27 novembre 2009

L'etica della libertà e il cambiamento climatico

Nonostante le recenti brutte storie di dati manipolati, propaganda venduta per verità scientifica e tentativi di censura dei non allineati, pare che i governi non siano minimamente intenzionati a fare marcia indietro nella lotta al global warming, ma anzi stanno scendendo in campo i più importanti leaders mondiali [*1 - *2] per delineare una strategia d'azione che ha come scopo ultimo quello di toglierci anche l'ultima libertà che ci è rimasta: quella di respirare. Nonostante la scienza sia meno solida e i fautori della certezza siano stati smascherati, la politica ormai forte delle continue richieste di un popolo indottrinato, non fa un passo indietro. Qui di seguito un articolo di Francisco Capella per mises.org, che partendo da un bel parallelo con il saggio filosofico e economico di Murray Rothbard, l'Etica della Libertà, mette in discussione l'azione di contrasto globale nei confronti del cambiamento climatico. Buona lettura.


La libertà di un individuo di comportarsi secondo la propria volontà implica parallelamente che le aggressioni contro gli altri siano eticamente inaccettabili. Un'aggressione illegittima consiste anche in qualsiasi interferenza fisica causata da una persona sulla proprietà di un altro. Un possibile e problematico caso può essere l'alterazione delle condizioni ambientali in un ipotetico contesto di cambiamento climatico, che potrebbe avere effetti positivi o negativi in funzione delle valutazioni soggettive e delle particolari circostanze per gli esseri viventi. Se il cambiamento climatico è considerato un problema, non significa automaticamente che debba essere fermato o contrastato a qualsiasi costo: gli umani sono particolarmente bravi ad adattarsi e le azioni dei governi solitamente portano più danni che benefici.
  • Libertà, proprietà e aggressione
Un'etica normativa con regole universali e simmetriche è basata sul principio fondamentale del diritto alla proprietà. L'etica della libertà e dei diritti di proprietà costituiscono la legge naturale, il sistema di norme adeguate alla natura umana che permettono la coesistenza sociale armoniosa e pacifica e lo sviluppo, evitando, minimizzando o risolvendo conflitti per quanto sia umanamente possibile. La proprietà è la sfera delle legittime decisioni del proprietario, lo spazio in cui ogni persona è libera di agire secondo la propria volontà senza interferenze violente da parte degli altri, le cui valutazioni etiche a riguardo risultano del tutto irrilevanti. Tutte le azioni pacifiche da parte del proprietario nel proprio territorio sono permesse e nessuna azione è obbligatoria (non ci sono doveri positivi naturali). Il diritto di proprietà è un diritto negativo di non interferenza. Gli individui non hanno diritti positivi naturali che implicano che altri debbano fare qualcosa per loro e non ci sono doveri naturali nei confronti degli altri (presenti o futuri). I diritti e i doveri positivi nascono solo attraverso un contratto.

Libertà non significa assoluta mancanza di restrizioni: la mia libertà finisce dove inizia quella di un altro; la mia proprietà è finita ed è limitata alla proprietà degli altri. I diritti di libertà e proprietà sono equivalenti all'assioma di non aggressione: l'utilizzo della forza non è legittimo, la forza può essere usata solo per difesa e per giustizia. L'aggressione, l'invasione della proprietà altrui senza il consenso, è vietata. L'aggressore deve riparare i danni fatti e risarcire la vittima. Un'aggressione non è solamente intesa nel senso stretto di violenza di una persona contro un'altra e contro la sua proprietà (omicidio, furto, rapimento,...). L'aggressione in senso astratto comprende qualsiasi cosa sia sufficientemente intensa e nociva, causata da una persona o dai suoi possedimenti sulla proprietà altrui. Essere il padrone di qualcosa non è sempre un bene; esiste infatti anche un lato negativo. Il proprietario è responsabile anche dei danni che le sue proprietà possono causare ad altri (volontari o involontari, noti o ignoti, previsti o imprevisti). Tutte le azioni implicano la produzione di residui indesiderati o scarti di cui si deve prendere cura il proprietario affinchè non danneggino gli altri. Tutte le cose che appartengono alla realtà sono interconnesse dalle forze fondamentali, così che un cambiamento può causare effetti grandi o piccoli, Le regole etiche si riferiscono però solo ai cambiamenti e agli effetti causati dall'uomo e che possono danneggiare gli altri o creare conflitti. Queste interazioni possono coinvolgere la materia (solido, liquido, gas; macroscopiche o microscopiche particelle), l'energia (calore, onde elettromagnetiche, onde di pressione) o alterazione delle condizioni dell'ambiente naturale (luminosità, pressione, temperatura, vento, umidità). Gli effetti possono essere forti o deboli, concentrati o diffusi, diretti o indiretti, locali o globali, frequenti o sporadici, cumulativi o non cumulativi, istantanei o ritardati, temporanei o permanenti.

