12 novembre 2007

Biodiesel, soluzione o problema?/3

*Nelle puntate precedenti.

Da anni viviamo con l'incubo del riscaldamento globale tant'è che questo tema sta da tempo incentivando numerose pubblicazioni finalizzate ad informare, o meglio disinformare, il pubblico. Ogni riferimento al Nobel [*1 - *2 - *3 - *4] Al Gore ("si si, quello del milione di morti nell'embargo irakeno, delle bombe all'uranio a pioggia sui Balcani") è puramente voluto. Sembra però che le soluzioni che vengono poste a questo problema, spesso presentato in maniera parziale e addossato arbitrariamente solo ad alcuni (noi, per la precisione), si rivelino più dannose del problema stesso. Anzi, a voler essere precisi, si rivelano un danno per la comunità e un'enorme occasione di profitto per alcuni. Ecco le principali conseguenze delle nuove politiche energetiche, fatte in nome di uno pseudo-rispetto ambientale.

*Big Food Companies Accused of Risking Climate Catastrophe

The rush to palm oil and biofuels threatens to release 14 billion tonnes of carbon from Indonesia’s peatlands. Many of the largest food and fuel companies risk climate change disaster by driving the demand for palm oil and biofuels grown on the world’s greatest peat deposits, a report will say today.
Unilever, Cargill, Nestlé, Kraft, Procter & Gamble, as well as all leading UK supermarkets, are large users of Indonesian palm oil, much of which comes from the province of Riau in Sumatra, where an estimated 14.6bn tonnes of carbon - equivalent to nearly one year’s entire global carbon emissions - is locked up in the world’s deepest peat beds. More than 1.4m hectares of virgin forest in Riau has already been converted to plantations to provide cooking oil, but a further 3m hectares is planned to be turned to biofuels, says the Greenpeace report. Carbon is released when virgin forests are felled and the swampy peatlands are drained to provide plantation land. The peat decomposes and is broken down by bacteria and the land becomes vulnerable to fires which often smoulder and release greenhouse gases for decades.
If the peatlands continue to be destroyed to make way for palm oil plantations, this will significantly add to global climate change emissions, the report says. Nearly half of Indonesia’s 22m hectares of peatland has already been cleared and drained, resulting in it having the third-highest man-made carbon emissions, after the US and China. Destruction of its peatlands already accounts for nearly 4% of all global greenhouse gas emissions. [... ]


In sostanza, la scelta di puntare sul biofuel si sta rivelando dannosa per l'ambiente, e allo stesso tempo un boomerang economico per il consumatore stesso:

*Il mondo rischia di finire il cibo - Troppi campi dedicati al biofuel

[...] "La fine del cibo", riassume il titolo del Guardian di Londra, puntando il dito contro un fenomeno che sta accelerando il deficit alimentare: sempre più terre, in America e in Occidente ma anche nel resto del pianeta, finora utilizzate per coltivare prodotti agricoli, adesso vengono adibite alla coltivazione di biocarburi, come l'etanolo e altri carburanti "puliti", sia per ridurre l'inquinamento atmosferico, sia per ridurre la dipendenza dall'energia petrolifera di un esplosivo e instabile Medio Oriente. E' questo, sostengono gli esperti, il fattore scatenante dell'aumento dei prezzi del cibo. Aggiungendovi il declino delle acque, i disastri naturali e la crescita della popolazione, ammonisce il quotidiano londinese, si arriva a "una ricetta per il disastro". [...]

Sembra quasi che le nuove politiche ambientali ci stiano mettendo davanti alla scelta fra sfamarsi o potersi spostare liberamente.


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