27 maggio 2010

Obama e la Guerra ai Poveri

Ieri, nell'articolo di Mises sull'inflazione, anche solo marginalmente era stata toccato l'argomento della "guerra alla povertà" intrapresa da Lyndon Johnson nella seconda metà degli anni Sessanta. La ridicola convinzione che un governo possa aiutare le classi più deboli tassando, inflazionando e spendendo, oltre ad essere assurda, è viva e vegeta anche oggi ed è certamente uno dei pilastri del "cambiamento" di Obama. Ecco un'analisi lucida di Paul A. Cleveland, del Mises Institute. Buona lettura:
Uno dei miei mentori, Clarence Carson, negli anni Settanta pubblicò un libro intitolato La Guerra ai Poveri. Per il titolo prese ispirazione dallo slogan "guerra alla povertà" di Lyndon Johnson. Carson notò che le guerre di oggi sono intraprese contro le persone reali piuttosto che le circostanze, che se il governo fosse impegnato in una guerra, dovrebbe esserlo contro un gruppo identificabile di persone. Nel suo libro egli identificò i poveri come questo gruppo, analizzando l'impatto economico delle varie politiche perseguite dal Presidente. In ogni nuova iniziativa della Great Society (così è definita la serie di riforme varate da Johnson, ndt), l'effetto di queste politiche era di alzare il livello dei prezzi di vari prodotti e di creare disagi ai poveri per tutelare pochi interessi circoscritti.

Non è cambiato molto in America. L'unica differenza tra ieri ed oggi è la misura in cui la proprietà viene attaccata. In verità, l'intero processo politico sembra gravitare attorno a questi attacchi fatti con lo scopo di ridurre la miseria, che nella maggioranza dei casi è causata da qualche programma precedente. Nonostante la miseria che le politiche passate ci hanno inflitto, durante ogni campagna elettorale i nostri politici viaggiano per il paese raccontandoci di come le loro proposte risolveranno qualsiasi problema che ci affligge. Se sono in carica, essi obiettano che le loro politiche funzioneranno se gli verrà concesso il tempo necessario. Per giunta, ci dicono che sono stati ostacolati nello sviluppo delle imprese promesse dai loro avversari politici. In alternativa, l'opposizione sostiene che solo gli interventi che ha proposto funzioneranno nel produrre la prosperità economica desiderata. E così via, fino a quando ciascuno cerca i voti di cui ha bisogno per aggiudicarsi le elezioni.

Fortunatamente per i nostri aspiranti maghi, i media prendono l'intero processo molto seriamente e dedicano gran parte del loro tempo al dibattito, senza porre nessuna domanda seria riguardo l'utilità di qualsiasi intervento. I media danno quindi credibilità a un processo che non potrebbe esistere senza il loro appoggio. Dopo tutto, se i media credono veramente che il governo sia in grado di produrre qualcosa dal nulla, i poco esigenti spettatori hanno analogamente ragione di essere in linea con questa posizione. In ogni caso, c'è una questione di cui i nostri aspiranti politici si rifiutano sempre di discutere. Loro non compiono mai lo sforzo di quantificare il costo della loro proposta. Se vengono forzati nel discutere di questo argomento, si limitano semplicemente a rispondere che i molti benefici del loro programma ripagheranno ampiamente i costi iniziali. Inoltre propongono costantemente un piano che imponga i costi sulle spalle delle persone ricche, perchè sono in grado di sostenerli. Poichè nessuno conosce nessuna di queste persone molto ricche, molti sono certi che il piano del politico gioverà alla propria condizione.

Il mago vive del suo inganno. Se il pubblico fosse sempre in grado di vedere la reltà circa quello che la classe politica sta realmente facendo, questi maghi dovrebbero esercitare la loro arte in privato. Ma questo tipo di frode li espone al pericolo di dover passare del tempo in prigione (come può testimoniare Bernie Maddoff). Se non volessero rischiare un periodo di detenzione, la classe politica dovrebbe lavorare per vivere. Non sarebbe più possibile per loro vivere dei frutti del lavoro di altre persone. Essi sono invece contenti che i cittadini siano in maggioranza compiacenti della loro cecità nei confronti dell'impoverimento che hanno perpetrato. Attualmente, l'inganno dei politici del giorno d'oggi non è niente di nuovo. É un'antica pratica e la storia è piena di casi in cui le autorità governative vivono della produzione di altri. Ne "La ricchezza delle nazioni", Adam Smith osservò che "Non c'è nessun arte che un governo impari da un altro, che non sia quella di prendere i soldi dalle tasche delle persone." [1]

