8 agosto 2006

Risiko?

(fonte: traduzione e approfondimento personale di un articolo di Michel Chossudovsky)

Esiste una relazione tra il bombardamento del Libano e l'inaugurazione di un oleodotto strategico che convoglierà più di un milione di barili al giorno verso i mercati occidentali? La notizia è subito passata in secondo piano, ma il 13 luglio 2006 è stato inaugurato l'oleodotto Ceyhan-Tblisi-Baku (BTC) che collega il Mar Caspio con il Mediterraneo orientale. Un giorno prima dei bombardamenti israeliani i principali partners e azionisti del progetto del BTC, compresi diversi capi di stato e membri esecutive di compagnie petrolifere, erano presenti al porto di Ceyhan. Tra il pubblico si trovavano: l'amministratore delegato (CEO) di British Petroleum's (BP), Lord Browne [*1], il ministro israeliano dell'energia e delle infrastrutture Binyamin Ben-Eliezer [*2] e diversi azionisti di Chevron, Conoco-Phillips, la francese Total e l'italiana ENI. L'oleodotto aggira completamente il territorio della Federazione Russa, attraversando Azerbaijan [*3] e Georgia [*4], entrambi "protettorati" statunitensi, fermamente integrati in un'alleanza militare con la NATO (il presidente Bush negli ultimi due anni ha visitato entrambi i paesi [*5]). Inoltre, sia Azerbaijan che Georgia, hanno stretto da lungo tempo accordi militari con Israele.


Israele ha un grande interesse verso i pozzi petroliferi azeri, da cui riceve il 20% del proprio fabbisogno [*6]. L'apertura dell'oleodotto aumenterebbe sostanzialmente le importazioni israeliane dal bacino del Mar Caspio. Ma c'è un altro aspetto che è direttamente legato alla guerra in Libano. Mentre la Russia si indebolirebbe, Israele si candiderebbe a giocare un ruolo strategico nella protezione del Mediterraneo orientale e del corridoio di Ceyhan. Il bombardamento del Libano è quindi parte di un coordinato e pianificato progetto militare; disegno che comprende l'estensione del conflitto in Siria e in Iran. Ovviamente sotto l'egida dei giganti petroliferi che controllano i corridoi degli oleodotti. In questo contesto, il BTC, controllato dalla British Petroleum, ha drammaticamente cambiato gli aspetti geopolitici del Mediterraneo orientale, che si trova ora legato, attraverso un corridoio energetico, al Mar Caspio:

"[The BTC pipeline] considerably changes the status of the region's countries and cements a new pro-West alliance. Having taken the pipeline to the Mediterranean, Washington has practically set up a new bloc with Azerbaijan, Georgia, Turkey and Israel, " (Komerzant, Moscow, 14 July 2006) [*7]

Mentre i rapporti ufficiali affermano che l'oleodotto incanalerà il petrolio verso i mercati occidentali, passa inosservato il fatto che parte del petrolio proveniente dal Mar Caspio, sarà direttamente convogliato verso Israele. A tal proposito, un progetto di canale sottomarino tra Turchia e Israele è in fase di preparazione, collegando Ceyhan con il porto israeliano di Ashkelon e successivamente al Mar Rosso, attraverso il suo principale oleodotto. L'obiettivo di Israele non è quindi limitato all'incremento della fornitura di petrolio, bensì a giocare un ruolo chiave nei mercati asiatici, attraverso il porto di Eliat. Nell'aprile 2006 Israele e Turchia hanno annunciato di avere progetti per 4 collegamenti sottomarini, che aggirerebbero i territori libanesi e siriani:

"Turkey and Israel are negotiating the construction of a multi-million-dollar energy and water project that will transport water, electricity, natural gas and oil by pipelines to Israel, with the oil to be sent onward from Israel to the Far East, [...] Baku oil can be transported to Ashkelon via this new pipeline and to India and the Far East. (via the Red sea) [...] Ceyhan and the Mediterranean port of Ashkelon are situated only 400 km apart. Oil can be transported to the city in tankers or via specially constructed under-water pipeline. From Ashkelon the oil can be pumped through already existing pipeline to the port of Eilat at the Red Sea; and from there it can be transported to India and other Asian countries in tankers."

Nonostante le condotte israelo-turche aggirino Libano e Siria, l'importanza di questi corridoi energetici richiede il controllo militare della costa del mediterraneo, dal porto di Ceyhan fino al confine israelo-libanese. La risposta russa al disegno statunitense-israeliano-turco non si è fatta attendere, una base militare è stata stabilita nel porto siriano di Tartus: "Defense Ministry sources point out that a naval base in Tartus will enable Russia to solidify its positions in the Middle East and ensure security of Syria. Moscow intends to deploy an air defense system around the base - to provide air cover for the base itself and a substantial part of Syrian territory. (S-300PMU-2 Favorit systems will not be turned over to the Syrians. They will be manned and serviced by Russian personnel.)" [*8]. Inoltre Mosca e Damasco hanno raggiunto un accordo per modernizzare le difese aeree siriane, intervenendo sui MIG-29 e sui sottomarini.

Tutte queste premesse non sono certo un segnale confortante per chi si auspicava una conclusione rapida del conflitto.

Nota: The BTC Co. shareholders are: BP (30.1%); AzBTC (25.00%); Chevron (8.90%); Statoil (8.71%); TPAO (6.53%); Eni (5.00%); Total (5.00%), Itochu (3.40%); INPEX (2.50%), ConocoPhillips (2.50%) and Amerada Hess (2.36%). (source BP)

Approfondimenti:

1 commenti:

Anonimo ha detto...

Source BP??
Gli azionisti principali del BTC Co. veramente sono:
BP 30.1%
SOCAR 25%
Unocal 8.9%
Statoil 8.71%
TPAO 6.53%
Eni 5%
Total 5%
Itochu 3.4%
Inpex 2.5%
Conoco Philips 2.5%
Amerada Hess 2.36%
La Chevron non è coinvolta. Dubito che BP dica il contrario

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