La produzione di oppio in Afghanistan è aumentata del 34% (8.200 tonnellate) rispetto all'anno precedente (6.100), e ad oggi, a detta del rapporto delle Nazioni Unite, il paese è la fonte del 93% dell'eroina, morfina e altri oppiacei presenti sul mercato mondiale. Il rapporto sottilinea anche che, ad eccezione della Cina del XIX secolo, nessun altra nazione al mondo ha mai avuto un così estesa superficie destinata a produzioni illegali.
Si aggiunga che il programma antidroga del governo non è altro che un efficace espediente per colpire i piccoli contadini lasciando incolume chi gestisce il traffico di oppio. Se da un lato si bruciano i campi coltivati (la cui conseguenza diretta, come dimostrano le statistiche, non è quello di ridurre la produzione ma di indebitare i contadini, costretti a vendersi i figli per pagare i debiti), dall'altro si fa di tutto per non fermare questo business:
"Domenica 8 aprile – la stessa in cui i talebani hanno sgozzato Ajmal Nashkbandi, l’interprete di Mastrogiacomo – i braccianti hanno minacciato uno sciopero salariale.
I proprietari dei campi, messi alle strette, hanno deciso di chiedere l’aiuto del governo. Un centinaio di coltivatori d’oppio hanno inscenato una manifestazione di protesta nel centro di Lashkargah, davanti al palazzo del governatore, per chiedere che intervenisse nella disputa. “Abbiamo speso tutti i nostri soldi per crescere l’oppio e ora il governo ha il dovere di aiutarci a trattare con i braccianti, sennò rischiamo di perdere i raccolti”, dichiarava quel giorno un proprietario terriero a un giornalista dell’IWPR. Il governatore di Helmand, Asadullah Wafa, ha immediatamente risposto all’appello, fissando un tetto salariale massimo per gli stagionali a un quinto dell’oppio da essi raccolto. Un compromesso che ha soddisfatto i coltivatori e, a quanto pare, anche i braccianti, tornati al lavoro nei campi. [*peacereporter, 16.4.2007]".
Se vi siete persi le prime due puntate:
*Oppio e Afghanistan/1
*Oppio e Afghanistan/2
"Rappresentanti del governo e signori della guerra locali sono pesantemente coinvolti nella produzione e nel traffico illecito di oppio, e stanno trasformando il nostro paese in un narcostato [...] Non posso dire chi fa cosa, ma posso affermare che il mio ministero ha raccolto prove sufficienti per dimostrare che funzionari del governo, compresi i ufficiali dell'esercito e della polizia, sono implicati nel narcotraffico. Quelli che non sono direttamente coinvolti nel business, offrono protezione a produttori e commercianti in cambio di denaro. Sappiamo nomi e cognomi dei funzionari colpevoli, ma solo in pochi casi siamo riusciti a intervenire e ad arrestarli [...] A Kabul stiamo arrestando moltissimi trafficanti, ma questo avviene solo per un motivo: perché lo smercio di oppio, grezzo o lavorato, sta assumendo dimensioni tali da non riuscire più a rimanere invisibile. Quindi qualcuno finisce nella nostra rete. Ma è solo la punta di un iceberg che sta crescendo, e cresce per colpa della corruzione, del malaffare e della criminalità che dilaga nel governo presieduto da Hamid Karzai e sostenuto dagli Stati Uniti", Ali Ahmad Jalali, Ministro degli interni afghano - 02.6.2004 - *Kabul Times.
1 commenti:
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