14 gennaio 2008

Oppio e Afghanistan/4

Avevamo già parlato di come l'Afghanistan stia diventando un gigantesco campo di coltivazione degli oppiacei [*1], e di come questa trasformazione sia il risultato più evidente dell'"esportazione di democrazia made in NATO". Un fenomeno che coinvolge tutti gli strati della società afghana, a partire dai rappresentanti del governo stessi [*2] e dei signori della guerra, che offrono protezione a produttori e commercianti in cambio di denaro. Pare che questo coinvolgimento dei rappresentanti nazionali si sia esteso anche a quelli internazionale, dato che, come riporta oggi Xiaodong People (un ottimo blog che consiglio di seguire con attenzione) l'intera coalizione NATO ha interrotto le operazioni di distruzione delle coltivazioni illegali [*3]:
Il maxi raccolto di oppio nell'ultimo anno in Afghanistan, che garantisce più del 90 per cento della produzione mondiale, non è l'unica ragione della nuova diffusione di eroina. Ci sarebbe anche un motivo strettamente economico. Dal punto di vista dei trafficanti, investire nell'eroina è come comprare titoli di Stato. La dipendenza fidelizza i clienti. E chi entra
nell'affare adesso può stare tranquillo per i prossimi dieci, vent'anni. Soprattutto dopo che l'Unione europea ha rinunciato alla distruzione delle coltivazioni di oppio, sia nei territori afghani controllati dalla coalizione della Nato, sia in quelli riconquistati dai talebani. Un altro scenario internazionale gioca a favore dei narcos: la lotta ai trafficanti non è più al primo posto dell'agenda internazionale, sostituita dalla caccia ai terroristi di Al Qaeda che con la produzione di oppio finanziano a loro volta la guerra.

Secondo le cifre del 2003 pubblicate da The Independent, il traffico di droga costituisce il terzo business più importante a livello di introiti dopo quello del petrolio e quello della vendita di armi. Da questo punto di vista, il controllo geopolitico e militare delle rotte della droga è altrettanto strategico di quello del petrolio e degli oleodotti (al posto delle pipelines troviamo i "corridoi" o "vie dell'oppio"). Tuttavia, ciò che contraddistingue la droga dai commerci legali è che i narcotici costituiscono una maggiore fonte di ricchezza non solo per il crimine organizzato, ma anche per la struttura d'intelligence americana, che è sempre più un potente protagonista nelle sfere bancarie e della finanza [*4 - *5]. In sostanza ci troviamo di fronte a una guerra finanziata dal contribuente, il cui consenso è anche stato ottenuto con le menzogne sull'11 settembre, finalizzata a ingigantire le organizzazioni di narcotraffico e il commercio di droga, una delle maggiori piaghe sociali del XXI° secolo (per cui il cittadino stesso versa altri cospicue percentuali del proprio stipendio, in campagne di prevenzione e in previdenza). L’Afghanistan è diventato il maggior produttore mondiale di oppio con un valore della produzione (copre oltre il 90% della produzione mondiale di eroina) ed esportazione di oppiacei è stato di 4 miliardi di dollari (dati 2007), cifre in crescita del 29% rispetto al 2006 [*6]. L’oppio afghano, trasformato prima in morfina e poi in eroina, rifornisce la quasi totalità del mercato europeo degli oppiacei.

Altro che talebani, l'unico risultato di questa guerra è stato quello ristabilire un narco-regime diretto da un governo fantoccio sostenuto dagli Stati Uniti: la democrazia, purtroppo, si è rivelata una droga meno potente.

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