Nell'editoriale di domenica del Washington Post [*1], il luminare, o meglio, l'illuminato della Bilderberg, Henry Kissinger, ha ammesso che l'ostilità statunitense nei confronti dell'Iran, non è dovuta alla proliferazione nucleare ma al contrario fa parte di un progetto più grande che mira ad impadronirsi delle risorse petrolifere iraniane. Questo progetto è il frutto delle convinzioni neocon, che ritengono che il saccheggio delle risorse mediorientali, con l'uso di operazioni militari, sia un beneficio per gli Stati Uniti. "Un Iran che persegue una politica mirata al controllo del Medio Oriente deve essere messo di fronte a dei limiti che non può valicare. Le nazioni industrializzate non possono accettare che forze radicali dominino regioni da cui dipendono le loro economie.", scrive Kissinger. Parole confermate dai fatti, visto che secondo il world factbook della CIA l'Iran è secondo al mondo per le proprie riserve di petrolio (133 gigabarrels).
A dimostrazione dello scarso pericolo del programma di arricchimento iraniano, ci sono anche le recenti dichiarazioni di ieri direttore generale dell'Agenzia atomica internazionale (Aiea), Mohamed El Baradei, che intervistato dal TG3 [*2] ha affermato che "finora non abbiamo trovato materiali radioattivi nascosti o impianti di produzione sotterranei e, a quello che ci risulta quindi, l'Iran non costituisce un pericolo evidente e immediato per la comunità internazionale e non dovremmo andare oltre a questo dato di fatto".
Dichiarazioni che non sono arrivate all'esecutivo repubblicano, visto che John Bolton sembra di tutt'altro avviso [*3] e che recentemente, intervistato da La Stampa [*4], ha affermato che "[...] Teheran è in grado di compiere tutti i passaggi critici del ciclo del combustibile nucleare. Dunque è solo una questione di tempo e denaro il loro arrivo alla bomba. E con il prezzo del greggio a 80 dollari il denaro non gli manca di certo. Il tempo per fermare Teheran sta scadendo". Sembra quindi che a suon di dibattiti televisivi (come quello nel video in testa al post) e nelle intenzioni dei neocon, un'operazione shock and awe contro l'Iran sia molto più che una possibilità. La macchina della propaganda è ormai in moto, tanto che la CIA avrebbe ricevuto l'autorizzazione del presidente statunitense George W. Bush per avviare un piano che prevede un campagna di propaganda, disinformazione e manipolazione della valuta iraniana e delle transazioni finanziarie internazionali, con lo scopo di destabilizzare il governo degli ayatollah [*5].
"The idea that the United States covets Iraqi oil fields is a "wrong impression". I have a deep desire for peace. That's what I have a desire for. And freedom for the Iraqi people. See, I don't like a system where people are repressed through torture and murder in order to keep a dictator in place. It troubles me deeply. And so the Iraqi people must hear this loud and clear, that this country never has any intention to conquer anybody." - *George W. Bush
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