Nelle ultime settimane il Ministro dell'Ambiente, Pecoraro Scanio, si è detto soddisfatto della sua stesura della legge sul fotovoltaico del febbraio 2007 (detta appunto Pecoraro Scanio). Ecco una delle ultime interviste [*ansa] rilasciate alla stampa, di cui riporto i punti salienti:
[...]Per il ministro, l'obiettivo di aumentare la produzione di energie rinnovabili deve essere "come per l'euro, come per Maastricht: se l'Italia si dà un obiettivo che diventa prioritario, lo consegue". [...] nel 2006 sono stati installati in media 2.500 nuovi impianti al mese, per il 2007 le previsioni parlano di 3.000, grazie anche alle detrazioni fiscali del 55% previste dalla legge Finanziaria.
[...] "In cinque anni di centrodestra lo sviluppo del solare è stato bloccato, ma la disponibilità dei cittadini è tale che in sei mesi c'è stato il raddoppio delle richieste di installazioni di pannelli fotovoltaici, dopo che abbiamo cambiato la legge a febbraio", ha detto il ministro dell'Ambiente, che ieri ha firmato un accordo col ministero della Difesa per l'installazione di pannelli solari e fotovoltaici nelle caserme italiane.
"Il Pontefice ha deciso di usare pannelli fotovoltaici nel 2008 per la sala Nervi. Le Ferrovie dello Stato hanno deciso di coprire le pensiline coi pannelli. La prima centrale a energia fotovoltaica sarà aperta in Calabria. Ieri con l'aeronautica abbiamo avviato l'intesa per fare le centrali solari a concentrazione negli ex aeroporti dismessi. In pochi mesi abbiamo dimostrato che si è data una linea politica, che adesso è a favore del solare".[...] "Ho chiesto (al governo) altre risorse per il solare a concentrazione, perché dobbiamo fare anche su quello un incentivo specifico che sarà meno forte dei 40 centesimi a chilowattora". [...]
A giudicare dal tono del Ministro sembra che la sua Legge sia una pietra miliare dell'ordinamento italiano. Effettivamente c'è da riconoscere che è stata notevolmente ridotto il percorso legislativo necessario a installare il fotovoltaico (non è più necessario chiedere l'ammissione preventiva agli incentivi riconosciuti dal GSE e il Comune è diventato l'unico che deve dare l'autorizzazione all'impianto), ma ci sono due variazioni negative che fanno crescere il sospetto che anche questa fonte energetica verrà sfruttata solo dai grandi investitori e non dai piccoli privati. É stato infatti cancellato il limite di 1 Mwp perché un impianto venga ammesso ai contributi ma soprattutto è stato abolito il limite del 15% di plafond per i grandi impianti. Le principali conseguenze sono ottimamente elencate da Paolo Stefanini [stefanini.p@gmail.com], membro di ASPO-Italia, durante la sua relazione al convegno "Energie Rinnovabili e Impatto sul Territorio" [*aspo]:
A seguito di queste variazioni, il target dei destinatari di tale provvedimento si è spostato dai privati e dai piccoli imprenditori ai grandi investitori istituzionali. E le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti: in sette mesi sono stati attivati impianti (fonte Bersani) per 271 mega (su 300 potenziali previsti in 12 mesi) con una tendenza di crescita esponenziale e non proporzionale per l'intervento di Banche, Assicurazioni e Fondi pensioni per i quali sono appetibili investimenti che per venti anni garantiscono una resa finanziaria superiore ai titoli di stato. Ma tradotto in pratica che significa ? Significa che un impianto da 10 mega realizzato da un fondo pensione drena incentivi che potrebbero essere goduti da quattromila famiglie e poiché questi contributi vengono generati dalla sovra tassa A3 pagata da tutti, giudico immorale che una Banca sia legittimata ad appropriarsi di risorse che potrebbero andare a decine di migliaia di famiglie. INVITO quindi tutti a sollecitare, nelle forme più idonee, il ministro a ripristinare la soglia del 15% del plafond, che non è cosa da poco, visto che il 15% del plafond potrebbe soddisfare le richieste di oltre 100.000 famiglie. Questo è il quadro nazionale con luci ed ombre, ma ora arriviamo alla messa in pratica. Questa legge è passata al vaglio della conferenza stato regione e quindi secondo logica dovrebbe essere attuata quasi in automatico, ma in seguito alla revisione dell'art. 5 della Costituzione, che delega alle Regioni l'attuazione delle politiche energetiche, abbiamo una situazione schizofrenica .
La Regione Puglia in tre settimane si è adeguata alla normativa nazionale, idem la Sicilia e lì tutto procede speditamente, l'Abruzzo, con l' art 74 della L.R. 34 del 01/10/07 , ha PROIBITO a Province e Comuni di installare impianti fotovoltaici sui propri edifici a meno che non siano distanti oltre 500 mt da altre abitazioni, bloccando qualsiasi progetto già in itinere; evidentemente devono avere scambiato un impianto fotovoltaico con una pala eolica, tutto ciò è desolante e gravemente diseducativo. E la Toscana ? Noi ...dormiamo ....e nei fatti boicottiamo il fotovoltaico oltre i 20 kwp, infatti è vigente la L.R. 39 del 2005, precedente alla prima emissione della legge “conto energia”, e senza linee guida. Gli impianti fotovoltaici sono di fatto equiparati a centrali elettriche, a gas, a carbone e così via. Un' assessore provinciale all'ambiente, molto irritata, a maggio mi confermò che era prevista la stessa procedura di verifica, propedeutica alla valutazione di impatto ambientale per un impianto fotovoltaico da 50 kwp,( ovvero 400 mq di pannelli sul tetto di piccolo capannone di 1.000 mq ) ed una centrale a biomasse da 50 Megaw e concluse “abbiamo almeno il coraggio di dire che non vogliamo il fotovoltaico in Toscana”. Il nuovo Pier, che nella bozza presentata a maggio dall'ex assessore Artusa alla Giunta si uniformava alla legge nazionale, non è ancora stato approvato; di conseguenza le Province , in assenza del nuovo PER, hanno atteggiamenti a macchia di leopardo: Livorno e Firenze non vogliono essere coinvolte e demandano ai Comuni, Pisa pretende la conferenza dei servizi (10 enti : arpat, usl,vigili del fuoco, anas etc etc e quattro mesi buttati via) anche per un impianto da 21 kwp ( 160 mq di pannelli sul tetto). La Provincia di Arezzo raggiunge il Top, nel convegno del 4 maggio u.s. organizzato dall'ordine degli Ingegneri e degli Architetti di Arezzo con il patrocinio del Comune e della Provincia (ne sono testimone in quanto relatore sul “conto energia”), il dirigente della Provincia intervenne e chiarì a tutti i presenti che in assenza delle linee guida della L. 39,con un'ottica restrittiva e per timore di essere accusati di omissione di atti di ufficio, la Provincia esigeva la conferenza dei servizi anche per impianti da 1 kw . I professionisti presenti rimasero annichiliti. Questo è il trionfo della burocrazia e l'esaltazione del costo improduttivo della politica. A loro volta i Comuni dicono la loro sui piccoli impianti privati, ci sono esempi diversificati. [...]
2 commenti:
bell'approfondimento sul fotovoltaico, come sempre sei ben documentato....continua così
Grazie Giulio, torna spesso a trovarmi allora! ;)
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