16 marzo 2008
Il "Traditore"
L'illegalità del potenziale atomico israeliano, checchè ne dicano le Fiamma Nirestein o i Furio Colombo, è fuori discussione, e infatti Israele si è sempre rifiutato di firmare il Trattato di Non Proliferazione (NPT), non ha mai permesso le ispezioni delle agenzie internazionali preposte e soprattutto non ha mai chiesto, in linea con tutti gli altri paesi del globo, il consenso democratico dei suoi cittadini (nonchè contribuenti e quindi unici azionisti delle attività statali) per l'escalation atomica. É interessante ricordare che l'arsenale nucleare dello Stato ebraico fu svelato con certezza al mondo intero solo nel 1986, quando il tecnico nucleare dissidente Mordechai Vanunu raccontò al Sunday Times di Londra [*1] l'esistenza di circa 200 testate atomiche in Israele, fornendo prove fotografiche concernenti gli impianti di produzione. A seguito di questa intervista Vanunu divenne all'istante il ricercato numero uno da Tel Aviv, e a Roma, molto probabilmente con la sporca complicità del nostro Paese, il tecnico fu catturato dai Servizi segreti che lo riportarono in patria. Fu condannato a 18 anni di carcere, di cui undici passati in isolamento, che ha scontato interamente per poi subire ulteriori vessazioni e restrizioni appena liberato, come il divieto di possedere un cellulare o di usare internet. L'aspetto grottesco della vicenda è che l'intero processo e la sua reclusione sono di fatto una farsa, dato che Israele non ha mai ammesso di avere armi nucleari, e quindi Vanunu ha trascorso 18 anni di carcere per aver rivelato un segreto che coloro che lo hanno processato sostengono che non esista neppure. Qualche giorno fa Yastaradio ha intervistato il tecnico, in violazione delle restrizioni che gli sono state imposte, e Mentecritica ha messo a disposizione il filmato sottotitolandolo in italiano. Buona Visione.
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