21 maggio 2008

Evasione fiscale e ‘Ndrangheta

Il peso delle tasse in Italia è altissimo e spesso la riduzione delle aliquote fiscali viene legata all'evasione. Tesi sostenuta più volte in Parlamento anche dall'ex viceministro per le Finanze, Vincenzo Visco e dallo stesso Padoa Schioppa. Lo stesso Tremonti ha recentemente affermato di voler proseguire questa battaglia [*1]. Analizzando però il comportamento dello Stato in determinate situazioni, pare che la lotta all'evasione abbia altri scopi, opposti a quelli della tanto sbandierata solidarietà sociale, o quantomento che i fatti siano in contrasto con le promesse. Due rapporti del Censis e dell’Agenzia delle entrate stimano che lavoro nero e evasione fiscale gravano sulle casse dello Stato per una mancata denuncia complessiva di circa 200 miliardi di euro l’anno. In sostanza, tenendo conto delle imposte che graverebbero sull’imponibile (ovvero Irpef, Iva, Irpeg…) ogni anno alle casse dello Stato sfuggono circa 80 miliardi di euro (volendo sovrastimare il totale). Si tratta di un importo pari al 6% circa del Pil, cioè quasi l’equivalente della spesa sanitaria nazionale (dati ministero della Salute, rapporto 2005) [*2]. Una cifra piuttosto consistente, a cui contribuisce in maniera sostanziale un'organizzazione che vive grazie al totale disinteresse da parte dello Stato: la Mafia (se avete letto qualche riferimento sopra le 2 righe nei programmi di PD e PdL siete pregati di segnalarlo). La 'Ndrangheta, in particolare, può essere considerata azionista di maggioranza fra gli evasori fiscali, visto l'enorme quantitativo di denaro che fa muovere illegalmente:
[*reuters] The ‘Ndrangheta, the Italian organised crime group, does yearly business equivalent to some 3 percent of Italy’s economy and more than the total of that of some small European nations, according to a study on Wednesday. The crime group, which has overtaken the Sicilian Mafia for control of drug trafficking, was responsible for the slaying of six Italians in a pizzeria in Germany last August. The Eurispes research group estimated that the ‘Ndrangheta’s turnover — ranging from drugs and extortion to arms trafficking and prostitution — was valued at 44 billion euros in 2007. This was equivalent to 2.9 percent of Italy’s gross domestic product in the same year and about equal to the GDP of two small European Union countries — Slovenia and Estonia — combined. Italy has the euro-zone’s third largest economy. [...] The report, called “‘Ndrangheta Holding,” said the Calabrian mob’s drug business alone in 2007 was estimated at about 27.2 billion euros, or some 62 percent of its total illegal profits. [...] Since 1999, homicides related to the ‘Ndrangheta in Calabria alone numbered more than 200, an increase of more than 650 percent. Police have cracked down on the ‘Ndrangheta in recent months and stepped up their repression with several high-profile arrests since the killings in Germany. In February, they arrested Pasquale Condello, 57. Known as “U Supremo” (The Supreme One), Condello is said by the interior ministry to be the ‘Ndrangheta’s number one boss. Some 10 percent of local governments of cities and towns in Calabria have been dismissed by the national government and are run by special commissioners because they were infiltrated by the crime group, the report said.
Insomma, un'organizzazione da 44 miliardi di euro (3% del PIL italiano), radicata all'interno del territorio e delle stesse giunte comunali, che trae gran parte dei suoi profitti da un'attività proibita per legge dello Stato ai normali cittadini: l'acquisto e la vendita di droga. Oltre a sancire il fallimento del proibizionismo, che di fatto è un meccanismo che foraggia le organizzazioni criminali garantendo profitti enormi, questi dati dimostrano come i divieti dello Stato valgono solo per il singolo cittadino. Si parla sempre di lotta all'evasione e di aumento dei controlli, ma nulla viene fatto per contrastare organizzazioni che da sole contribuiscono enormemente a questo fenomeno. Eppure se gli italiani pagano le tasse è anche perchè vogliono che con quei soldi qualcuno combatta la criminalità, e non che gli omicidi per mano della Mafia aumentino del 650% nell'arco di 10 anni, a dimostrazione dell'"inefficienza" delle Forze dell'Ordine, più impegnate a imbarcarsi in "missioni di pace" in Iraq, Afghanistan e Libano.

1 commenti:

zannarossa ha detto...

Mafie ormai globalizzate e unificate.Ogni paese europeo e non deve fare la sua parte.Noi abbiamo una legislazione ormai collaudata per l'antimafia.Ma gli altri ?

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