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Ieri in Italia il Minsitro alle Lacrime di Coccodrillo ha proposto che il lavoratore privato e quello pubblico senza contratto a tempo indeterminato possano contare su un assegno di disoccupazione di mille euro al mese per un periodo che va dai 12 ai 15 mesi a seconda dell'età. Inutile dire che una proposta del genere sia inconcepibile in un paese che ha una spesa pubblica fuori controllo e che è in recessione. L'aspetto meno confortane è però la filosofia che sta alla base di questo genere di proposte, che come le recenti e future bastonate fiscali, pretendono di risolvere problemi economici attraverso un ulteriore drenaggio di ricchezza dalle attività produttive e funzionanti (ovvero quelle che possono permettersi ancora di pagare le tasse) verso quelle attività che per motivi burocratici o peggio fiscali non fanno altro che disperdere ulteriori risorse (ovvero le aziende sull'orlo del fallimento o stritolate dai tentacoli del fisco). Invece di sancire il fallimento del modello sociale europeo, del welfare concesso arbitrariamente dallo Stato, con l'aumento dell'IVA si è arrivati a obbligare tutti gli italiani, dai più ricchi ai più poveri, un quarto del loro stipendio in tasse, che sommato alle altre tasse porta ogni italiano a lavorare sei ore su otto per l'apparato pubblico. Se nel settore privato i momenti di crisi si fronteggiano riducendo le spese e aumentando le ore di lavoro (burocrazia permettendo), i nostri tecnici ragionano diversamente sfornando a raffica leggi che aumenteranno, almeno nelle intenzioni, i ricavi, ovvero le tasse. Il grande motore economico europeo è ormai grippato, ma gli ingegneri sociali continuano a sottrarre olio dai piccoli propulsori privati per versarlo senza ritegno sui propri pistoni, incoscienti delle conseguenze ulteriori di questo comportamento. Se avete ancora qualche dubbio riguardo il fallimento del welfare europeo ecco le ultime buone novelle da zerohedge:
[*zh] L'ultima volta che abbiamo disegnato il grafico della disoccupazione giovanile nell'articolo che è stato chiamato "Il grafico europeo più spaventoso" eravamo sorpresi di constatare che la Spagna fosse messa addirittura peggio rispetto alla Grecia, il cui tasso di disoccupazione giovanile a quel tempo fosse migliore solmanete se comparato a quello degli... Stati Uniti. Fortunatamente seguendo l'ultimo aggiornamento economico della Grecia, è sicuro affermare che le cose sono tornate alla normalità, poiché il tasso di disoccupazione giovanile greco è il secondo in Europa, dopo quello spagnolo, a superare il 50%. In altre parole, il grafico europeo più spaventoso è diventato persino più spaventoso.
Quindi mentre l'economia greca è a brandelli, e va verso un altro ribasso del prodotto interno lordo e un collasso del settore finanziario, il suo tessuto sociale ha cominciato a crollare, considerato che il numero delle persone disoccupate fra gli 11 milioni di abitanti è del 41% più alto rispetto a un anno fa. Da Athens News:
Il tasso medio di disoccupazione del 2001 è saltato al 17,3% dal 12,5 dell'anno precedente, secondo i dati [...] I giovani sono stati particolarmente colpiti. Per la prima volta, più persone tra i 15 e i 24 anni sono senza lavoro rispetto a quelle che ne hanno uno. La disoccupazione in questa fascia d'età è aumentata fino al 51,1 per cento, il doppio rispetto a tre anni fa. I tagli ai bilanci imposi dall'Unione Europea e dal Fondo Monetario Internazionale imposti come condizioni per risolvere i problemi debitori del paese hanno causato un'ondata di bancarotte e fallimenti di aziende.
Quando i greci si chiederanno se ne è valsa la pena di distruggere completamente e assolutamente la loro società, solo per fingere che valga la pena di vivere come una colonia dell'Unione Europea, specialmente ora che i fondi pensione sono stati vaporizzati?
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