21 marzo 2006

Chi ha deciso le sorti del mondo?

(fonte: «The Empire Burlesque»)

Con una decisione amministrativa clandestina, il voto del 2008 in California (e dunque negli Usa) è stato deciso il mese scorso. Vincerà Bush, con un broglio già pronto. Non ha importanza chi sarà a correre per i Democratici - Hillary Clinton, Barack Obama, John Edwards, George Clooney o Gesù Cristo vestito da Zio Sam - perché questo non farà un'unghia di differenza.

Tre settimane or sono, un oscuro funzionario repubblicano dello stato di California, non eletto ma nominato dal partito, ha deciso il futuro del mondo. Questo futuro sarà - almeno per i prossimi 6-7 anni a venire - un crescente incubo di guerra, corruzione, repressione, dissesti, atrocità e terrore. E questo perché il leale apparatchik, con un tratto di penna, ha garantito la permanenza al potere della fazione militarista di George W. Bush nel 2008 e oltre. Una delle poche certezze nelle moderne faccende di politica interna statunitensi è che nessun candidato democratico può sperare di vincere la corsa alla Casa bianca senza vincere in California. Grazie al sistema da asilo infantile dei Collegi Elettorali messo in piedi dagli Oligarchi Fondatori per tener lontana la gente di bassi natali dal votare direttamente per il presidente, la grossa sporta di voti elettorali della California è decisiva per i Democratici per superare la moltitudine di piccoli e spopolati stati che votano sempre con sicurezza per i Repubblicani. Mettere in saccoccia la California non garantisce ovviamente la vittoria democratica; ma senza la California, i conteggi elettorali mozzafiato delle taroccate elezioni del 2000 e del 2004 non sarebbero stati neanche necessari. E dunque: la decisione del segretario di stato della California Bruce McPherson, presa in segreto e all'improvviso, di passar sopra le obiezioni avanzate dai suoi stessi esperti e di certificare come valide per uso ufficiale in tutto lo stato delle «macchine per votare» Diebold - completamente aperte all'intervento di hackers e prodotte da un'azienda privata politicamente schierata - significa molto semplicemente che per le presidenziali del 2008 l'imbroglio è già fatto.

Non ha importanza chi sarà a correre per i Democratici - Hillary Clinton, Barack Obama, John Edwards, George Clooney o Gesù Cristo vestito da Zio Sam - perché questo non farà un'unghia di differenza. La California è già perduta, la presidenza è già perduta, i Bushisti sono già in sella. I giochi sono fatti. Dopo che le macchine di Diebold avevano fallito miseramente in una serie di test l'anno scorso - scrive il giornalista investigativo Brad Friedman - questo McPherson aveva pensato di tenere in sospeso la loro certificazione fin quando una commissione di esperti, da lui stesso scelti uno per uno, non avesse esaminato ben bene il sistema prima di dirgli addio. La commissione ha consegnato il suo parere conclusivo il mese scorso e i risultati sono impressionanti, molto al di là dei peggiori timori del più ardito «teorico della cospirazione». La commissione in sostanza ha trovato che le macchine Diebold sono letteralmente crivellate di curiose anomalie, «buchi» strutturali che in pratica «lasciano il completo controllo del sistema» a eventuali hackers, che dall'esterno potrebbero «cambiare i totali dei voti, modificare i rapporti, cambiare i nomi dei candidati, cambiare la competizione che si sta votando». E non basta: quel che è più importante, per fare il loro lavoro sporco gli hackers non avrebbero bisogno di conoscere password o chiavi crittografiche, o di avere accesso ad altre parti del sistema», come ha riportato all'epoca il Los Angeles Times. «Elettori, candidati e osservatori delle elezioni non saprebbero di esser stati imbrogliati». Si potrebbe immaginare a fatica un mezzo più perfetto per truccare un'elezione. E la faccenda non richiederebbe nient'altro che un pugno di fedeli zeloti high-tech, non una larga e facilmente scopribile cospirazione. Naturalmente, dopo una simile, rovente condanna, questo McPherson ha fatto quello che avrebbe fatto ogni funzionario cui è stata affidata la responsabilità di garantire la serietà e la credibilità delle elezioni nel suo stato: ha approvato lo scalcagnato sistema alla luce della luna, nelle ultime ore di un venerdì prima di un weekend festivo, senza nessuna discussione pubblica - addirittura senza aspettare i risultati di controllo federale in corso sui codici infestati di «cimici» delle macchine Diebold. E adesso questi aggeggi - i cui cronici «guasti» hanno fatto da protagonisti in numerose elezioni contestate degli ultimi anni e nelle vittorie - miracolo dell'ultima ora di candidati repubblicani in giro per il paese - avranno il controllo della pentola d'oro elettorale californiana.

Un buon esempio di come questo controllo effettivamente funziona può essere visto nel caso dell'Alaska. Lì, il partito democratico dello stato ha cercato lungamente di ottenere una verifica di alcuni dei risultati del 2004 «contati» dalle macchine Diebold, che avevano presentato una serie di strane anomalie - tra cui l'omaggio a George Bush di centomila voti extra che erano poi risultati inesistenti. Dapprima, dei funzionari dello stato avevano bloccato la richiesta perché questo tipo di informazioni - il conteggio dei voti di un'elezione pubblica - era un «segreto aziendale » che apparteneva esclusivamente alla Diebold. Poi decisero che i risultati potevano in effetti essere verificati - ma solo a condizione che alla Diebold e ai funzionari repubblicani fosse consentito di «mettere le mani nei dati» prima di lasciarli verificare.