Per via delle limitazioni della mente umana, la realtà è spesso studiata in un modo semplificato, come se fosse lineare e semplice; ma la realtà è una rete complessa di entità e relazioni. Una causa può avere diversi effetti su individui diversi, talvolta positivi o talvolta negativi. Un effetto può avere cause molteplici, naturali o artificiali, da una persona a molte che fanno la stessa cosa (come respirare) o aspetti complementari (come la produzione e l'utilizzo delle automobili o la produzione e il consumo di energia). In sistemi caotici e non lineari, piccole cause possono avere effetti giganteschi e viceversa. Per poter essere qualificati come aggressioni, gli eventi reali devono essere fisicamente riconoscibili, pricologicamente percettibili e pertinenti per le preferenze dell'individuo. Sono le valutazioni umane che percepiscono le situazioni come opportunità o minacce, benefici o danni. Ed è la possibile incompatibilità tra le preferenze individuali soggettive che origina conflitti: ciò che a qualcuno piace, a qualcun altro potrebbe non piacere. Il contenuto specifico della nozione di aggressione è aperto e discutibile, non è un concetto facilmente circoscrivibile, ma arbitrario. Non può essere determinato usando esclusivamente la ragione pura, dipende dalle abitudini, dalle tradizioni, dalle consuetudini. Criteri oggettivi possono essere utilizzati per determinare se un'azione può essere considerata un'aggressione o no: intensità, immediatezza, estensione, durata.

Un'etica della libertà funzionale necessita l'inclusione di pricipi di responsabilità e regole per la legittima difesa. I tradizionali principi di giustizia mettono l'onere della prova dell'aggressione sull'accusatore, che devono provare ragionevolmente la colpevolezza dell'accusato. Non è l'accusato che deve provare la propria innocenza (se fosse così ogni persona dovrebbe dare prova di innocenza per ogni singola azione della propria vita, perchè potrebbe essere accusato in ogni momento). La legittima difesa può essere invocata dal destinatario degli effetti di un'azione se c'è un chiaro, repentino e manifestato pericolo,e non solo se qualcuno non può dare prova assoluta che non ci sia. La difesa diventa illegittima (ovvero si trasforma in un'aggressione) se non può essere provato che ci sia un danno tangibile.

Il principio di precauzione proposto da molti ambientalisti richiede che chi intraprende un'attività provi che sia del tutto inoffensiva e che il governo non ha bisogno di dimostrare che arrechi alcun danno per poterla fermare. Provare che qualcosa sia assolutamente innocuo è impossibile, poichè l'apprendimento è caratterizzato anche da esperimenti e errori. Un principio del genere paralizzerebbe l'innovazione. L'acquisizione di conoscenze è dispendiosa. La nozione di aggressione si basa sulle conseguenze o i risultati di un'azione (i reali effetti) e non sulle intenzioni o la conoscenza di chi agisce. Moralmente si tende a giustificare o sminuire le responsabilità se non c'è intenzionalità o se i danni sono imprevisti o effetti secondari: questo perchè le opinioni morali si sono evolute come istinti genetici nel passato, quando i nostri antenati avevano meno cosnapevolezza delle proprie azioni. Ma con il progresso tecnologico è fondamentale pretendere un uso consapevole dei propri mezzi, avvertendo le persone che la loro ignoranza o la loro mancanza di lungimiranza non sarà un alibi per i danni che causeranno. Questo tipo di regola incentiva coloro che considerano tutte le possibili conseguenze delle loro azioni, e non si limitano a valutare il raggiungimento degli obiettivi prefissi, poichè verranno giudicati in funzione dei reali effetti delle loro azioni.

I diritti di proprietà funzionano molto bene quando la realtà è facilmente analizzabile e gli effetti delle azioni sono diretti, locali, concentrati e agiscono principalmente sul proprietario e sualtri vicini facilmente identificabili. Ma gli elementi della realtà sono spesso interconnessi in modi difficili da riconoscere. Oggetti solidi e macroscopici tendono a stare fermi nella loro posizione, ma i fluidi (i liquidi e specialmente i gas) tendono a muoversi; i fotoni e l'energia termica tendono a fluire. Questi fattori si spargono e attraversano i confini legati finchè non vengono fermati da una barriera fisica.

