2 aprile 2008

Recessione e demolizioni

Gli Stati Uniti sono entrati decisamente in una fase recessiva fra la fine dell'anno scorso e l'inizio del 2008 [*1], e ovviamente a farne le spese per primi sono stati i lavoratori a stipendio fisso, che da un giorno all'altro si sono trovati in mezzo a una strada. Le riforme spesso (per non dire sempre) fanno più danni che benefici, ed è il caso delle contromisure che l'amministrazione Bush sta prendendo per fronteggiare la crisi. La prima, che abbiamo già analizzato [*2] conferendo più poteri alla Banca centrale acuiranno ulteriormente gli effetti negativi dei futuri "cicli economici", la seconda è una folle proposta del Wall Street Journal, che in realtà non è altro che la rivisitazione di un provvedimento già preso in periodi di recessione. Durante la crisi del '29, basandosi sull'errata convinzione che fosse il surplus di offerta a causare il crollo dei prezzi [*3], campi di grano e cibo (addirittura buttandolo nel Missouri) venivano distrutti. Oggi ad essere in caduta libera sono i prezzi delle case; ne consegue che la soluzione più ovvia sia quella di distruggerle (alla facciazza degli homeless) usando, tanto per cambiare, i soldi dei contribuenti stessi:

[*Wall street journal] Let us step back. A great deal of housing debt was created in the last few years to give speculative buyers nominal title to homes that they no longer want. Any postmortem will also show that too much government subsidy for the creation of housing debt was an original sin at the root of today’s mess. The result is not unlike pollution — a market “externality” that imposes unfair costs on others as a result of some people’s over-speculation in now decaying, market-depressing, neighborhood-degrading housing. When politicians understand this, they may finally have something useful to contribute. The shortest road back from this perdition, as improbable as it may sound, would be to foreclose on and demolish some of the least-wanted houses, with taxpayer money if necessary.

Saranno contenti tutti quegli americani che stanno pagando più di tre dollari a gallone il gas, o i 7.4 milioni di americani che sono senza lavoro, o i 2 milioni di americani che sono stati costretti a dichiarare bancarotta negli scorsi due anni, o soprattutto i milioni di americani che hanno già perso le loro case. Nessuno di loro purtroppo è beneficiario del sistema governativo di welfare per le imprese che ha salvato la Bear Stearns dal collasso [*4 - *5], non potendo godere di prestiti a tassi significativamente inferiori a quelli di mercato o di linee di credito illimitate.

1 commenti:

freenfo ha detto...

Fra poco tutto questo sarà relatà anche da noi... prima i mutui, poi le case, poi le banche si riprenderanno tutto, e infine le banche crolleranno come birilli...

Ciao

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