3 dicembre 2008

Le origini del consumismo

Calpestato da centinaia di persone che hanno tentato di sfondare le porte di un grande magazzino: è morto cosi’ un dipendente di 34 anni della catena Wal-Mart a Long Island, vicino a New York. La folla si era radunata fuori dal negozio per approfittare del Black Friday, durante il quale le grandi catene aprono all’alba con offerte speciali sulle merci. L’uomo ha cercato di bloccare le porte del grande magazzino ma è stato travolto. Altri quattro clienti sono rimasti feriti.



Diversi articoli motivano questa morbosità identificando la sua causa nel materialismo spinto. In realtà questo atteggiamento ha cause ben più profonde, che non possono ascriversi esclusivamente al consumatore. Anzitutto è bene specificare che il consumismo non è la degenerazione del capitalismo. Questa spinta al consumismo è generata dalla gestione centralizzata del denaro e della sua sua stampa, ovvero un sistema inflazionistico che ha come conseguenza quella di spingere all'anullamento dei risparmi per il consumatore e alla continua ricerca della mammella creditizia statale da parte delle aziende. Certamente vi è una componente fondamentale costituita da un abbassamento del livello culturale, su cui si potrebbe aprire un'ulteriore dibattito sul ruolo della scuola pubblica coniugato a quello della televisione (anche se avere una popolazione di gente col cervello in pappa aiuta parecchio*), ma il motore di questi beni venduti a credito e di questo mito del consumo infinito è costituito dal sistema a fiat money. Senza questo meccanismo si può trasmettere tutta la pubblicità che si vuole, rivolgersi ai peggio coglioni che popolano questo mondo, ai più materialisti, ma risulterà una strategia controproducente per i seguenti motivi.

Un’economia sana, ovverso senza corso legale e tutte quelle puttanate di cui gli austriaci parlano da circa 100 anni (nel caso della crisi di questi mesi da almeno 5 anni), ha bisogno, per crescere, soprattutto di risparmi, non di consumi scriteriati. Il keynesismo ha reso inutile il risparmio attraverso la creazione scriteriata di mezzi monetari al posto di risparmi reali. L'economia inflazionistica ha reso antropologicamente inutili i risparmiatori. Le aziende non devono infatti retribuire i risparmiatori, devono solo imbonirsi chi controlla la politica monetaria. I risparmi sono inutili per gli investimenti (così come i tassi di interesse che lieviterebbero come conseguenza dell'azzeramento degli stessi) se si può utilizzare la carta da cesso certificata dalla FED o dalla BCE. In un sistema a gold standard a riserva intera le banche, potendo fallire, non si prenderebbero il rischio di garantire carte di credito e acquisti a rate. Inoltre in un sistema ad gli investimenti basati su risparmio e sul tasso di interesse (non manipolato da un organismo centrale) le aziende, in particolare quelle che fabbricano beni di produzione, non sarebbero così propense a incentivare il consumismo. Per loro questo significherebbe avere spese insostenibili per ottenere i risparmi necessari agli investimenti e a rendere improponibile qualsiasi processo di produzione di lungo termine. La situazione opposta si ha quando puoi ciucciare dalla mammella della FED/BCE, anzi, sei addirittura incentivato a farlo per rimanere fra le aziende "virtuose" e non rischiare di finire col culo per terra alla prima crisi.

L'esempio che nella testa della gente è stata inculcata la convinzione che ogni crisi si risolva consumando l'abbiamo davanti agli occhi in questi giorni, la social card promossa dal governo Berlusconi. Premesso che avrà un impatto scarsissimo sulla domanda (al contrario dei costi di gestione, che andranno a costituire l'ennesima voce di perdita nel "bilancio" statale), non è altro che un sussidio a evasori fiscali, lavoratori in nero e alla camorra; è sufficiente fare una valutazione su quali persone hanno un indicatore ISEE che non supera i 6 mila euro per capirlo. Peraltro si tratta di un'idea del tutto identica alle tessere annonarie di mussoliniana memoria o alla Social Card statunitense del '39 (ha copiato anche il nome), a dimostrazione che si tratta di una prassi consolidata dall'alba dei tempi, che sommata agli altri interventi statali porta alle medesime conseguenze: giganteschi conflitti sociali.

É ora di farsene una ragione: o ci si leva dai coglioni il sistema monetario-finanziario basato sul credito fiduciario e gestito centralmente dallo stato tramite la Banca Centrale (sia che la stampa sia gestita da privati, che dallo Stato) o ci si tiene questa situazione. La soluzione è una e una sola. Poi ci si può pure cimentare in proposte di corsi scolastici di ambientalismo, altruismo e autoflagellamento (per la somma gioia di chi era entrato a scuola con lo scopo di imparare le tabelline), ma ciò non toglie che le cose non cambieranno di una virgola.




*Dopotutto non ci si può nemmeno lamentare con la scuola pubblica. Non si può pretendere che escano persone intelligenti da un contesto in cui,per dirne una, ti devono convicere del Global Warming e allo stesso tempo parlarti di Annibale che attraversa le Alpi con gli elefanti, della Groenlandia colonizzata da Erik il Rosso, dei Camuni coi mulini a 2000mt d'altezza e del Similaun che se la girava con mojito e bermuda per le Alpi...

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