L'uomo con cui ho chiesto di parlare, senza che mi fosse concesso, era René-George Querry, l'ultimo superiore di Sheenan alla Accor e l'ex direttore delle brigate anti-gang francesi, che al momento è il responsabile della sicurezza dell'Accor Group. Prima di essere assunto all'Accor Group nel 2003 egli aveva lavorato nelle forze dell'ordine, a stretto contatto con Ange Mancini, che oggi è il coordinatore dell'intelligence per il Presidente Sarkozy. Querry, mentre Sheenan stava facendo la sua chiamata alla 646, stava arrivando a Parigi per assistere ad una partita di calcio, dove sarebbe stato ospite nella stanza riservata al Presidente Sarkozy. Querry nega di aver ricevuto qualsiasi informazione riguardante l'inspiegabile dramma che stava avvenendo al Sofitel fino a quando DSK è stato preso in custodia quattro ore più tardi. [...]
All'1:28 Sheenan, ancora in strada verso l'hotel, mandò un messaggio di testo a Yearwood. In seguito un altro messaggio a un destinatario non identificato all'1:30. All'1:31, un'ora dopo che la Diallo si fosse confidata con il suo responsabile riguardo le molestie del cliente presente nella suite presidenziale, Adrian Branch effettuò una chiamata alla polizia. Meno di due minuti più tardi, i filmati delle due telecamere di sorveglianza mostrano Yearwood e un uomo identificato camminare dall'ufficio della sicurezza ad un'area adiacente. Quest'uomo è lo stesso che ha accompagnato la Diallo nell'ufficio della sicurezza alle 12.52. Lì, i due uomini si danno il cinque, battono le loro mani e eseguono quella che sembra essere una straordinaria danza di celebrazione che dura per tre minuti. [...]
Non è chiaro se la polizia abbia rilevato il caso in questo momento o più tardi. Non c'è ancora alcuna spiegazione del motivo per cui la sicurezza abbia ritardato la chiamata al NYPD che avrebbe portato a uno scandalo che avrebbe coinvolto un possibile futuro candidato alla presidenza della nazione francese. Ciò che è chiaro è che l'hanno fatta proprio tre minuti dopo aver ricevuto un messaggio da Sheenan. Non è nemmeno chiaro per quale motivo i due uomini stessero celebrando. [...]
Quando le è stato chiesto per quale motivo non avesse usato il suo passe-par-tout per andare in un'altra camera, lei rispose che tutte avevano il cartellino di "non disturbare" appeso alla porta. Dopo la sua testimonianza al gran giurì, gli avvocati scoprirono che ciò era falso, poiché l'hotel aveva fornito i registri elettronici che mostravano che la Diallo era entrata nella stanza 2820 alle 12:26 pm, successivamente al suo incontro con DSK. Gli stessi registri mostrano anche che lei era entrata nella stanza 2820 prima del suo incontro con DSK, quando ancora l'ospite della stanza non aveva eseguito il check out e avrebbe potuto essere all'interno della stessa. Il motivo per cui lei abbia nascosto i suoi accessi alla 2820 è rimasto "inspiegabile" per gli avvocati, che registrarono nella loro mozione che se lei avesse menzionato le sue visite alla 2820, sarebbe stata dichiarata scena del crimine e quindi perquisita dalla polizia. Ma lei non lo fece. Nemmeno la difesa di DSK fu in grado di trovare una spiegazione. Quando tentarono di venire a conoscenza dell'identità dell'occupante della 2820, la Sofitel si rifiutò per motivi di privacy. Dalle testimonianze contraddittorie della Diallo, possiamo solo dedurre riguardo la camera 2820 è che lei ci sia entrata sia prima che dopo il suo incontro con DSK e che abbia omesso la sua seconda visita durante la sua testimonianza sotto giuramento al gran giurì. Non sappiamo attualmente se ci fosse qualcuno nella 2820 al momento del suo secondo accesso o se, prima dell'arrivo della polizia, qualcuno l'abbia spinta ad omettere questo particolare.
28 novembre 2011
Che cosa è successo veramente a Dominique Strauss-Kahn?
É sempre tutta una questione di manipolazione della percezione: i media cercano spesso di buttare addosso quanto più fango possibile a una persona prima ancora che metta piede all'interno di un tribunale. É il caso di Dominique Strauss-Kahn, l'ex presidente del Fondo Monetario Internazionale, aguzzino che per un po' di tempo si è trovato dall'altra parte della barricata, all'interno della gabbia del circo mediatico. Per diversi giorni hanno fatto di tutto per farlo apparire sempre in manette, avvolto nel suo impermeabile nero ogni volta che doveva sfilare davanti alle telecamere. Persino a Bernie Maddoff era stato consentito di stare agli arresti domiciliari nella sua casa da 7 milioni di dollari a Park Avenue. Kahn non ha potuto godere dello stesso trattamento ma si è dovuto accontentare di un monolocale a Riker's Island. Dimora che più probabilmente si merita per il ruolo che ha ricoperto negli anni precedenti allo scandalo. Una sentenza di colpevolezza non giuridica [*1], bensì mediatica. Le motivazioni che possono aver portato alla sua detronizzazione possono essere molteplici e non è da escludere l'accidentalità, per quanto le vicende siano tuttora poco chiare, di una reale molestia sessuale, ma proviamo comunque ad avanzare un'ipotesi, che nasce da un articolo [*2] del Telegraph di diversi mesi fa. Dominique Strauss Kahn premeva affinché le valute dei paesi emergenti, come lo yuan, fossero aggiunte al paniere delle valute che il FMI amministra, con lo scopo di aggiungere stabilità al sistema finanziario globale. Egli riteneva che i Diritti Speciali di Prelievo del FMI, l'unità di conto del fondo il cui valore è ricavato da un paniere di valute internazionali, dovesse allargarsi rispetto alla corrente composizione di dollaro, sterlina, euro e yen. Con una scelta simile DSK diventava una minaccia molto maggiore rispetto a quanto lo siano stati altri dittatori che hanno seguito la sua strada come Saddam Hussein e Muammar Gheddafi, poiché si trovava nella posizione perfetta per modellare le politiche economiche e persuadere i capi di stato a rimpiazzare il dollaro con altre valute. L'idea, ovviamente parto delle folli e autodistruttive teorie che sostengono il corso legale, era quella di avere una riserva di titoli per le banche centrali che meglio riflettesse l'economia globale, dato che il dollaro è suscettibile alle politiche monetarie all'interno degli Stati Uniti. Un progetto ambizioso che avrebbe portato alla detronizzazione del dollaro come valuta internazionale [*3] e che molto probabilmente si è rivelato un menù indigesto per molte persone. L'inchiesta di Edward Jay Epstein, pubblicata sul New York Review of Books, ci mostra come abbiano fatto un ottimo lavoro, rovistando tra i registri, i diari, le registrazioni telefoniche e disponendo tutti i pezzi della scacchiera al giusto posto per poter far cadere il re [*4]:
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