creata dall'RFID, come ho scritto precedentemente, è il loro utilizzo nei documenti d'identità. I ricercatori hanno mostrato che è relativamente semplice leggere dati dai chip RFID da una distanza considerevole. Un ricercatore recentemente ha letto i dati da un'etichetta RFID da 200 piedi di distanza (circa 70 metri, ndt). É anche possibile clonare i chip utilizzati nei passaporti "ultra-sicuri". Un ricercatore è persino riuscito a rimpiazzare la propria foto in un passaporto contenente il chip, con una di Elvis Presley, ed ha ottenuto una carta di imbarco come "Elvis", 30 anni dopo la sua morte.

Ecco dove l'iniziativa di Wal-Mart diventa preoccupante. Una volta che Wal-Mart e gli altri negozi avranno applicato le etichette intelligenti a tutto l'inventario, potrebbero furtivamente scannerizzare i clienti del negozio per identificare istantaneamente quella persona attraverso qualsiasi documento provvisto di identificazione RFID che portano con loro. Potrebbero quindi creare offerte personalizzate a seconda dei precedenti acquisti. Di nuovo, sono meno preoccupato di questa intrusione nella privacy individuale rispetto ad altre particolari applicazioni. Cosa succede se vi trovate in un aeroporto e un terrorista che vuole rapire degli americani inizia furtivamente a leggere i documenti equipaggiati con RFID per identificare cittadini o residenti statunitensi? O se un un intraprendente ladro d'identità trova il modo di combinare i dati sul vostro documento con i codici della vostra carta di credito o i numeri della sicurezza sociale, etc.?

Per proteggervi considerate le seguenti precauzioni:
  • Se avete con voi un documento che contiene un chip RFID, tenetelo avvolto in una lamina di metallo ad eccezione di quanto intendete utilizzaro. Lo rende meno vulnerabile ad una clonazione remota (in realtà si tratta di un consiglio delle autorità statunitensi, corse ai ripari dopo le continue clonazioni, ndt)
  • Quando prenotate una stanza in un albergo, noleggiate un'auto o portate a termine qualsiasi transazione che richiede il vostro documento d'identità, non perdetelo mai di vista.
Sfortunatamente, non posso raccomandarvi il meccanismo più efficace di autodifesa: mettere il vostro passaporto RFID in un forno a microonde e tenerlo acceso per pochi secondi. Distruggerete il chip, ma manomettere un passaporto potrebbe costarvi una pena punibile con 25 anni in prigione. Paragonato a questo, il furto di identità è un piccolo prezzo da pagare.
Ma dopotutto non c'è da preoccuparsi. "Chi non ha niente da nascondere non ha niente da temere", come affermava il grande statista Adolf Hitler, a metà degli anni '30.

2 commenti:

Francesco Simoncelli ha detto...

E se poi lo pubblicizza la FDA, è sicuramente per il "nostro bene":

http://www.msnbc.msn.com/id/6237364/

Nicolò ha detto...

Certo!
Una garanzia...

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