É la notizia della settimana. Mi riferisco a Vallettopoli? No. Alla bufera sui compensi Rai? No. Al monito del Papa sui di.co? No. All'invito ad un incontro per discutere sulla legge elettorale che Prodi ha rivolto a Berlusconi? Quasi.
Perchè oltre che dal Primo Ministro, Berlusconi è stato "invitato" anche dal giudice per le udienze preliminari Fabio Paparella. Forse in molti ci avranno fatto il callo, ma si tratta dell'ennesimo processo all'ex Presidente del Consiglio. L'accusa è pesantissima: Berlusconi nel 1997 fece inviare 600.000 dollari a Mills come ricompensa per non aver rivelato in due processi, in qualità di testimone (e quindi con l'obbligo di legge di dire il vero e non tacere nulla), le informazioni su due società off-shore usate dal gruppo di Segrate, secondo la procura, per creare fondi neri. In caso di condanna la pena andrebbe dai 3 agli 8 anni di reclusione. E i media nostrani come trattano la notizia? Vuoto pneumatico. Lasciando stare i telegiornali, diventati ormai armi di distrazione di massa, la carta stampata non dedica alcuno spazio alla notizia, salvo qualche breve riferimento di Repubblica. Una scelta in leggerissima controtendenza rispetto a quella fatta da tutti i media del resto del globo terracqueo. Ne parlano infatti LeMonde [*1 - *2]. La BBC. Il Guardian. La CNN. Il Gulf Times (Quatar). Press Tv (Iran). Zee News (India). L'International Herald Tribune. Persino il paese degli editti, la Bulgaria, tratta la notizia. Al Jazeera manda per un giorno in vacanza il cast di Al Quaeda per parlarne. L'elenco potrebbe essere lunghissimo, si tratta di più di 150 quotidiani stranieri. Siamo di fronte a un’informazione programmaticamente svuotata di contenuti, dove una ufficiosa notizia sui gusti sessuali dell'assistente del Presidente del Consiglio ha la priorità sull'ufficialità di un processo per corruzione.
"C’è chi nasconde i fatti perché altrimenti è più difficile voltare gabbana quando gira il vento. C’è chi nasconde i fatti perché altrimenti poi la gente capisce tutto. C’è chi nasconde i fatti perché è nato servo e, come diceva Victor Hugo, «c’è gente che pagherebbe per vendersi»", Marco Travaglio
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