Tutto come previsto. Rischiano il processo Enrico Deaglio e Beppe Cremagnani, autori del film-documentario 'Uccidete la democrazia', nel quale si denunciavano brogli elettorali da parte del Polo. I pm della procura di Roma, Salvatore Vitello e Maria Francesca Loy, hanno chiuso l'indagine con il deposito degli atti, passo che prelude a una richiesta di rinvio a giudizio, ipotizzando a carico dei due registi la "diffusione di notizie false, esagerate e tendenziose atte a turbare l'ordine pubblico" (articolo 656 del codice penale). Poco importa se da più di dieci anni il capo di uno dei principali partiti italiani, mentre dovrebbe assicurare la regolarità del voto, accusa l’opposizione di brogli ancor prima che avvengano le elezioni, rimanendo impunito. Poco importa se questa possibilità di processo a carico dei due autori suoni come un deterrente verso qualsiasi forma di giornalismo d'inchiesta, pena la criminalizzazione del loro lavoro. Poco importa se nessuna grande firma, visto che quelle piccole sono ormai tutte "embedded", si sia degnata di dedicare almeno qualche riga di solidarietà ai propri colleghi, meglio usare inchiostro per riabilitare un Moggi o un Lele Mora. L'ennesima bolla di sapone tutta italiana verrà archiviata, un pareggio che fa contenti tutti, meno che i cittadini.
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"Il risultato deve cambiare perché ci sono brogli a non finire in diversi posti, in tutta Italia e questo emerge da cose precise[...] Sono in contatto con tutti i coordinatori di Forza Italia e con quelli degli altri partiti e di ora in ora arrivano dati, sulle stesse schede, che non sono conformi. Ci sono somme sbagliate, dati riportati male sulla stessa scheda, indicazioni errate", Silvio Berlusconi - 12 aprile 2006
1 commenti:
Però non ci siamo dati molto da fare noi cittadini...
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