12 dicembre 2011

Il Motore del Socialismo: l'Invidia

"L'indignazione morale è in molti casi al 2 per cento morale, al 48 per cento indignazione, e al 50 per cento invidia.", Vittorio De Sica. L'articolo che segue è tratto dal testo "The Anti-Capitalistic Mentality" di Ludwig Von Mises.  
Dagli albori del movimento socialisti e degli sforzi di resuscitare le politiche interventiste delle età pre-capitalistiche, sia il socialismo che l'interventismo erano completamente screditati agli occhi di coloro che avevano dimestichezza con la teoria economica. Ma le idee dei rivoluzionari e dei riformatori trovarono terreno fertile nella gigantesca maggioranza delle persone ignoranti che erano esclusivamente guidate dalle passioni umane più potenti: l'invidia e l'odio. La filosofia sociale dell'Illuminismo che ha aperto la strada per la realizzazione del programma liberale - la libertà economica, esercitata nell'economia di mercato, e il suo corollario costituzionale, un governo rappresentativo - non hanno spinto verso l'annichilimento dei tre vecchi poteri: la monarchia, l'aristocrazia e il clero. I liberali europei puntavano alla sostituzione della monarchia parlamentare per via del suo assolutismo monarchico, non alla costruzione di un governo repubblicano. Essi volevano abolire i privilegi degli aristocratici, ma non volevano privarli dei loro titoli, dei loro stemmi e delle loro proprietà. Essi erano ansiosi di garantire a tutti libertà di coscienza e di metter fine alle persecuzioni dei dissidenti e degli eretici, ma lo erano altrettanto di dare a tutte le chiese una libertà completa nel perseguimento dei loro obiettivi spirituali. Quindi questi tre grandi poteri dell'ancien régime sono stati preservati. Ci si poteva attendere che i principi, gli aristocratici e gli uomini del clero, che professavano senza sosta il loro conservatorismo si sarebbero preparati ad opporsi all'attacco socialista nei confronti dei pilastri della civiltà occidentale. Dopo tutto, i precursori del socialismo non avevano fretta di rivelare che sotto il totalitarismo socialista non ci fosse spazio per quelli che hanno chiamato i resti della tirannia, del privilegio e della superstizione. Comunque, persino per questi gruppi privilegiati il risentimento e l'invidia si sono rivelati più intensi del freddo ragionamento. Essi hanno virtualmente stretto la mano con i socialisti trascurando il fatto che il socialismo mirava anche alla confisca dei loro beni e che non potesse esserci alcuna libertà religiosa in un sistema totalitario. Gli Hohenzollern in Germania hanno inaugurato una politica che un osservatore americano ha chiamato socialismo monarchico. Gli autocratici Romanoff di Russia hanno giocato con le unioni sindacali come arma per combattere gli sforzi "borghesi" per creare un governo rappresentativo. In ogni paese europeo gli aristocratici cooperavano virtualmente con i nemici del capitalismo. Ovunque eminenti teologi tentavano di screditare la libera impresa e quindi, di conseguenza, di supportare o il socialismo o l'interventismo radicale. Alcuni eminenti esponenti del Protestantesimo - Barth e Brunner in Svizzera, Niebuhr e Tillich negli Stati Uniti e l'arcivescovo di Canterbury, William Temple - hanno condannato apertamente il capitalismo e persino addossato tutti gli eccessi del Bolscevismo Russo al capitalismo. Ci si potrebbe chiedere se Sir William Harcourt avesse ragione quando, più di 60 anni fa, affermò: Siamo tutti socialisti ora. Ma i governi di oggi, i partiti politici, gli insegnanti e gli scrittori, gli atei militanti come i teologi cristiani, sono quasi unanimi nel rifiutare animosamente l'economia di mercato e nel lodare i presunti benefici dello stato onnipotente. La generazione futura sta crescendo in un ambiente che è intriso da idee socialiste. L'influenza dell'ideologia socialista viene alla luce nel mondo in cui l'opinione pubblica, senza praticamente alcuna eccezione, spiega le ragioni che inducono le persone a aderire ai partiti socialisti o comunisti. Nell'affrontare le questioni di politica interna si da per scontato che "naturalmente e necessariamente", coloro che non sono ricchi favoriscono i programmi radicali - pianificazione, socialismo, comunismo, mentre solo i ricchi hanno motivo di preservare l'economia di mercato. Questo assunto prende per vera l'idea socialista che gli interessi economici delle masse collidono con le operazioni capitaliste da cui traggono beneficio solo gli "sfruttatori" e che il socialismo migliorerà lo standard di vita dell'individuo. Comunque le persone non inneggiano al socialismo perché sanno che il socialismo migliorerà le loro condizioni e non rifiutano il capitalismo perché sanno che è un sistema che pregiudica i loro interessi. Essi sono socialisti perché credono che il socialismo migliorerà le loro condizioni e essi odiano il capitalismo perché credono che li danneggi. Essi sono socialisti perché sono accecati dall'invidia e dall'ignoranza. Essi testardamente rifiutano di studiare economia e respingono la devastante critica degli economisti ai piani socialisti perché, ai loro occhi, l'economia, essendo una teoria astratta, non ha senso. Essi pretendono di fidarsi esclusivamente dell'esperienza. Ma non meno testardamente rifiutano di prendere conoscenza degli innegabili fatti dati dall'esperienza, cioè che lo standard di vita dell'uomo è incomparabilmente più alto nell'America capitalista piuttosto che nel paradiso sovietico. Nell'osservare le condizioni dei paesi arretrati le persone commettono gli stessi errori di ragionamento. Essi pensano che queste persone debbano simpatizzare "naturalmente" con il comunismo perché sono colpiti dalla povertà. Ora è ovvio che una nazione povera voglia migliorare le proprie condizioni. Cercando di migliorare le proprie condizioni insoddisfacenti essi devono adottare quel sistema che meglio consenta il raggiungimento di questo fine. Essi devono decidere in favore del capitalismo. Ma, illusi da false idee anticapitaliste, essi sono ben disposti nei confronti del comunismo. É paradossale che i leaders di questi popoli orientali, mentre lanciano lunghe occhiate alla prosperità dei paesi occidentali, rifiutano i metodi che hanno reso l'Occidente prospero e sono rapiti dal comunismo russo, che è attivo nel mantenere la Russia e i suoi paesi satelliti poveri. É ancora più paradossale che gli americani, che fruiscono dei prodotti delle aziende capitaliste, esaltino i sistema sovietico e considerano abbastanza "normale" che le nazioni povere di Asia e Africa gli preferiscano il comunismo. Le persone possono essere in disaccordo sul fatto che tutti dovrebbero studiare economia seriamente. Ma una cosa è certa. Un uomo che pubblicamente parla o scrive riguardo l'opposizione tra la realtà capitalista e quella socialista senza aver pienamente familiarizzato con la materia economica è un chiacchierone irresponsabile.

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