Sono almeno 219 i militari in servizio che hanno sottoscritto un appello al Congresso in cui si chiede il ritiro delle truppe USA dall'Iraq, secondo un volontario del sito appealforredress.org, che raccoglie adesioni. L'appello sarà consegnato al Congresso il 18 gennaio 2007, il Martin Luther King Day. L’iniziativa da parte dei militari in servizio non ha precedenti ma c’è una legge americana che garantisce ai militari il diritto legale di fare appelli o denunce al Congresso [*1]. L’appello va considerato insieme alla richiesta di allontanamento di Rumsfeld dal Pentagono, avanzata da un numero crescente di ex alti ufficiali che ritengono questo l’unico modo per porre fine alla bancarotta dell’operazione militare in Iraq. Questi stessi ambienti militari più razionali ora si stanno rivolgendo anche agli elettori chiedendo loro di bocciare la maggioranza repubblicana alle prossime elezioni del 7 novembre in cui avviene il rinnovo parziale del Senato e della Camera dei Rappresentanti. Anche il principale settimanale della sinistra americana The Nation ha pubblicato nel numero del 16 ottobre un articolo intitolato “Rivolta dei Generali — gli ufficiali contro una guerra fallita”. L’autore dell’articolo, annunciato in copertina, è Richard J. Whalen, affermato esperto di strategia del partito repubblicano. Il fatto che il principale settimanale della sinistra si offre come tribuna per un noto conservatore schierato per decenni nelle prime file repubblicane evidentemente riflette la crescente preoccupazione bipartitica che l’amministrazione Bush-Cheney possa passare ad aggredire l’Iran, anche con armi nucleari, provocando così uno “scontro di civiltà” senza fine.
"La via più rapida per porre fine a una guerra è quella di perderla", George Orwell
0 commenti:
Posta un commento