21 dicembre 2007

Dove sono finite?

[*Indystar] I revisori contabili del Pentagono hanno recentemente dichiarato che non sono in grado di contabilizzare milioni di dollari di spese dovute all'acquisto di granate con propulsione a razzo, veicoli armati, munizioni e altri equipaggiamenti finalizzati sia all'addestramento che alle operazioni delle forze di sicurezza irakene, a causa della mancanza dei documenti adeguati e di "sviste" del personale. Un rapporto rilasciato all'inizio di dicembre dall'ispettore generale del Dipartimento di Difesa ha fatto luce su 5.2 miliardi di dollari destinati al fondo delle Iraq Security Forces (che sono solo una piccola parte del totale di 45 miliardi, destinato alla ricostruzione dell'Iraq). Il quadro che ne esce è a dir poco sconcertante, tanto che il rapporto dimostra che il comando preposto alla gestione della sicurezza, noto come "Multi-National Security Transition Command-Iraq", non è in grado di documentare se i fondi ricevuti siano stati protetti da sprechi o speculazioni. L'ispettore generale ha affermato che il comando non è in grado di provare di aver ricevuto 12,712 delle 13,508 armi che sono state acquistate, in quanto i numeri di serie delle stesse non sono stati conservati durante il loro trasporto nel magazzino di Abu Ghraib, e la loro consegna alle forze armate irakene non è stata registrata con l'opportuna documentazione. Questa partita di armi sparita nel nulla non è certo la prima, durante l'audizione dell'ispettore al Government Accountability Office, è stato verbalizzato che tra il 2004 e il 2005, sono state perse le tracce di 190.000 AK-47.

La percentuale di armi che finisce in mani ignote è altissima, in un singolo contratto di fornitura da 643.1 milioni di dollari, comprendente veicoli, armi, munizioni e sistemi di comunicazione (in sostanza tutto il necessario per foraggiare un piccolo esercito) il Pentagono è stato in grado di tracciare e registrarne la consegna di soli 82 milioni di dollari. Poco più del 12%. Per un altro contratto da 438.2 milioni di dollari, addirittura solo l'1%.

Ammesso e non concesso che il taxpayer americano debba accollarsi questi contratti milionari, possibili solo grazie all'esproprio forzato sottoforma di tassazione (come si possa contribuire al benessere di tutti pagando delle armi è cosa a me sconosciuta), alla luce di questi dati possiamo affermare che ciascun cittadino statunitense, finanzia proporzionalmente l'approvvigionamento di armi da parte di terroristi, guerriglieri e contractors, le altre categorie che necessitano di armi in Iraq, oltre ai soldati regolari.

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