29 marzo 2006

Orrori di traduzione

Corriere della Sera, 9 marzo 2006:
"Ahmadinejad ha avvertito che «il popolo iraniano è disposto a sacrificare la vita per affermare i propri diritti». «La mentalità di sacrificio degli iraniani è la spinta che spiega il potere di resistenza della nazione», ha dichiarato il presidente. Ahmadinejad ha quindi reso noto di aver parlato con il segretario generale dell'Onu Kofi Annan sulla natura e il ruolo degli organismi internazionali e di avergli chiesto «se l'Onu è stata creata per difendere il diritto delle nazioni o per privarle dei loro diritti»."

Questa è una delle ultime dichiarazioni di Ahmadinejad, ma non è mio interesse discutere sulle sue parole. E' utile, per comprendere meglio quello che è il processo di demonizzazione in atto, chiedersi chi abbia tradotto dal persiano all'inglese questo intervento. L'organizzazione no-profit che si occupa della traduzione della quasi totalità delle notizie che arrivano dal mondo arabo (Egitto, Iran, Iraq, Israele, Giordania, Palestina, Persia, Arabia Saudita e Turchia) è la MEMRI, "The Middle East Media Research Insitute". Le lingue in cui questi testi vengono resi disponibili sono francese, tedesco, inglese, italiano, russo ed ebraico. Il suo sito internet indica che il Memri «lancia un ponte tra Occidente e Medioriente, attraverso le traduzioni dei media arabi, ebraici e farsi, e mediante analisi originali delle tendenze politiche, ideologiche, intellettuali, sociali, culturali e religiose della regione». Inoltre, il Progetto di monitoraggio tv del Memri «copre» le principali reti televisive arabe e iraniane. L'istituto si occupa costantemente della sottotitolazione e della distribuzione di brevi estratti, attentamente selezionati, di quelle televisioni. Li fornisce a titolo gratuito alle reti occidentali e ai vari organi audiovisivi di controllo. Tutta l'operazione consiste nella selezione dei testi e delle sequenze che l'Istituto decide di tradurre. Il Memri tende a presentare come maggioritarie alcune correnti di idee fortemente minoritarie nella stampa e nei media arabi. E così, il lettore che non parla l'arabo e che si accontasse della lettura di queste traduzioni avrebbe l'impressione che i media arabi siano dominati da un gruppo di autori fanatici, antioccidentali, antiamericani e violentemente antisemiti, contro i quali si batterebbero pochi valorosi giornalisti, che il Memri definisce «liberali o progressisti». Per questo, a più riprese, alcuni autori arabi e a volte anche europei hanno bollato il Memri come arma di propaganda al servizio del governo di Tel Aviv, del Likud e dei loro gruppi di pressione. È vero che, quando è stato costituito, su dieci membri del gruppo, tre erano ex funzionari dei servizi israeliani. In particolare il presidente di tale istituto è Yigal Carmon, un colonnello ormai in pensione che faceva parte dell'intelligence militare israeliana, che nella sua carriera ha avuto anche l'onore di dirigere la "Guantanamo d'Israele". Ne consegue quindi che tutte le notizie che ci arrivano dal mondo arabo sono filtrate da un istituto con una forte componente israeliana (di stampo soprattutto militare). E' quindi lecito chiedersi se le difficoltà di integrazione e di comprensione tra la nostra civiltà e quella mediorientale possano anche derivare da un attento e mirato lavoro di traduzione da parte di un'organizzazione che ha tutti gli interessi nel favorire queste incomprensioni.

Per saperne di più:

Coloro che riescono a farti credere delle assurdità, possono farti commettere delle atrocità. - Voltaire

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