23 marzo 2006

Deregulation ambientale

(fonte: Reuters)

oggi il ministro dell'Ambiente Altero Matteoli ha presentanto la "Relazione sullo stato dell'ambiente 2005", aprendo la sua conferenza con la seguente dichiarazione: "Le decisioni che abbiamo preso, le normative che abbiamo fatto approvare, questo ci ha consentito di migliorare notevolmente lo stato di salute dell'ambiente in Italia". Ecco un breve riassunto del suo intervento. Matteoli ha fornito alcuni dati incoraggianti: le emissioni delle industrie sono diminuite del 23%, sono in crescita le energie rinnovabili con gli impianti eolici passati dai 107 del 2003 ai 120 dell'anno seguente, è aumentato - anche se di poco - l'impiego dei mezzi pubblici nelle città negli ultimi cinque anni, sono in costruzione 121 chilometri di metropolitane in dieci città, e il 93% delle auto diesel in circolazione è in regola con gli standard europei. Nonostante negli ultimi 15 anni gli indicatori ambientali siano in costante miglioramento, un nodo cruciale resta "il gap delle infrastrutture che ha effetti negativi sull'economia e sull'ambiente", ha sottolineato il ministro nell'intervento di questa mattina a Villa Madama. Per fare un esempio, "la discarica continua a rappresentare un problema serio nel nostro Paese", mentre la raccolta differenziata ha raggiunto gli obiettivi prefissati solo al Nord. Per quanto riguarda le emissioni di CO2, tra il 1990 e il 2004 in Italia sono aumentate dell'11,6%, in linea con i maggiori Paesi europei (almeno in qualcosa stiamo al passo con l'Europa, no?!) che dimostrano difficoltà a rispettare l'obiettivo di Kyoto. Ma il "disaccoppiamento" tra emissioni e Pil negli ultimi dieci anni, ha sottolineato Matteoli, dimostra "l'elevata efficienza energetica e la bassa intensità di carbonio dell'economia italiana". Un contributo importante potrebbe venire dall'ampliamento della rete ferroviaria: nonostante la diminuzione delle emissioni nazionali, infatti, il settore dei trasporti è ancora responsabile del 61%.

Parallelamente, il WWF, ha presentato in un libro il bilancio del lavoro del Governo, una “controriforma” che ha fatto perdere all’Italia il concetto costituzionale di ambiente come bene primario e valore trasversale”. Non si tratta di una valutazione fatta da ‘estremisti’, come spesso il mondo ambientalista viene giudicato. L’analisi è stata condotta dallo staff tecnico-legislativo di 17 persone del WWF e curata da Gaetano Benedetto, Segretario aggiunto del WWF Italia. Uno degli aspetti più dannosi, che non riguarda solo la difesa dell’ambiente “tout-court”, ma soprattutto la tutela della salute dei cittadini, è il fatto che per effetto di questa “controriforma” ambientale decine di milioni di tonnellate di rifiuti industriali potenzialmente scompariranno da ogni controllo favorendo il traffico delle eco-mafie. Il dato più macroscopico è quello di una sommatoria di ricadute sull’ambiente analoghe a questa: oltre ad una deregulation sui rifiuti la XIV° legislatura ha reso più difficili le bonifiche, ha innalzato i limiti di inquinamento delle acque, ha previsto deroghe alla VIA per molte infrastrutture, ha ristretto il campo di applicazione del danno ambientale. Tutto questo si aggrava considerando un contesto “esterno” di ambiente già stressato e per molti versi compromesso. Sulla gestione del territorio, ad esempio, i condoni edilizi e le sanatorie paesaggistiche hanno già impedito di reprimere gli abusi commessi, le nuove concessioni demaniali occuperanno ulteriormente le già martoriate coste, la scomparsa delle scadenze dei piani paesaggistici e la sottrazione dei poteri sostitutivi dello Stato renderà difficilissima l’introduzione di elementi di tutela anche per i nostri territori più delicati. Ed ancora decine di opere pubbliche la dalla dubbia utilità, che consumano territorio senza neppure avere una Valutazione di impatto ambientale ordinaria. Nel campo dell’energia manca una programmazione: si discute di carbone, di rigassificatori, di biomassa, etc. senza che nessuno stabilisca il quanto e il dove, e senza un piano energetico nazionale di riferimento.

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