Le esternalità sono effetti di un azione di un attore sulla proprietà altrui. Possono essere positive (come i regali, non vietati e nemmeno obbligatori) o negative. Un'aggressione è un'esternalità negativa. Esternalità diffuse e negative sono problematiche e difficili da regolare. Molte vittime potrebbero soffrire un piccolo fastidio o smarrimento da certe azioni: può sembrare ridicolo considerare illegittime delle azioni che producono effetti così trascurabili e sarebbe davvero dispendioso se ogni vittima chiedesse di fermare o compensare questo genere di azioni. Le esternalità possono diventare rilevanti per via degli effetti cumulativi e persistenti di piccole azioni compiute da molti agenti. In un'aggressione chiara è possibile e relativamente semplice determinare chi sia il colpevole e quindi chi debba risarcire la vittima. Nel caso delle esternalità diffuse può essere davvero complicato riconoscere e collegare i colpevoli, le azioni, gli effetti e chi ne fa le spese.

Poichè un'aggressione implica un danno, si può ingenuamente ritenere che si debba dare una definizione piuttosto allargata della nozione, in modo tale che molti danni siano evitati. Ma accettando che un'azione sia un'aggressione e proibendola si potrebbero avere conseguenze più dannose che tollerandola. Più aumenta il numero di azioni che sono considerate aggressioni illegittime, più spesso l'uso della forza è tollerato. Il costo del sistema necessario a riconoscere e punire gli aggressori e risarcire le vittime potrebbe superare i benefici che porta. Potrebbe essere più conveniente imparare a convivere con una realtà in continuo cambiamento, adattandosi, che cercare di arrestare queste modificazioni. Specialmente perchè gli umani sono propensi all'adattamento, per mezzo di cui hanno colonizzato gran parte del pianeta, in condizioni climatiche molto diverse tra loro. Automaticamente lasciare allo Stato la responsabilità di trattare diverse esternalità negative può essere un grande errore. Lo Stato è il monopolio dell'autorità e della violenza ed è spesso illegittimo (dittatori o anche leader democratici), molto inefficiente e spesso corrotto (mancanza di motivazioni o incentivi). Quello che spesso è chiamato fallimento del mercato è spesso solo il risultato di un'inadeguata determinazione del concetto di diritto di proprietà. Il mecato non è mai perfetto perchè gli esseri umani sono limitati nelle loro abilità e capacità; proporre che lo Stato risolva problemi che gli individui non sanno risolvere liberamente significa dimenticare che lo Stato stesso è composto da individui, e forse non i migliori su piazza (i burocrati non sono angeli disinteressati e i peggiori potrebbero raggiugnere le leve del comando)
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  • Cambiamento climatico
L'etica riguarda solo gli esseri umani: non c'è nessun dovere naturale di conservare l'ambiente, che non ha alcun valore intrinseco poichèle valutazioni sono prodotti dell'attività mentale. La contaminazione al di sopra di certi livelli è considerata un'aggressione poichè gli inquinanti danneggiano direttamente gli esseri viventi e non hanno effetti benefici. Il cambiamento climatico è collegato all'ambiente ma è radicalmente diverso dalla contaminazione. Il cambiamento climatico antropogenico può verificarsi in seguito a dei nuovi utilizzi delle terre e alle emissioni di gas serra. Dei cambiamenti nell'impiego delle terre possono alterare la riflettanza o l'albedo della superficie del pianeta e sembra difficile poterli considerare azioni illegittime.

L'anidride carbonica è un gas serra risultato della respirazione e della combustione di fonti energetiche fossili. Etichettarlo come un contaminante è un abuso del linguaggio, dato che è necessario alla fotosintesi e non è certo tossico. Alcune attività umane, come la coltura degli alberi, tolgono anidride carbonica dall'atmosfera. É estremamente difficile dimostrare la connessione specifica tra le emissioni umane di anidride carbonica, i cambiamenti climatici locali e i loro effetti particolari. Il cambiamento climatico, che si tratti di riscaldamento o raffreddamento globale, ha molte cause ed effetti possibili, e le valutazioni degli effetti possono essere differenti a seconda delle zone del pianeta. Le regioni fredde possono benedire un riscaldamento e biasimare un raffreddamento e viceversa per le zone a temperatura più elevata. Gli allarmisti del cambiamento climatico sembrano tanti reazionari del clima che non accettano alcun cambiamento.

Non esiste un clima ottimo, e in conflitti per la determinazione del clima possono crescere in maniera direttamente proporzionale al controllo che si raggiunge dello stesso. Anche se gli uomini si sono adattati a questo clima non significa che non possano fare altrettanto con climi diversi, se le differenze non sono eccessive. Il cambiamento climatico può sembrare repentino se rapportato ad una scala dei tempi geologici, ma è lento rispetto all'uomo, tanto da permettere un adattamento e una pianificazione per il futuro. Le politiche di mitigazione del cambiamento climatico hanno certamente altissimi costi nel presente [*3] e garantiscono benefici impercettibili per il futuro. I poveri di oggi si stanno sacrificando per aiutare i ricchi di domani.