Il processo di saccheggio pubblico sembra abbia guadagnato velocità con la nuova amministrazione. Si è intrapreso un assalto su tutta la linea del pubblico, che non ha il solo scopo di depredare i poveri per pochi interessi speciali, ma aumentare cospicuamente il numero delle persone che possono considerarsi povere. Se guardiamo al piano democratico dei Democratici e di Obama sul Carbon Cap-and-Trade o alla Riforma Sanitaria o al piano di salvataggio economico, in ogni caso essi hanno intenzione di alzare i prezzi e aumentare le tasse che gravano su ciascuno. Mentre poche corporazioni beneficeranno enormemente da queste riforme, la stragrande maggioranza delle persone sarà più povera. La parte più triste di tutto ciò è che a nessuno pare interessare che le conseguenze peggiori verranno pagate dai più deboli. L'immoralità di questa oppressione e di questa tirannia dovrebbero essere evidenti a chiunque guardi anche casualmente questa situazione. Comunque, finora i mass media hanno appoggiato Obama, e la popolazione ha deciso di rimanere ciecamente ignorante.

Suppongo che non ci sia niente di nuovo. Nel gioco politico sembra che ciascuno speri di essere tra i beneficiari. Inoltre, sembra che le persone non vogliano realizzare un'ovvia verità economica: in questo mondo ci sono solo pochi modi per ottenere ciò che desideriamo. Possiamo produrre le cose noi stessi arrangiandoci, produrre qualcosa che interessi agli altri e usarla come merce di scambio per ciò che vogliamo, prendere le cose con la forza o con la truffa, o riceverle come carità. Solo le prime due di queste attività sono economiche. Il furto e la carità non possono essere applicati universalmente, perchè ciascuna può essere raggiunta solo attraverso la produzione di altri. É questa la cosiderazione che ha spinto H.L. Mencken ad asserire che le elezioni in Americano non erano nient'altro che aste di proprietà rubate. Oppure, come ironicamente ha affermato, "Un buon politico è qualcosa di impensabile quanto un ladro onesto."

In verità, la redistribuzione governativa della proprietà non è niente di più che un furto sistemato, in cui i politici rubano dalle masse. Che si tratti dei salvataggi finanziari orchestrati dall'amministrazione Bush o dell'acquisizione di due case automobilistiche da parte dell'amministrazione Obama, il furto governativo di proprietà privata è vivo e vegeto. A queste persone importa poco che le loro azioni impoveriscono gli altri. Piuttosto, essi agiscono egoisticamente nella loro avidità e il loro scopo politico è quello di rubare ciò di cui hanno bisogno dagli altri. In verità, la mano di chiunque che supplichi per un favore statale partecipa a questa attività ingiusta e immorale. Il governo è semplicemente incapace di creare qualcosa dal nulla. Indipendentemente da quello che credo molti giornalisti, Barack Obama non è l'Onnipotente, in grado di creare cose dal nulla. Non importa che si tratti di Woodrow Wilson, Herbert Hoover, Franklin Roosevelt, Lyndon Johnson, Richard Nixon, Jimmy Carter, George Bush o Barrack Obama. Un ladro è un ladro, e tutti i ladri impoveriscono le loro vittime.
Per i più scettici a dimostrazione dell'articolo di Paul Cleveland ecco un estratto dell'analisi di solari.com su uno dei tanti effetti dell'Health Care Act dell'amministrazione Obama:
Il Congresso ha aggiunto una norma che richiede che ogni attività che non sia esentata dalle tasse di provvedere per il 31 gennaio di ogni anno a fornire un documento di versamento delle tasse (solitamente un modulo 1099) per ogni beneficiario a cui siano stati fatti pagamenti complessivi di 600 dollari o più durante l'anno solare. [...] Chiedetevi quante imposte fiscali si risparmieranno attraverso questa norma se comparati ai costi burocratici. Pensiamo che concluderete che i benefici potenziali per i contribuenti saranno superati di gran lunga dall'aumento dei costi in termini di tempo di lavoro degli impiegati, costi esterni legali e di contabilità e perdita generale di qualsiasi privacy contabile. Lo scopo di questa norma è quello di sovraccaricare le piccole aziende con costi aggiuntivi che le escludano dal mercato? Noi pensiamo di si.
Tutte le regolazioni governative (spacciate come "riforme") sono disegnate e create al fine di mantenere i monopoli, che sono anche le prime realtà che accedono alla refurtiva fiscale che ogni anno un governo incamera. Questo è il modus operandi del socialismo. In rete ci sono altri esempi che attestano che la redistribuzione governativa della proprietà privata non sia altro che un furto sistematico, con particolare riferimento all'attuale amministrazione Democratica. Non potendo tradurre mi limito a linkarli qui sotto.

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