Prende il via oggi a Vienna una nuova sessione del Consiglio dei governatori dell'Aiea. La riunione sarà dedicata all'annuncio della disponibilità di Pyongyang a dismettere il suo programma nucleare militare e ad aprire i siti agli ispettori e all'Iran.Ma dalla Gran Bretagna giunge un nuovo monito sulla crisi iraniana: bombardare l'Iran potrebbe spingere Teheran ad accelerare ulteriormente lo sviluppo di armamenti nucleari, rivelandosi del tutto controproducente. Lo sottolinea un rapporto del centro di ricerca britannico 'Oxford Research Group', anticipato oggi da BBCnews. Nell'introduzione della ricerca scritta da Hans Blix, ex direttore dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea), si afferma che "attacchi armati all'Iran finirebbero per produrre proprio il risultato che intendono evitare: lo sviluppo nel giro di qualche anno di armi nucleari". "Se l'Iran sta andando verso l'ottenimento di armamenti nucleari, lo sta facendo relativamente con lentezza", sottolinea Frank Barbaby, lo scienziato che ha curato il rapporto del think tank inglese, osservando che la maggior parte delle stime indicano che Teheran potrebbe dotarsi dell'atomica entro cinque anni.
"Ma un attacco all'Iran, piuttosto che fiaccare i suoi progressi verso la bomba, innescherebbe sicuramente un programma accelerato per lo sviluppo di una piccola quantità di ordigni nucleari", ha ammonito il ricercatore. "Degli attacchi militari potrebbero velocizzare, al contrario, i progressi dell'Iran verso l'ottenimento della bomba atomica", concludono Barnaby e Blix, che nel 2002 guidò gli ispettori dell'Aiea incaricati di verificare la presenza di armi di distruzione di massa (Adm) in Iraq, secondo quanto sostenuto da Stati Uniti e Gran Bretagna alla vigilia dell'invasione del Paese e della, conseguente, cacciata di Saddam Hussein. "Nel caso dell'Iraq, l'offensiva militare è stata lanciata allo scopo di eliminare armi di distruzione di massa che non esistevano - ricorda Blix - Nel caso dell'Iran un'azione militare sarebbe basata su degli obiettivi che potrebbero sussistere o meno, causando inevitabilmente una tragedia e un caos regionale".
"Ma un attacco all'Iran, piuttosto che fiaccare i suoi progressi verso la bomba, innescherebbe sicuramente un programma accelerato per lo sviluppo di una piccola quantità di ordigni nucleari", ha ammonito il ricercatore. "Degli attacchi militari potrebbero velocizzare, al contrario, i progressi dell'Iran verso l'ottenimento della bomba atomica", concludono Barnaby e Blix, che nel 2002 guidò gli ispettori dell'Aiea incaricati di verificare la presenza di armi di distruzione di massa (Adm) in Iraq, secondo quanto sostenuto da Stati Uniti e Gran Bretagna alla vigilia dell'invasione del Paese e della, conseguente, cacciata di Saddam Hussein. "Nel caso dell'Iraq, l'offensiva militare è stata lanciata allo scopo di eliminare armi di distruzione di massa che non esistevano - ricorda Blix - Nel caso dell'Iran un'azione militare sarebbe basata su degli obiettivi che potrebbero sussistere o meno, causando inevitabilmente una tragedia e un caos regionale".
Teniamo bene a mente questo articolo, a memoria futura...
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