6 ottobre 2006

Odo Gelli far festa

(fonte: Uliwood Party di Marco Travaglio - 03.10.2006)
L’intervista di Maurizio Costanzo (tessera P2 n. 1819) a Vittorio Emanuele di Savoia (tessera P2 n. 1621) su Canale 5 diretto da Massimo Donelli (tessera P2 n. 2207) e di proprietà di Silvio Berlusconi (tessera P2 n. 1816) è stata un momento di grande televisione. Sia per l'atmosfera di gaia rimpatriata, sia per un certo qual retrogusto di buon tempo antico. Tutto passa, tutto scorre, ma l'ancoraggio alla miglior tradizione nazionale non viene mai meno: la P2, se Dio vuole, è viva e lotta insieme a noi. Prossimamente su questi schermi: Costanzo intervista Gelli (remake del celebre tete à tete sul Corriere del 5 ottobre 1980), Costanzo intervista Cicchitto, Costanzo intervista Berlusconi (ma questa dobbiamo averla già vista da qualche parte). Domenica i due muratorini fingevano di non conoscersi. Si davano del lei. Fratello Maurizio, con fare paterno, anzi fraterno, dispensava buffetti al fratello Vittorio, trattato un po' come il fratello scemo: "Principe, attento alle cattive compagnie, che poi la trascinano sulla cattiva strada". "Dottore, la ringrazio di questa opportunità e dei buoni consigli". "Principe, abbiamo letto le sue telefonate, non crede di doversi scusare?". "Ma certo, Dottore, sono stato coinvolto senza saperlo, avrò fatto delle cattive scelte, degli errori, me ne pento e me ne scuso". "Principe, che umiltà! Questa non me l'aspettavo, è una cosa molto importante". "Dottore, mi scuso con le donne, cosa si farebbe senza...". "Principe, dovrebbe scusarsi anche con i sardi". "Ma certo, l'ho già fatto e scritto". "E poi, principe, ci sarebbe quel ragazzo, Hammer, morto a cavallo". "Oh, dottore, m'è dispiaciuto molto il decesso di quel povero ragazzo, ma io non c'entravo nulla. Sa, io sono stato sempre armato soltanto di buone intenzioni". "Ma principe, non dica così, per carità...". Chi vedeva la trasmissione s'è fatto l'idea che il cosiddetto principe sia stato arrestato a Potenza per qualche parolaccia telefonica. Purtroppo l'accusa parla di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione (per i traffici al casinò di Campione) e allo sfruttamento della prostituzione (per le ragazze dell'Est che il gentiluomo si faceva procurare da una gang di malfattori). Senza contare la lettera anonima commissionata a un malavitoso contro il direttore di Novella 2000 Luciano Regolo, con scritto: "Sei morto". Insomma, non l'hanno arrestato per quel che ha detto, ma per quel che ha fatto. Solo che quel che ha fatto non lo racconta mai nessuno. Nel migliore dei casi, si sorvola. Nel peggiore, si mente. Lunedì scorso Vespa ha parlato a lungo dell'inchiesta di Potenza col ministro Mastella, accusando i magistrati di passare i verbali degl'interrogatori ai giornali, che li pubblicano l'indomani: una balla colossale, visto che mai dalla Procura di Potenza è uscito un solo interrogatorio di indagati che non fosse già pubblico, cioè depositato ai difensori, o al gip, o al Riesame, o contenuto in un'ordinanza di custodia. Vespa aggiunse che i magistrati avevano perseguitato il povero principe con domande intime sulle sue abitudini sessuali e avventure extraconiugali, mettendolo in cattiva luce con la mogliettina che l'aspettava trepidante a casa. "Manco fosse indagato per sfruttamento della prostituzione", commentò l'insetto, ignaro del fatto che il Savoia è indagato proprio per sfruttamento della prostituzione. Mastella, che in teoria sarebbe il ministro della Giustizia e ha già sguinzagliato gl'ispettori a Potenza, non aveva nulla da obiettare nemmeno alla seconda superballa, raccontata - fra l'altro - da un giornalista in plateale conflitto d'interessi, visto che era stato immortalato dalle intercettazioni di Potenza mentre concordava col portaborse di Fini un'intervista "cucita addosso" al leader. Grazie all'Ordine dei giornalisti che ha sospeso per 12 mesi un giornalista-spione sul libro paga del Sismi e per pochi mesi tre firme telecomandate da Moggi, sappiamo che certe cose non si possono fare, anche se chi le fa rischia poco o nulla.

"Ma la vittoria della vanità non è la modestia, tanto meno l’umiltà, è piuttosto il suo eccesso", José Saramago da Memoriale del convento

1 commenti:

Anonimo ha detto...

che situazione raccapricciante...

Posta un commento