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Ottocento pagine di documenti relativi alla campagna illegale di propaganda del Pentagono, nota come "Pentagon military analyst program", sono da oggi disponibili online. Questo tesoro include i documenti presenti nell'inchiesta di David Barstow, il giornalista del NYT che ha rivelato al mondo che il Pentagono istruiva analisti militari per influenzare i media statunitensi sulla situazione dello scenario bellico irakeno [*1]. Questo programma viola apertamente le leggi statunitensi sulla propaganda sotto copertura governativa:
[*2]The failure of an agency to identify itself as the source of a prepackaged news story misleads the viewing public by encouraging the viewing audience to believe that the broadcasting news organization developed the information. The prepackaged news stories are purposefully designed to be indistinguishable from news segments broadcast to the public. When the television viewing public does not know that the stories they watched on television news programs about the government were in fact prepared by the government, the stories are, in this sense, no longer purely factual -- the essential fact of attribution is missing.
In sostanza il Governo, che nell'immaginario collettivo dovrebbe rappresentare il volere del cittadino e incarnarne la volontà, ha deliberatamente mentito per 5 lunghi anni. Sorge il ragionevole dubbio che se è stato in grado di raccontare menzogne su un'operazione militare che coinvolge direttamente i soldati americani e i loro familiari e indirettamente (anche se non troppo) tutti i contribuenti, possa fare lo stesso in qualsiasi altro ambito, attentati terroristici compresi. Si tratta di un'operazione di grandi dimensioni, perchè i 75 analisti sul libro paga di Rumsfeld (che sarà il capro espiatorio dell'intera vicenda) per un lustro hanno trotterellato tra Fox, CNN, ABC, NBC, CBS e MSNBC, raccontando le loro frottole, senza che nessun giornalista mettesse in discussione i loro rapporti. Questi mercenari (molti dei quali hanno addirittura contratti economici con i war contractors) non facevano altro che veicolare messaggi forniti direttamente dall'amministrazione Bush, facendole proprie, come marionette. Il contemporaneo silenzio assenso degli intervistatori è un interessante metro di valutazione del livello dell'informazione: non basta quindi essere informati seguendo dibattiti e leggendo i giornali, ma si deve porre in discussione qualsiasi notizia, in quanto potrebbe essere distorta dal governo stesso (come l'Operation Monkingbird ci insegna). É particolarmente interessante cercare di comprendere le ragioni che hanno spinto Rumsfeld a reclutare questa nutrita task force. Questa trascrizione da una riunione con gli analisti stessi, recuperata dal Times, fa al caso nostro [*3]:
This is the first war that's ever been run in the 21sth Century in a time of 24-hour news and bloggers and internets and emails and digital cameras and Sony cams and God knows all this stuff. ... We're not very skillful at it in terms of the media part of the new realities we're living in. Every time we try to do something someone says it's illegal or immoral, there's nothing the press would rather do than write about the press, we all know that. They fall in love with it. So every time someone tries to do some information operations for some public diplomacy or something, they say oh my goodness, it's multiple audiences and if you're talking to them, they're hearing you here as well and therefore that's propagandizing or something.
Rumsfeld evidenzia come si tratti della prima guerra condotta nell'era di internet e dell'accesso globale all'informazione, aspetto che rende lo scenario del tutto nuovo per l'amministrazione statunitense, che avrà quindi un nemico in più da combattere. L'estratto di cui sopra, oltre a dimostrarci che Rumsfeld era perfettamente al corrente di violare la legge, aspetto che non lo preoccupa minimamente. Più avanti nella trascrizione l'ex segretario alla Difesa spiega ai presenti che nella guerra al terrore il "centro di gravità" si trova a Washington e negli Stati Uniti. Si tratta di gergo militare [*4], e sta ad indicare tutte quelle caratteristiche, capacità o posizioni da cui una forza militare ricava la sua libertà d'azione, la sua forza fisica o il desiderio di combattere ("those characteristics, capabilities, or locations from which a military force derives its freedom of action, physical strength, or will to fight"). La questione è cruciale. Ciò che Rumsfeld sta affermando è che la battaglia più importante nella guerra non sta nel conflitto per controllare l'Iraq o sconfiggere i terroristi. La battaglia da vincere è quella per il controllo dei cuori e delle menti degli americani, ed è stato disposto ad infrangere la legge per farlo. La posizione dell'amministrazione Bush (che ha goduto del silenzio mediatico e dell'opposizione democratica) è quindi in opposizione al popolo americano. Ne consegue che tutta la politica estera e militare (compresa l'allegra difesa aerea del settembre di 7 anni fa) va rivista sotto tutta un'altra luce, che è poi il punto di vista di coloro che per diversi anni sono stati etichettati come "complottisti" perchè ritenevano che dietro gli attentati terroristici e le missioni militari ci fosse qualcosa di più che un tentativo di distribuire libertà in Medioriente.
1 commenti:
Il pick Oil è una cosa seria, e il giacimento del brasile è solo un sogno: http://petrolio.blogosfere.it/2007/11/brasile-ecco-un-altro-giacimento-dei-sogni.html
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