Alla fine, persino questa sporchissima trasparenza è apparsa eccessiva per gli sgranocchiatori di schede bushisti: il mese scorso, i funzionari dell'amministrazione dell'Alaska ci hanno ripensato e hanno improvvisamente dichiarato che verificare i risultati avrebbe posto un terribile ma non precisato «rischio per la sicurezza» dello stato. Teocrazia totalitaria. Le votazioni in America sono sempre più controllate da un piccolo numero di corporations legate tra loro: Diebold, Es&S, Sequoia, tutte aziende che hanno strettissimi legami politici e finanziari con la fazione di Bush - e con altre forze oscure allo stesso tempo. Diebold e Es&S sono state entrambe finanziate dal tycoon Howard Ahmanson, che è stato anche uno dei principali fondatori del movimento cristiano «Dominionista» - un organismo che reclama apertamente una teocrazia totalitaria per l'America, con tanto di pena di morte per gli omosessuali, riduzione in schiavitù dei debitori insolventi, lapidazione per i peccatori e privazione della cittadinanza per i non credenti.

Come riferisce Max Blumenthal, questi estremisti sono stati accolti con entusiasmo come parte integrante della «base» bushista fatta di evangelici politicizzati, i cui quadri hanno silenziosamente riempito i posti di governo negli ultimi cinque anni. E da parte sua Sequoia - le cui macchine contavoti hanno prodotto qualcosa come 100.000 «errori» in una sola contea della Florida nelle elezioni del 2004, secondo una recente verifica - è un'azienda di proprietà di una consociata del gruppo Carlyle, la holding finanziaria i cui traffici di insider e profitti di guerra hanno portato milioni di dollari di guadagno alla famiglia Bush. E così dunque le elezioni del 2008 saranno condotte in larga misura attraverso macchine per votare totalmente aperte, programmate da partigiani dichiarati e da finanziatori di una gang spietata che ha già commesso provati brogli elettorali su larga scala per costruire le risicate «vittorie» nel 2000 e nel 2004.

E allora non ha importanza chi gareggia; non conta chi vota; non interessa quanto profondamente impopolare sia diventata la fazione di Bush con il disastro omicida dei suoi programmi militar-aziendali. Il «consenso dei governati» sarà annegato comunque nel fiume di denaro che ha comprato il processo elettorale della nazione.

Chris Floyd, Giornalista americano.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

ma è scandaloso che succeda una cosa cosi...ed è ancora più scandaloso che nessuno ne parli....
Possibile che a nessun media interessi ciò?

Anonimo ha detto...

Grazie per la comunicazione, io avevo già letto qualcosa di simile su un libro chiamato "Le notizie più censuarte del 2005". La cosa è scandalosa, ma non mi preoccupa più di tanto. E' da un po' che sostengo che se il sistema fa schifo, non è certo con il mio o il tuo voto che cambierà, ma se noi cambiassimo stile di vita questa gentaglia non avrebbe il potere attuale. Se invece di negargli il voto gli neghiamo il sostegno finanziario faranno una gran brutta finaccia.

Ciunciun ha detto...

Sono dubbioso Nicolò, se fosse tutto vero perchè i democratici non si mobilitano?
Sono convinto che chi da queste notizie si basi su notizie "che tendono" al vero, ma quello che è scritto in questo articolo sono più che altro supposizioni (anche se probabili, certo!), e come tali non possono essere additate come prove.
Se la vicenda avrà degli sviluppi, vedrai che ne sentiremo parlare...
Per intanto però quello che abbiamo sono solo supposizioni e scenari possibili.

Nicolò ha detto...

E' ovvio che questa notizia necessita di ulteriori prove per essere ritenuta valida, ma il precedente dell'Alaska e le società implicate sono un buon punto di partenza. Per quanto riguarda una mobilitazione sia di democratici che dell'opinione pubblica è bene ricordare che l'amministrazione Bush, sia per proprietà diretta che per favori dati, conta diversi appoggi all'interno dei Mass Media e delle società statunitensi più influenti (vedi Carlyle, Halliburton,...). Se poi teniamo conto che, partendo da Seattle e scendendo lungo la costa del Pacifico, fino al confine col Messico, si trova tutta una sequela continua di opifici di ogni taglia e misura, che lavorano esclusivamente per l' amministrazione USA ci rendiamo conto che sostenere questa tesi può andare più a discapito dell'accusante che dell'accusato.
Situazione con cui stiamo facendo conto anche noi stessi, del decreto in favore della famiglia Beretta sulla vendita di armi in Iraq nessuno ne ha parlato. Fortuna che c'è internet e i bloggers!

unonessuno ha detto...

Anche in italia alle prossime elezioni, a seguito di un decreto legge del 3 gennaio 2006 ci saranno scrutini elettronici.
Una cosa che riguarderà 12.680 sezioni e oltre un quinto degli elettori, undici milioni di persone in quattro regioni chiave come Liguria, Lazio, Puglia e Sardegna.
Una delle aziende alla quale è stato affidato l'incarico è tale Accenture,società di consulenza che fu coinvolta nelle polemiche sulle elezioni presidenziali in Florida, con i database da cui sarebbero stati tolti neri e ispanici per favorire i repubblicani.
Tra l'altro di Accenture è Partner Giammario Pisanu,figlio del ministro dell'interno.
Tutto questo in un'inchiesta della rivista Diario di Enrico Deaglio.

Una cosa però devo dire a proposito degli USA.Bush nel 2008 non potrà essere rieletto presidente. Non si può rimanere in carica per più di due mandati.

Nicolò ha detto...

Grazie per la segnalazione e soprattutto per la correzione, così che mi possa chiarire su questo punto. Bush non potrà essere rieletto, questo è certo, ma se così stanno le cose, i poteri forti che lo appoggiano troveranno un'altra testa di paglia da manovrare a loro piacimento.

Posta un commento