12 gennaio 2006

Iraq/2


L'imbroglio della missione italiana in Iraq
(articolo tratto da un'intevista di Libero a Gustavo Selva)






L'articolo da cui prendo spunto ha origini antiche, circa un anno fa (23.01.2005), ma è una testimonianza lampante di quanto la guerra in Iraq non fosse dettata da propositi anti-terroristici.
Gustavo Selva, presidente della Commissione Difesa della Camera (5^ carica in ordine di importanza nello Stato Italiano), mise per iscritto sulle ospitali pagine di Libero che la formula della missione umanitaria fu un trucco verbale per “mascherare” l’intervento in guerra altrimenti “dal Colle non sarebbe mai arrivato il via libera”. Spingendosi sino a proporre un’ulteriore forzatura dei precari paletti posti da Ciampi: “Dobbiamo passare da forza di ingerenza umanitaria a forza combattente”.
L’intervista a Libero è dunque una forte presa di posizione che prospetta, un cambiamento di linea, e un braccio di ferro della maggioranza con il Colle: “Basta con l’ipocrisia dell'intervento umanitario: è ora di prendere atto che la natura dell’operazione Antica Babilonia è inadeguata alla realtà del terreno. Bisogna rafforzare il dispositivo militare utilizzando tutti gli uomini e i mezzi necessari”.
Dichiarazioni che si scontrano con l'articolo 11 della Costituzione, quello in cui l’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali. Esso conterrebbe, secondo la lettura di Selva, la possibilità di una deroga sul caso Iraq, perché “a Nassiriya i nostri soldati non offendono la libertà di nessuno, anzi sono lì su richiesta del legittimo governo iracheno”.
La dichiarazione mi colpì non tanto perchè affermava che la nostra missione non fosse di pace, è infatti sufficiente verificare che a 300m dalla nostra base a Nassiria è dislocato un pozzo petrolifero con tanto di raffineria dell'Eni, ma piuttosto perchè definerla una guerra "mascherata" significa aver preso in giro Ciampi e 50 milioni di italiani.

Alla luce di questa balla colossale dell'intevento umanitario non si poteva chiedere altro che un rientro dei nostri "costruttori di pace" dall'Iraq (e magari un invio immediato dei costruttori di menzogne che sono al governo). Così non è stato. ___________________________________________________

I tre slogan del Partito (1984, George Orwell)
War is peace. La guerra è pace.
Freedom is slavery. La libertà è schiavitù.
Ignorance is strenght. L'ignoranza è forza.
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