30 ottobre 2008

Endorsement

Seguendo la moda del momento [*1 - *2 - *3] mi pare opportuno rompere gli indugi e palesare a quale dei due candidati per le presidenziali statunitensi va il mio sostegno. Lo faccio attraverso un breve articolo scritto per l'American Conservative da Llewellyn H. Rockwell Jr., presidente del Ludwig von Mises Institute e editore di LewRockwell.com:
Il problema critico che ci troviamo ad affrontare oggi è lo stesso con cui tutta l'umanità deve fare i conti: lo Stato, incarnato da quei monopolisti che si arrogano il diritto di infrangere le leggi che loro stessi hanno varato e promosso. La questione politica cruciale consiste nel modo in cui sia possibile limitarli. A peggiorare la situazione, questa gang ha il monopolio completo sul denaro e la capacità di stamparlo, potere di cui stanno abusando a spese dei cittadini.

Come può cambiare la situazione un voto? Nessuno dei due candidati presidenziali ha intenzione di muovere un dito per questo problema. Anzi, sono intenzionati ad acuirne le conseguenze. Il motivo è semplice: lo stato è in grado di controllare il "processo democratico" solo tenendo salde le redini dei Dipartimenti del Lavoro e della Difesa e utilizzandoli a proprio unico beneficio.

Dall'altra parte abbiamo la libertà di non votare. Nessuno ci ha ancora arruolati per la cabina elettorale. Propongo di esercitare il diritto di non partecipare. Uno dei pochi diritti che ci è rimasto. La non-partecipazione è un messaggio a chiare lettere, noi non crediamo più nei loro imbrogli e non vogliamo farne parte.

Si può obiettare che questa strada sia inefficace. Ma quali effetti ha il voto? Consegna ai candidati la cosa di cui più hanno bisogno: un mandato. Non partecipare significa negarglielo. Rende gli eletti maggiormente consapevoli e preoccupati che ci stiano governando senza il nostro consenso. Il governo dovrebbe avere paura del proprio popolo. Non votare è un ottimo inizio per far crescere questa paura.

Quest'anno, specialmente, non c'è il meno peggio fra i due mali. Le alternative sono socialismo o fascismo. Il vero spirito americano dovrebbe spingere ogni elettore a non prendere le parti di nessuno dei due.
Per concludere, lasciando McCain al suo ruolo già scritto di sconfitto, ecco un paio brevi riferimenti su Obama, il candidato maestro di demagogia e populismo, che per molti costituisce un vero cambiamento. Due articoli del Gongoro: il primo sulla crisi che verrà generata per testare le capacità del nuovo presidente afroamericano (si ipotizza... una pandemia) e il secondo, un'interessante disamina di Gabriele Zamparini sui finanziatori e i padrini della campagna elettorale di Barack Obama. Ne riporto un estratto:
[...]La campagna di Barack Obama ha raccolto oltre 600 milioni di dollari, eguagliando quasi i fondi raccolti in donazioni private da tutti i candidati di entrambi i maggiori partiti nel 2004.

Da dovete pensate che venga tutta questa grana?

"Molti di questi grandi donatori vengono dalle industrie con interessi su Washington. E' la scoperta di un'analisi del New York Times sui donatori che hanno firmato assegni di 25.000 dollari o più ai comitati di raccolta fondi. Per esempio, la quota maggiore di denaro per entrambi i candidati è venuta dalle industrie di sicurezza ed investimenti, tra cui i dirigenti di varie aziende coinvolte nella recente crisi finanziaria come Bear Stearns, Lehman Brothers e AIG. [...]

Colin Powell, uno dei peggiori criminali di guerra, con le mani sporche del sangue di milioni di persone innocenti, ha sostenuto Barack Obama, il quale, in cambio, ha favorito il criminale di guerra Powell: lunedì Obama ha detto alla NBC che Powell era il benvenuto nel fare campagna per lui e che potrebbe avere un posto nella sua amministrazione. Powell "avrà un ruolo come mio consigliere" e un posto formale nel governo è "qualcosa di cui dovremo discutere". Lo scambio in cui credere.

Tutti gli uomini del Presidente. Tra i padrini di Barrack Obama ci sono: Warren Buffett, l'uomo più ricco del mondo; George Soros, il Buon Samaritano multimiliardario legato al Council on Foreign Relations, l'International Crisis Group, Human Rights Watch, etc; il diabolico Zbigniew Brzezinski; e il famigerato magnate dei media Rupert Murdock con il suo nefando impero. La lista potrebbe continuare a lungo. [...]
Poi non dite che non vi avevano avvertito...

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