13 gennaio 2008

Casus belli

É notizia recente che l'incidente del Golfo del Tonchino [*1] (seguito dalla Risoluzione approvata dal presidente Lyndon Johnson, che ha portato di fatto gli States nella guerra in Vietnam) sia una messinscena creata ad arte dagli stessi Stati Uniti per legittimare un intervento nell'area asiatica [*2]. Proprio come per l'affondamento dell'US Maine del 1898 [*3] (che consentì agli States di strappare Cuba e le Filippine a Madrid), per il Lusitania nella "grande guerra" [*4] e per Pearl Harbor [*5], pare che questa usanza secondo cui la superpotenza americana viene proditoriamente aggredita senza ragione da un avversario debole, che la costringe a devastarlo a tappeto e a renderlo democratico, sia sempre in voga [*6]:

North Vietnamese made hoax calls to get the US military to bomb its own units during the Vietnam War, according to declassified information that also confirmed US officials faked an incident to escalate the war. The report was released by the National Security Agency [*Nsa.gov], responsible for much of the United States' codebreaking and eavesdropping work, in response to a "mandatory declassification" request, the Federation of American Scientists (FAS) said Monday.[...] But he said that probably the "most historically significant feature" of the declassified report was the retelling of the 1964 Gulf of Tonkin incident. That was a reported North Vietnamese attack on American destroyers that helped lead to president Lyndon Johnson's sharp escalation of American forces in Vietnam. The author of the report "demonstrates that not only is it not true, as (then US) secretary of defense Robert McNamara told Congress, that the evidence of an attack was 'unimpeachable,' but that to the contrary, a review of the classified signals intelligence proves that 'no attack happened that night,'" FAS said in a statement."What this study demonstrated is that the available intelligence shows that there was no attack. It's a dramatic reversal of the historical record," Aftergood said."There were previous indications of this but this is the first time we have seen the complete study," he said.

Alle operazioni militari "false flag" precedentemente elencate ce n'è da registrare almeno una nel XXI secolo, risalente all'11 settembre 2001 (che fa il paio con gli allarmi costantemente lanciati sulla presenza di WMD in Iraq). Un lungo elenco a cui potrebbero aggiungersi le recenti provocazioni all'Iran, nello stretto di Hormuz (golfo dove quotidianamente circola il 30% del petrolio mondiale). Sembra infatti che il video del Pentagono, recentemente diffuso dal mainstream, che mostrava lance iraniane minacciare navi statunitensi all’ingresso del Golfo Persico, sia solamente una grossolana contraffazione. Il documento, prima di essere diffuso, è infatti stato manomesso, per cercare di far sembrare una semplice operazione di "routine" (controllo del numero di registro delle unità statunitensi), un affronto in mare aperto. Come dimostra questo video di diffuso da Press TV, al video originale è infatti stata aggiunta una falsa riproduzione sonora mediante la sovrapposizione di una voce metallica, al minuto 3:50, che minaccia un'azione kamikaze (“Sto arrivando da voi. Esploderete dopo pochi minuti.”) [*7].

Una montatura finalizzata a guadagnare consensi fra l'opinione pubblica, per cercare di inasprire sempre maggiormente le sanzioni e le contromisure nei confronti dell'Iran. All'incidente è seguita una nota di protesta [*8], inviata direttamente a Teheran, preceduta da una conferenza stampa di Bush in quel di Washington, in cui ha gridato ai 4 venti che si è trattato di un "atto provocatorio", che ha creato "una situazione pericolosa" [*9]. Poco importa che nemmeno la Marina americana stessa abbia realmente chiaro quello che sia successo nello stretto [*10]:
"Non c'e' modo di sapere con esattezza da dove questa (minaccia trasmessa via radio) provenisse. Potrebbe essere venuta dalla spiaggia...o da un altro vascello nell'area", ha dichiarato il tenente John Gay del comando della flotta [...]

In questo contesto, dove ormai pare che si ricorra a qualsiasi mezzo pur di legittimare una presenza statunitense sempre più massiccia in Medio Oriente, le parole di quasi un anno fa del rappresentante del Texas e ora candidato alla presidenza [*11], Ron Paul, al Congresso risultano profetiche (il video è stato sottotitolato da Ashoka di Luogocomune.net).


1 commenti:

Nicolò ha detto...

Aggiornamento: ho aggiunto il link alla notizia (me ne ero dimenticato) e poi sono riuscito a trovare il video di Ron Paul sul golfo del Tonkino e la possibilità che accada di nuovo un incidente simile.

Profetico! :)

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