La temperatura non è l'unico fenomeno associato al cambiamento climatico ed è possibile che non sia il più rilevante per il benessere degli umani, poichè gli essere umani vivono in un ampio range di temperature. Il livello del mare, le precipitazioni e le calamità atmosferiche sono più importanti. Il livello del mare può crescere lentamente per via del riscaldamento globale, ma il processo è davvero lento, tanto che potrebbero essere preparate delle protezioni e ammortizzate economicamente se necessario; la libertà di movimento può consentire alle persone di trasferirsi in terre più ospitali. Le precipitazioni dovrebbero aumentare con il riscaldamento globale, sebbene la loro distribuzione potrebbe cambiare. La dipendenza di calamità atmosferiche dal riscaldamento globale è complessa e poco conosciuta. Per quasi tutti i problemi connessi al riscaldamento globale, l'influenza del clima sull'uomo è poco rilevante rispetto a tutti gli altri fattori che possono essere facilmente ed efficientemente affrontati. Gli allarmisti sembrano ignorare soluzioni semplici per i problemi che sollevano.

Gli uomini sono proattivi (
ovvero in grado di reagire agli eventi in modo consapevole e responsabile non lasciandosi condizionare dalle proprie impulsive remore psicologiche e dalle circostanze ambientali esterne, ndt) non si sottomettono passivamente all'influenza della natura e contrastare il cambiamento climatico non è quindi l'opzione migliore. L'acqua corrente è un problema dove non ci sono diritti di proprietà, un mercato e dei prezzi. Le malattie tropicali dipendono dalle condizioni socioeconomiche. Le nazioni sottosviluppate sono povere soprattutto per via dell'inadeguatezza delle loro istituzioni sociali, non per il cambiamento climatico. Le ondate di caldo possono essere affrontante con l'utilizzo dell'aria condizionata (e il riscaldamento globale ridurrebbe le morti associate al freddo). L'estinzione degli esseri viventi è dovuta alla distruzione degli habitat o alle invasioni dell'uomo (o alla loro uccisione diretta nella caccia e nella pesca). I catastrofisti del cambiamento climatico sembra che si dimentichino altre più importanti e urgenti questioni che riguardano l'allocazione di risorse scarse richieste per mitigare il cambiamento climatico. É assurdo ritenere il riscaldamento globale il problema primario da affrontare per l'umanità quando c'è guerra, fame, malattia e povertà in buona parte del globo.

Per molti politici e per gli ambientalisti radicali il cambiamento climatico è il problema principale per la civiltà umana e pretendono di parlare in nome di tutta l'umanità. Ma tutti i problemi sembrano estremi per loro, poichè non hanno alcuna nozione dei costi opportunità. Il loro linguaggio morale impone doveri ai cittadini che sembrano ricevere ordini su quello che devono fare e quello che devono evitare senza alcuna spiegazione. I Governi sono ritenuti necessari affinchè proteggano i loro cittadini dalle aggressioni, ma loro sono degli incompetenti nello svolgere questo compito, poichè spesso compiono aggressioni istituzionali proibendo azioni completamente pacifiche e volontarie; e ora con il cambiamento climatico ritengono che il riscaldamento globale antropogenico sia un'azione illegittima.

Alcuni sostenitori radicali dell'AGW provano persino a censurare e criminalizzare il dissenso degli scettici, dei "negazionisti" o di coloro che minimizzano [*4]. Ma il pensiero e la parola, anche se sbagliati o falsi, non costituiscono mai un crimine reale. Ci possono essere anche gruppi di pressione che da ambo le parti sostengono le scelte governative a loro più congeniali: non solo le compagnie petrolifere o nucleari, ma anche le aziende che si occupano di rinnovabili [*5]. Mentre la corrente principale riguardante il cambiamento climatico potrebbe anche avere ragione, la loro ignoranza riguardante l'economia, la politica e la legge è gigantesca. La cosa più importante per un essere umano sono i suoi stessi simili e non l'ambiente. Gli uomini possono essere estremamente dannosi quando sono politicamente organizzati e ispirati dal collettivismo.

I possibili danni del cambiamento climatico devono essere rapportati ai possibili danni dell'intervento della burocrazia governativa e dell'oppressione politica. Forse l'intero allarmismo per il riscaldamento globale è solo una scusa per estendere il potere statale e per distrarre da altri problemi. Le istituzioni sociali sono la cosa più importante e ad oggi stanno seguendo la strada sbagliata: un grande miglioramento è possibile e la libertà è la risposta.



Francisco Capella si è laureato in Fisica e ha seguito studi post-laurea in astrofisica, intelligenza artificiale e ingegneria della conoscenza. Ha una laurea magistrale in economia austriaca presso l'Università Rey Juan Carlos di Madrid. É un menbro fondatore dell'Istituto Juan de Mariana e dirige il dipartimento di scienze ed etica. Segui il suo blog e contattalo via mail. Oppure leggi i suoi articoli nell'archivio di mises.org.

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