18 aprile 2006

La sfida di una edilizia più ecoefficiente

Il suolo edificato in Italia, utilizzato per abitazioni, impianti o strade, è aumentato dell'80% tra il 1950 e il 1992. Entro il 2010 ci si aspetta un ritmo di incremento di 100 ettari al giorno, che corrisponde a una superficie di circa 150 campi di calcio. Meno dell'1% degli edifici sono di nuova costruzione. Si calcola che il 75% delle costruzioni che saranno presenti nel 2020, oggi siano già state costruite. Su questo settore si devono quindi concentrare gli sforzi per una riduzione degli sprechi energetici. Un terzo del fabbisogno energetico in Italia viene utilizzato per il riscaldamento di edifici che è responsabile del 20% dell'emissione di CO2 (180 milioni di tonnellate). Se si considerano anche gli immobili commerciali e istituzionali, la climatizzazione è responsabile circa per un 17% dell'emissione complessiva di CO2 in Italia. I consumi di una famiglia italiana composta da tre persone, sono passati dai 1800Kwh del 1980 ai quasi 3000 Kwh attuali. Questo significa un aumento nella bolletta elettrica ed anche una maggiore emissione di gas serra. Attuando un piano di risanamento adeguato dell'edilizia esistente si può raggiungere un risparmio energetico pari al 60%. Questo 60% è il valore dei Negawatt, l'unità di misura dei Megawatt risparmiati. Attualmente i Negawatt, il risparmio di energia, è la maggiore fonte potenziale di energia a disposizione. Il consumo energetico di una casa e strettamente legato al clima cioè alla temperatura esterna. Negli Stati Uniti negli anni '80 sono state fabbricate case con il massimo sfruttamento dell'energia solare. In Scandinavia si costruiscono case in struttura leggera con minima dispersione (effetto coperta). In Italia, dal dopoguerra, gli edifici risultano strutturalmente " pesanti " con poco effetto isolante. Il consumo energetico in queste case è molto alto. Gran parte del consumo deriva dalla fuga di calore attraverso il tetto. Riscaldare un appartamento in centro o in nord Italia per un anno comporta un consumo circa di 1200 litri di gasolio (o 1000 metri cubi di metano) con una emissione di circa 5-6 tonnellate di CO2, pari ad una spesa di circa 700/800 euro. Negli edifici tradizionali si consuma 27 l gasolio per mq/anno.Una casa monofamiliare media, di 200 metri quadri, larga 10 metri e lunga 20 metri, alta 7 metri, tetto spiovente, e riscaldamento interno a 20° C di massima, situata in una città media (centro-nord Italia, con un valore di dispersione di calore Cg di 2500° Kelvin/anno), ha un tasso di dispersione energetica di 57.008 Kwh/anno. Si calcola in media un consumo di 285 Kwh ogni metro quadro, ogni anno corrisponde ad un consumo 28,5 litri di gasolio ogni metro quadro. La stessa casa con un buon isolamento del tetto a base di fibra di legno riciclato, disperderebbe quasi metà del calore: 25.000 Kwh/anno. Il che significa una dispersione al metro quadro di 130 Kwh/mq/anno e ad un consumo al metro quadro di 13 litri di gasolio. Nei miei prossimi interventi sul risparmio energetico cercherò quindi di trattare approfonditamente il tema dell'isolamento termico e delle "case passive", integrando le notizie del web con il mio piccolo bagaglio di conoscenze tecniche. Consiglio comunque a tutti, nel caso in cui non l'avessero fatto, di rileggere i miei primi interventi su questo tema, disponibili nella barra di destra.

"A Quinto sembrava di non essersi mai accorto che una vita così fitta e varia lussureggiasse in quelle quattro spanne di terra, e adesso, a pensare che lì doveva morire tutto, crescere un castello di pilastri e mattoni, prese una tristezza, un amore fin per le borragini e le ortiche, che era quasi un pentimento." Italo Calvino, La speculazione edilizia, 1957

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ancora un post unico, l'idea dei negawatt è stupenda, mai è frutto del tuo bagaglio o l'hai travata da qualche parte? Ciao a presto.

Nicolò ha detto...

Grazie del complimento. L'idea del negawatt circola già da un po' di tempo, ma ha poca visibilità, soprattutto perchè in Italia non esiste assolutamente una cultura energetica, lo dimostrano i milioni di condizionatori che azioniamo d'estate e gli sprechi invernali. Darò più spazio a questo tema, ultimamente mi sono concentrato per forza di cose sulla campagna elettorale.

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