11 gennaio 2006
Quinto Potere/2
SE CAMBIA IL CLIMA, L'UOMO NON C'ENTRA E KYOTO NON S'HA DA FARE
(SMI Redazione Nimbus, 1 Agosto 2005)
Su Famiglia Cristiana del 24 luglio 2005 è apparso un inserto informativo di 4 pagine a cura del Ministero dell’Ambiente sul tema “Ambiente è Sviluppo”. Tale documento, pubblicato come informazione pubblicitaria (quindi a spese del Ministero), anziché fornire informazioni corrette su un tema delicato ed importante come quello del surriscaldamento del pianeta, diffonde le opinioni espresse dal Capo di Gabinetto del Ministero dell’Ambiente, Paolo Togni, in un convegno tenutosi a Roma il 20 giugno 2005, e sostenute dal solo intervento di Richard Lindzen – fisico dell’atmosfera americano scettico nei confronti della natura antropica dei cambiamenti climatici – nonché da un esiguo numero di persone non competenti in materia di clima (tra cui politici, giornalisti e docenti, compreso il Presidente del CNR). Tali opinioni sono in netto contrasto con i risultati riportati in migliaia di articoli apparsi negli ultimi anni sulle più prestigiose riviste scientifiche e rafforzate da un documento recentemente sottoscritto dalle più importanti Accademie delle Scienze mondiali. L’inserto pubblicitario ha lo scopo evidente di convincere il grande pubblico che l’attività umana non ha alcun effetto sui cambiamenti climatici. Pertanto sarebbe inutile, o addirittura controproducente, rispettare gli impegni internazionali assunti dall’Italia in materia di clima, come il protocollo di Kyoto.
Provoca sconcerto leggere che le certezze del viceministro dell’ambiente si basano su una lettera di uno scienziato del 1998, ignorando che negli ultimi 7 anni la ricerca scientifica ha fatto notevoli progressi nello studio dei cambiamenti del clima. Ed è ancor più sconcertante che Fabio Pistella, Presidente del CNR affermi, non si sa sulla base di quali informazioni, che “i fenomeni di cambiamenti climatici attuali sono quasi certamente naturali e non antropogenici” ed auspichi che “sia passata l’ubriacatura legata a Kyoto e si cominci a parlare di cose serie”.
Dispiace inoltre che il sigillo dello Stato e dei suoi massimi enti di ricerca vengano esibiti in calce ad un documento privo di qualsiasi spessore scientifico, frutto di una discussione senza contraddittorio. Notiamo infine come il suddetto inserto, che fra l’altro cita a sproposito la Dottrina Sociale della Chiesa, sia tanto ricco di fotografie del Professor Togni e degli altri intervenuti al Convegno del 20 giugno, quanto povero di dati scientifici, il più importante dei quali sembra essere un grafico privo di significato. E’ imbarazzante rilevare come una tale operazione di propaganda finalizzata a scopi diversi da quelli scientifici, strumentalizzi le vere attività di ricerca sul clima, le quali risultano indirettamente delegittimate e denigrate, insieme alla serietà ed al valore di tanti studiosi.
Come ricercatori che si interessano direttamente ai complessi problemi dell’ambiente, chiediamo che in Italia si cominci veramente a parlare di cose serie, con un maturo dibattito basato non su inserzioni pubblicitarie e su costosi convegni preconfezionati a servizio di interessi di parte, ma sulle pubblicazioni scientifiche internazionali e sull’ampia mole di dati già oggi disponibili. Riteniamo che le affermazioni che escludono l'influenza umana sulle variazioni climatiche debbano essere soggette allo stesso processo di critica e di dubbio che si vuole applicato a quelle contrarie. Nessuno ha infatti la verità in tasca, ma il dogmatismo fa male nell'uno come nell'altro senso.
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