Mesi prima che l'amministrazione Bush termini il proprio mandato, gli storici e i sostenitori di uno stato più trasparente sono turbati dalla scelta del vicepresidente Dick (nomen omen) Cheney, che a lungo si è opposto all'apertura dei suoi archivi, distruggerà o nasconderà i documenti chiave relativi alla sua influenza nella politica estera statunitense negli ultimi 7 anni e mezzo.
Con una mossa preventiva molti di loro si sono uniti all'azione legale del Citizens for Responsibility and Ethics di Washington, mirata a far dichiarare da un giudice federale che gli archivi di Cheney sono coperti dal Presidential Records Act del 1978 e non possono essere distrutti, presi o occultati senza essere esaminati approfonditamente. Il gruppo ha depositato l'azione legale lo scorso 10 settembre presso l'U.S. District Court for the District of Columbia. Verranno chiamati in giudizio Cheney, i direttori esecutivi del presidente e del vicepresidente e il responsabile dell'Archivio Nazionale, Allen Weinstein. Lo scopo, a detta dei suoi sostenitori, è quello di proteggere un tesoro di informazioni a riguardo di sicurezza nazionale (9/11 in primis), missioni in Afghanistan e Iraq, intercettazioni telefoniche, politiche energetiche e altre importanti questioni che potrebbero essere nascoste all'opinione pubblica (come da 8 anni a questa parte, d'altronde), se Cheney dovesse far valere la sua posizione, secondo cui non fa parte del ramo esecutivo.
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