Ricordo una sera d’estate - il 17 luglio del 2006 - in cui in tanti, ebrei e non ebrei, ci siamo raccolti davanti alla sinagoga di Roma, ci siamo arrampicati su una pedana e abbiamo detto sdegno e tormento per le parole di Ahmadinejad, presidente dell’Iran, che aveva lanciato la parola d’ordine «cancellare Israele». Abbiamo detto sostegno a Israele attaccata dal Libano.
[...] Dalla folla alcuni giovani hanno gridato in coro - benché brevemente - «Vinceremo». È stato come un capogiro, una vibrazione triste che per un istante è sembrata salire da quella folla. C’era come un cortocircuito nel tempo e nello spazio. L’abbandono della sinistra stava provocando una caparbia rivalsa. [...] Ma la sinistra era altrove - a denunciare Israele e la sua guerra - immaginata come una option crudele.
1.*Guerra in Libano, l'autocritica di Israele
4.*Abbiamo sparato piu' di un milione di bombe a grappolo in Libano
5.*Bombe a grappolo, gli Usa indagano
Gli israeliani hanno preso un piccolo pezzo di Palestina, quando era territorio non di uno Stato palestinese, che non esisteva, ma dell’ex impero ottomano reclamato come proprio dalla Giordania e occupato dalle truppe e dall’amministrazione dell'impero britannico.
Ricordiamo a Furio Colombo che con la dichiarazione di Balfour del 1917 (e il Sykes-Picot successivo) l'Inghilterra si è rimangiata la promessa di autodeterminazione fatta da sua Maestà britannica ai palestinesi.
[*link] British imperialism in the Middle East in World War I was intricate, to use a British understatement. In 1915 Britain promised Hussein, the Sharif of Mecca, that they would support an independent Arab kingdom under his rule in return for his mounting an Arab revolt against the Ottoman Empire, Germany’s ally in the war. The promise was contained in a letter dated October 24, 1915 from Sir Henry McMahon, the British High Commissioner in Egypt, to the Sharif of Mecca in what later became known as the McMahon-Hussein correspondence. The Sharif of Mecca assumed that the promise included Palestine.
Israele ha bensì realizzato un proprio autonomo sogno risorgimentale (detto «sionismo», o ritorno alla terra degli ebrei)
Rapporto spedito dall'ambasciata americana di Barghad al Dipartimento di Stato. Era l'11 settembre del 1952. 55 anni dopo Furio Colombo non c'è ancora arrivato:
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Ma è stato rifiutato dalle potenze arabe dell’area che avevano voci e mezzi per fare la guerra e hanno deciso di farla usando i palestinesi.
Israele ha violato impunemente oltre sessanta risoluzioni delle Nazioni Unite:
"...Israele si rifiuta di permettere al Comitato Speciale di avere accesso ai territori occupati... la Commissione conferma la sua dichiarazione secondo cui le violazioni israeliane della Quarta Convenzione di Ginevra sono crimini di guerra e un insulto all'umanita'." - ONU, La questione palestinese, 41^ sessione a Ginevra della commissione ONU per i diritti umani - febbraio 1985
La sinistra italiana è rimasta ferma, con un irremovibile impegno, che non varia quando inizia la strage delle bombe umane negli autobus israeliani; che definisce «muro della vergogna», o «muro dell’apartheid», il muro che ha posto fine a quelle stragi quotidiane per le strade delle città israeliane.
* "Non riconoscere la situazione illegale scaturita dalla costruzione del muro nel territorio palestinese occupato compreso all'interno e intorno a Gerusalemme". In questi termini l''Assemblea generale dell'Onu ha fatto suo il parere espresso il 9 luglio dalla Corte internazionale di giustizia dell'Aja chiedendo così, a stragrande maggioranza, lo smantellamento della barriera di sicurezza tra Israele e la Cisgiordania nella parte costruita fuori dai confini dello Stato ebraico. [*link]
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[...] Se si sovrappone una carta del muro su una delle falde acquifere cisgiordane, il quadro diviene più chiaro. Il percorso del muro include abilmente i bacini principali della Falda Acquifera occidentale. Yitzhak Mordechai, quando era ministro della difesa dell'ex Primo Ministro israeliano Benyamin Netanyahu, propose che, a questo scopo, la linea verde fosse spostata di 6-15 km ad est. Nei fatti, è questo che ha ottenuto il muro. Con il completo controllo israeliano sulla Falda Acquifera Occidentale, l'agricoltura palestinese smetterà di esistere nelle aree settentrionali della Cisgiordania, lasciando ai contadini solo la scelta fra fornire lavoro a basso prezzo nelle colonie israeliane o cercare un altro lavoro nelle principali città palestinesi. Alcuni villaggi, fra cui Nazlat Issa, Baqa Al Sharqiyyeh, Izbet Jubara e Al Tayyeh, non riusciranno a sopravvivere, e così si consoliderà ulteriormente il controllo israeliano sul terreno.Questo è un processo che è già iniziato. La costruzione del muro ha determinato finora la confisca di 36 pozzi di acqua sorgente, una perdita totale di 6,7 milioni di metri cubi d'acqua all'anno. Una rete di irrigazione a goccia lunga 35.000 metri è caduta sotto controllo israeliano, mentre 10.000 capi di bestiame hanno perduto l'accesso al terreno da pascolo. [...] La decimazione dell'attività agricola potrebbe inoltre avere serie ripercussioni per i negoziati circa lo status definitivo a riguardo dell'acqua. La parte palestinese sarà più debole, perché troverà più difficile giustificare rivendicazioni sulle risorse idriche se, insieme all'attività agricola, sarà diminuita anche la necessità di acqua. Il muro lascerà le aree palestinese asciutte e assetate: è progettato a questo scopo.
"Dirò di Orlando in un medesimo tratto / cosa non detta in prosa mai nè in rima: / che per amor / venne in furore e matto, / d'uom che si' saggio era stimato prima; / se da colei che tal quasi m'ha fatto, / che'l poco ingegno ad or ad or mi lima, / me ne sarà però tanto concesso, / che mi basti a finir quanto ho promesso", L'Orlando Furioso - Ludovico Ariosto
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