6 maggio 2008

Iron Man e i Mercanti di Morte

Ecco la traduzione di un articolo di Jeffrey A. Tucker, per Mises.org (per eventuali delucidazioni o critiche potete contattarlo via mail o scrivere sul suo blog). Per quanto ad una lettura superficiale possa sembrare un tentativo di sminuire le colpe dei mercanti d'armi, invito a coglierne piuttosto il messaggio a mio parere fondamentale: la guerra non potrà mai essere fermata con leggi che limiteranno o tenteranno di proibire la produzione di armi (che al massimo finiranno per essere prodotte e commerciate sul mercato nero, proprio come per la droga) ma togliendo la possibilità ai governi di scendere in guerra per qualsiasi pretesto creato artificialmente. Bisogna quindi agire preventivamente sui nostri rappresentanti democratici, anche alla luce dei rapporti di favore che hanno stretto con determinati gruppi di potere [*1] e non sui loro complici privati, che sono solo una conseguenza dell'enorme potere decisionale di cui i Governi ormai godono.

L'espressione "Mercanti di Morte" ha grande importanza nel lungometraggio "Iron Man", che è uno spettacolare film di denuncia di un argomento dominante nel contesto economico americano ma di cui i cittadini statunitensi sanno ben poco. Il film tratta l'accostamento fra capitalismo e guerra , rappresentata dall'industria delle armi. In essa troviamo efficienza e innovazioni che solitamente si associano al settore commerciale privato, ma a servizio di scopi che sono agli antipodi del capitalismo. L'industria serve la guerra, non la pace, dipende dalla coercizione e non dalla volontà umana, e i profitti vengono dalla distruzione e non dalla creazione. Questo film è incentrato sulla carriera di Tony Stark (Robert Downey, Jr.), un miliardario e genio dell'ingegneria che ha ereditato dal padre la compagnia di armamenti, portandola a grandi profitti. Viaggiando in Afghanistan viene però catturato da un esercito di guerriglieri, e questa esperienza si rivelerà un punto di svolta per la sua vita. Le armi utilizzate dai suoi carcerieri per soggiogare la popolazione sono quelle che lui stesso produce. Per lungo tempo si è illuso che fossero usate per difendere la libertà, ma ora capisce che sono il mezzo per chi cerca di prevaricare la volontà di altri. Dopo essere fuggito, decide di cambiare direzione, abbandonando il settore degli armamenti e cercando di porre rimedio a dove le sue armi hanno portato distruzione.

Nel film i terroristi riescono ad avere le sue armi grazie a un rivale doppiogiochista che è all'interno della compagnia di Stark. Lo scenario reale è un tantino differente. I mercanti di morte hanno sempre venduto merce a chiunque. Più armi erano in circolazione, più erano le guerre e di conseguenza aumentavano i profitti. Oggi, con i controlli sui commercianti d'armi, non è più così semplice. Ciò che avviene è che gli stati cambiano spesso idea su chi sia loro amico e chi loro nemico. Si vendono armi agli alleati ("combattenti per la libertà") fino a quando non cambiano i rapporti e gli stessi si ritrovano ad essere avversari ("terroristi"). Questi capovolgimenti di fronte possono sembrare incredibili, soprattutto alla luce della scarsa memoria dei cittadini statunitensi nei confronti della politica estera della loro nazione. Gli anni ottanta non sono certo parte di un passato lontano, ma in quel periodo i reaganiani ritenevano che l'Islam fosse un valido alleato nella lotta contro il comunismo. I Mujahideen in Afghanistan stavano portando avanti la loro lotta armata contro l'occupazione sovietica, e i leader di questi guerriglieri godevano di grande ammirazione a Washington, soprattutto nell'ala conservatrice. Agli americani veniva raccontato che erano validi alleati in quanto condividevano i tradizionali valori di libertà e difesa della sovranità nazionale. Gli furono forniti armamenti in grandi quantità e la CIA fornì il proprio supporto per respingere i sovietici. Una volta che l'Afghanistan è stato liberato, i Mujahideen hanno preso controllo del Paese, imponendo una dittatura e una teocrazia fortemente in contrasto con le coltivazioni di droga, di impronta talebana. Un cambiamento che ha capovolto i rapporti tra il Pentagono e gli ormai ex-portatori di "valori tradizionali" che tanto erano apprezzati dall'amministrazione statunitense. Dopo che il loro regime è stato soverchiato dall'invasione dell'esercito statunitense, i talebani si sono ritirati fra le montagne, diventando di fatto parte fondamentale dell'organizzazione oggi nota come Al-Qaeda. Le etichette sono quindi cambiate: da combattenti per la libertà a terroristi in una decina d'anni. Ma le armi sono rimaste: i loro equipaggiamenti, le loro bombe e le loro risorse gli sono state fornite dagli stessi che fino a poco tempo prima li sostenevano su tutti i fronti. Quindi Iron Man minimizza la gravità del problema [...] "L'industria degli armamenti non ha creato le guerre, bensì il contrario, sono le guerre ad aver creato i mercanti d'armi". La responsabilità non risiede quindi nel settore privato che sforna le armi:
All constitutions in the world vest the war-making power in the government or in the representatives of the people. The root of the trouble, therefore, goes far deeper than the arms industry. It lies in the prevailing temper of peoples toward nationalism, militarism, and war, in the civilization which forms this temper and prevents any drastic and radical change. Only when this underlying basis of the war system is altered, will war and its concomitant, the arms industry, pass out of existence.

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