Una maggiore inflazione arresta la necessaria caduta dei prezzi, ritardando quindi l'aggiustamento del mercato e prolungando la depressione. L'ulteriore espansione del credito crea altri investimenti erronei, che a loro volta dovranno essere liquidati in una successiva depressione. La politica governativa del "denaro facile" ostacola inoltre il ritorno del mercato a tassi di interesse necessariamente più alti. Come sottolinea Marc Faber in un'intervista rilasciata a Bloomberg, la diretta conseguenza di questo comportamento sarà un'inflazione galoppante o un'iperinflazione, un evento familiare nella storia, in particolare in quella del mondo moderno, dal 1913 in poi.
The U.S. economy will enter “hyperinflation” approaching the levels in Zimbabwe because the Federal Reserve will be reluctant to raise interest rates, investor Marc Faber said. Prices may increase at rates “close to” Zimbabwe’s gains, Faber said in an interview with Bloomberg Television in Hong Kong. Zimbabwe’s inflation rate reached 231 million percent in July, the last annual rate published by the statistics office.
“I am 100 percent sure that the U.S. will go into hyperinflation,” Faber said. “The problem with government debt growing so much is that when the time will come and the Fed should increase interest rates, they will be very reluctant to do so and so inflation will start to accelerate.”
Sotto ogni punto di vista, l'iperinflazione è di gran lunga peggiore della depressione. Essa distrugge la valuta nazionale, manda in rovina la classe media e tutti i gruppi a reddito fisso. Conduce quindi alla disoccupazione e a livelli di vita più bassi, poichè non ha senso lavorare quando il proprio guadagno si deprezza di ora in ora. A questo primo effetto devastante si aggiungeranno altre contromisure governative, che ne amplificheranno la portata. Si cercherà di mantenere alti i tassi salariali, per combattere l'aumento dei prezzi, con l'unico effetto di produrre una disoccupazione di massa permanente. Oppure di stimolare il consumo e disincentivare il risparmio, aggravando ancora di più la carenza di capitale.
Quale politica dovrebbe quindi adottare un governo che desidera un rapido superamento della depressione e il ritorno dell'economia ad un normale livello di prosperità? Il punto fermo del proprio programma economico dovrebbe essere la non interferenza con il processo di aggiustamento del mercato. Quanto più le autorità pubbliche intervengono per ritardare questo naturale processo di aggiustamento , tanto più profonda sarà la depressione e più lento e difficile il cammino verso una ripresa. Visto che l'espansione creditizia getta necessariamente i semi di una depressione, risulta ovvio che più che non agire durante periodi di crisi, sarebbe appropriato porre fine ad ogni espansione inflazionistica del credito. Il governo è però un'istituzione intrinsecamente inflazionistica e, di conseguenza, ha quasi sempre provocato, incoraggiato e orchestrato l'espansione inflazionistica. É intrinsecamente inflazionistico perchè, nel corso del tempo, grazie al monopolio della violenza, ha acquisito il controllo del sistema monetario. Il potere di stampare moneta è cruciale per uno Stato, poichè gli conferisce il potere di ottenere un'immensa e immediata fonte di entrata. L'inflazione (nonostante sia celebrata da Keynes) è una forma di imposta, poichè il potere pubblico può creare nuova moneta a piacimento (ad oggi il termine tecnicamente più consono sarebbe "a cazzo di cane") e usarla per sottrarre risorse ai privati, ai quali invece è proibito questo genere di operazione. L'inflazione rappresenta quindi un comodo sostituto dell'imposizione fiscale, che solitamente i cittadini trascurano, o sono indotti a farlo, attribuendo la colpa dell'aumento dei prezzi a uomini d'affari, speculatori o stranieri.
Al contrario, soltanto l'adozione di una sana teoria economica può condurre il pubblico ad attribure la colpa a chi se la merità, ovvero il Governo.
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