17 luglio 2008

Un popolo di terroristi

"Qualcuno doveva aver diffamato Josef K. perché, senza che avesse fatto nulla di male, una mattina venne arrestato. La cuoca della signora Grubach, la sua padrona di casa, che ogni giorno verso le otto gli portava la colazione, quella volta non venne. Ciò non era mai accaduto. K. aspettò ancora un po', guardò dal suo cuscino la vecchia signora che abitava di fronte e che lo osservava con una curiosità del tutto insolita in lei, poi però, meravigliato e affamato a un tempo, suonò. Subito qualcuno bussò e entrò un uomo, che egli non aveva mai visto prima in quella casa. [...]"
Questo è l'incipit di uno dei più famosi romanzi del '900, "Il Processo", di Franz Kafka. Un testo angosciante, la storia surreale e inquietante di un impiegato di nome Josef K. che viene accusato, arrestato e processato per motivi misteriosi. Nessuno riuscirà mai a spiegare all'imputato il motivo del processo che un'autorità giudiziara incalzante e enigmatica gli ha intentato. Nemmeno prima del tragico epilogo per il protagonista. Per tutto il romanzo i pochi spiragli che sembrano illuminare la realtà vengono subito oscurati da un alone di mistero e penombra che non si dilegua, con continue contraddizioni mirate a mettere in dubbio qualsiasi punto di riferimento certo per il lettore. Ne esce una descrizione del tribunale e di un sistema giudiziario distopico, in cui la burocrazia è tanto impietosa quanto cieca e imprevedibile. Un quadro narrativo che, a quanto pare, non si discosta molto dalla realtà. Il centro di sorveglianza sul terrorismo, una branca del FBI, raccoglie da anni nomi di presunti terroristi in una lista. Il problema è che questo lavoro certosino e pagato dal taxpayer ha portato a schedare una valanga di sospetti: ormai sono più di un milione, come denuncia l'ACLU, l'Unione americana per le libertà civili. Per contraddistinguerli tutti non basterebbero centinaia e centinaia di mazzi di carte, assi di picche, fiori, quadri o cuori [*1]:
The nation’s terrorist watch list has hit one million names, according to a tally maintained by the American Civil Liberties Union based upon the government’s own reported numbers for the size of the list.Members of Congress, nuns, war heroes and other ’suspicious characters,’ with names like Robert Johnson and Gary Smith, have become trapped in the Kafkaesque clutches of this list, with little hope of escape,” said Caroline Fredrickson, director of the ACLU Washington Legislative Office. “Congress needs to fix it, the Terrorist Screening Center needs to fix it, or the next president needs to fix it, but it has to be done soon.” Fredrickson and Barry Steinhardt, director of the ACLU’s Technology and Liberty Program, spoke today along with two victims of the watch list: Jim Robinson, former assistant attorney general for the Criminal Division who flies frequently and is often delayed for hours despite possessing a governmental security clearance and Akif Rahman, an American citizen who has been detained and interrogated extensively at the U.S.-Canada border when traveling for business. “America’s new million record watch list is a perfect symbol for what’s wrong with this administration’s approach to security: it’s unfair, out-of-control, a waste of resources, treats the rights of the innocent as an afterthought, and is a very real impediment in the lives of millions of travelers in this country,” said Barry Steinhardt, director of the ACLU Technology and Liberty Program. “It must be fixed without delay.” “Putting a million names on a watch list is a guarantee that the list will do more harm than good by interfering with the travel of innocent people and wasting huge amounts of our limited security resources on bureaucratic wheel-spinning,” said Steinhardt. “I doubt this thing would even be effective at catching a real terrorist.”
L'articolo riporta i casi di diversi cittadini americani senza nessun precedente penale costretti a rinunciare ad un viaggio ed a subire lunghissimi interrogatori solo a causa dell'incompetenza della macchina amministrativa americana. L'ennesima dimostrazione della scarsa validità del principio che chi non ha nessuno scheletro nell'armadio può mettere tranquillamente ogni aspetto della propria vita in mano allo Stato.

L'amministrazione Bush, che sta spendendo ingenti somme di denaro pubblico per la sicurezza con risultati infruttuosi, ora si trova a dover gestire un esercito transnazionale di ricercati. Una lista di controllo da un milione di persone è virtualmente inutile. Si finisce, come testimonia l'articolo, per catturare persone innocenti, che non c’entrano nulla con il crimine o il terrorismo. Pretendere di controllare gli spostamenti di mezzo milione di persone è davvero troppo anche per un sistema di sicurezza ipertrofico come quello americano. Col risultato di un'America che, oltre a non essere piu' sicura, è sempre meno libera.

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