11 febbraio 2008

Il consiglio

In un'intervista a bloomberg, Barton Biggs, ex capo delle strategie globali della Morgan Stanley, ha dispensato un insolito consiglio appannaggio dei soli ascoltatori facoltosi. In sintesi li ha invitati ad assicurarsi nei confronti delle guerre e dei disastri futuri "acquistando una fattoria o un ranch e rifornendola di semi, fertilizzanti, cibo in scatola, medicine, vestiti e tutto ciò che è necessario alla sopravvivenza (pistole comprese)". In realtà queste perle sono lautamente dispensate nell'ultimo libro di Biggs, intitolato "Wealth, War and Wisdom" [*1], in cui l'investitore di Wall Street traccia un parallelo tra la situazione economica durante e dopo la Seconda Guerra Mondiale e quello che potrebbe accadere in un prossimo futuro. In sostanza il messaggio di Biggs è quello di ascoltare i mercati, analizzare la storia e prepararsi al peggio. Per quanto superficialmente possa risultare la previsione di un paranoico (che però ci ha già "azzeccato" con la bolla speculativa dell'Hi Tech), i fatti sembrano dar ragione a Biggs. Infatti ci sono sempre più persone ricche che si spingono fuori dalle città [*2], trasformando zone rurali in quartieri residenziali. In realtà la previsione di Biggs può meglio essere interpretata come un investimento alla luce della nuova crisi su scala globale che sta emergendo: quella del cibo. Come avevo riportato in un vecchio post intitolato "Peak Food" (in cui avevo anche ironicamente consigliato di coltivarsi un orto), i recenti aumenti dei generi di prima necessità non si fermeranno, ma al contrario saranno sempre maggiori, per via dell'aumento della domanda delle economie emergenti dei paesi asiatici e dell'industria dei bio-carburanti. Un allarme lanciato già da diversi esperti; sia economicsti come Donald Coxe che dagli agricoltori stessi, come riporta un'intervista [*3] a John Gossop, in cui si prevede una crisi alimentare attorno all'anno 2025. Già oggi, come riporta la Canada's National Farmers Union il mondo consuma più cibo di quanto ne viene prodotto [*4], tanto che le riserve di grano sono al livello più basso da 30 anni a questa parte. Fenomeno causato anche dai giganteschi investimenti nell'industria dei bio-carburanti [*5]. Un business tanto redditizio (grazie e soprattutto ai sussidi, che non sono altro che tasse del contribuente destinate a particolari investimenti) che nel 2006, le fattorie dedicate alle coltivazioni per bio-carburanti sono aumentate del 48% con la conversione di fatto delle aziende agricole USA in fabbriche di bio-carburanti. Evitando accuratamente il solito autodafè fatto di mea culpa, sarebbe forse ora di mettere in discussione l'operato di tutte quelle istituzioni a cui il cittadino ha delegato il compito di gestire le politiche agricole (partendo dai Ministeri e arrivando fino alla FAO), visto che alla luce dei fatti precedentemente elencati il quadro di queste scelte è a dir poco fallimentare (a partire dalle sovvenzioni pubbliche all'industria dell'etanolo) e l'invasiva pianificazione statale in materia agricola ed energetica ha prodotto solo disastri. Zimbabwe docet [*6].


"Come schiavi lavorarono gli animali per tutto quell'intero anno. Ma nel loro lavoro erano felici: non si lamentavano né di sforzi né di sacrifici, ben sapendo che quanto facevano era fatto a loro beneficio e a beneficio di quelli della loro specie che sarebbero venuti dopo di loro, e non per l'uomo infingardo e ladro. Durante la primavera e l'estate lavorarono sessanta ore la settimana, e in agosto Napoleon annunciò che ci sarebbe stato lavoro anche nel pomeriggio della domenica. Questo lavoro sarebbe stato assolutamente volontario; chi se ne fosse astenuto però avrebbe avuta ridotta di metà la sua razione. [...] Nel giorno stabilito per il banchetto un furgone da droghiere venne da Willingdon alla fattoria a consegnare una grande cassa. Quella notte si udirono fragorosi canti, seguiti da un frastuono come di violento litigio che terminò verso le undici con un tremendo frantumar di vetri. Nessuno si mosse nella casa colonica prima del mezzogiorno dell'indomani, e corse voce che, non si sa come, i porci avevano guadagnato danaro bastante all'acquisto di un'altra cassa di whiskey.", La fattoria degli animali - George Orwell

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