16 aprile 2008

Il fallimento di Kyoto

Il trattato di Kyoto "obbliga" tutti i paesi del mondo a ridurre le emissioni di gas che producono l'effetto serra e provocano il riscaldamento del nostro pianeta (almeno secondo una religiosa convinzione). L'India e la Cina ed altri paesi emergenti sono esclusi dagli obblighi della prima fase del protocollo di Kyoto, che nel periodo dal 2008 al 2012 impongono a tutti gli altri paesi di ridurre le emissioni di gas ad effetto serra del 5,2 %. Eppure l'India e la Cina sono tra i paesi al mondo che più producono inquinamento. Su una popolazione mondiale di 6 miliardi di persone gli abitanti di India e Cina sono circa 2,3 miliardi. –Questa politica finisce per incentivare il trasferimento delle produzioni inquinanti in paesi che producono un inquinamento proporzionalmente maggiore (l'efficienza energetica di India e Cina, oltre che di molti altri paesi in via di sviluppo, è molto inferiore a quella delle economie sviluppate dell'Occidente). Se ne deduce che il probabile effetto netto del protocollo di Kyoto sarà un incremento e non un decremento netto dell'inquinamento. Difatti, come riporta AFP:
China has already surpassed the United States as the world's largest carbon polluter, the authors of a California study said Tuesday. "Our best forecast has Chinas CO2 (carbon dioxide) emissions correctly surpassing the United States in 2006 rather than 2020 as previously anticipated," said the study by researchers at the University of California. The report, written by economic professors Maximilian Aufhammer of UC Berkeley and Richard Carson of UC San Diego, is to be published next month in the Journal of Environmental Economics and Management. Researchers compiled information about the use of fossil fuels in various Chinese provinces and forecast an 11 percent annual growth of carbon emissions from 2004 to 2010. Previous estimates had set the growth rate at 2.5 to five percent. The spike in air pollution by China has largely cancelled out efforts by other countries' attempts to reduce greenhouse greenhouse gas emmissions in accordance with the Kyoto Protocol, the authors said.
I costosissimi sforzi dei Paesi industrializzati, saranno quindi più che compensati dall’aumento delle emissioni dei Paesi in via di sviluppo, i quali, anche se hanno siglato il trattato, non sono tenuti a rispettarlo. E la Cina è diventata la prima “fabbrica” di gas serra del pianeta. Non va trascurato, ma anzi è un problema di primaria importanza, che a fronte di un fallimento totale nei confronti della lotta alle emissioni, ci sarà un enorme costo economico da sopportare. Per l'Italia, visto che ha deciso di rinunciare per legge al nucleare, il prezzo sarà ancora più alto. Secondo gli accordi la quota di energia che, da qui al 2020, dovrà essere prodotta mediante fonti rinnovabili (idrica, geotermica, biomasse, eolica e solare) è del 20%.

Oggi in Italia questa percentuale, come da grafico, è pari al 16,4%, rispetto al 20,9% del 1994 [Fonte: *wec]. Un calo del 4,5% che manifesta una tendenza in totale opposizione ai dettami di Kyoto. Confindustria ha stimato il costo che ricadrà sulle sole imprese italiane: 500 milioni di euro l’anno per il periodo 2008-2012. Un prezzo che fatalmente le aziende scaricheranno sui consumatori e che avvantaggerà ancora di più i concorrenti di quei Paesi che si sono guardati bene dal siglare il trattato.

1 commenti:

Anonimo ha detto...

La ringrazio per intiresnuyu iformatsiyu

Posta un commento