27 febbraio 2008

Global "Freezing"

Il National Climatic Data Center (NCDC) statunitense ha registrato che su Nord America, Siberia, Mongolia and Cina nei mesi di gennaio e febbraio le precipitazioni nevose sono state le più ingenti dal 1966 a questa parte [*1]. Sempre secondo l'NCDC la temperatura media del mese di gennaio è stata di 0,3°F più bassa rispetto alla media registrata nel XX secolo (1901-2000). La Cina sta attraversando l'inverno più rigido dell'ultimo secolo, tant'è che le basse temperature hanno causato blackout e carenza d'acqua in più di 160 paesi e città. Metropoli di 4 milioni di abitanti come Chenzhou, nella provincia di Hunan, sono rimaste senza corrente e acqua per più di una settimana [*2]. Il mercato immobiliare canadese è stato messo in ginocchio dalle tempeste di neve degli ultimi due mesi, che hanno scoraggiato gli acquirenti: nelle prime due settimane di febbraio Toronto ha registrato nevicate per oltre 70 cm, battendo il record di 66 cm risalente al 1950, prima che qualsiasi Protocollo di Kyoto fosse steso e firmato. Anche in Artide, la regione più fredda e che dunque dovrebbe essere più sensibile al surriscaldamento globale, si sta registrando un'insolita controtendenza. La banchisa Artica, che a detta della Commissione Europea si sta sciogliendo "ad un ritmo vertiginoso" [*3], secondo uno studio di Gilles Langis (del Canada Ice Service di Ottawa) è cresciuta dai 10 ai 20 cm rispetto allo scorso anno. É certamente prematuro basarsi su questa singola annata per mettere in discussione l'intero movimento ambientalista (che per la cronaca nel caso della banchisa polare basa le proprie argomentazioni su dati registrati dal 1972 in poi) ma quel che è certo è che questa "inversione di tendenza" non può essere ignorata dagli attivisti e dalle Nazioni Unite. Soprattutto prima che a qualcuno salti in mente di introdurre una tassa globale sulle emissioni di anidride carbonica [*4] che porterebbe nelle casse delle UN un malloppo di 40 miliardi di dollari.

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