18 settembre 2008

Patti chiari, amicizia lunga...

In seguito ai noti e storici scandali Cirio, bond argentini e Parmalat, bisogna dare atto all'Associazione Bancaria Italiana di aver preso le adeguate contromisure, ovvero la decisione di intraprendere l'operazione "Pattichiari". Si tratta di un'iniziativa finalizzata a rendere trasparenti i rapporti fra le banche e la propria clientela. Questo tentativo di restituire una verginità etica a un sistema marcio fino al midollo si è già rivelato fallimentare. Le banche aderenti forniscono periodicamente una lista dei titoli obbligazionari “sicuri” (a basso rischio). Insomma consultando questo elenco il risparmiatore dovrebbero essere in grado di sfuggire a nuovi crack. Sin dai primi passi mossi da questo servizio in molti nutrivano dubbi, soprattutto in merito a quello che sarebbe successo se obbligazioni considerate a basso rischio si fossero poi rivelate un cattivo investimento in seguito a rilevanti perdite. Un primo esempio pratico è stato il crollo delle obbligazioni Ford. Ma il più lampante risale a pochi giorni fa, con le obbligazioni di Lehman Brothers. Quelli di Pattichiari il 15 settembre scorso hanno tolto repentinamente i titoli dal paniere a basso rischio, quando ormai la frittata era fatta. Le cattive notizie non sono però terminate. I titoli AIG sono ancora tra quelli a basso rischio. L'American International Group molto probabilmente non avvierà le procedure fallimentare, nonostante i tentativi privati di acquisizione non siano andati a buon fine, in quanto la Fed ha garantito un prestito di 85 miliardi di dollari (ovviamente stampati ex novo) in cambio del pacchetto di maggioranza della compagnia. Si tratta di un rimedio che temporaneamente eviterà conseguenze devastanti ma che non farà altro che allungare l'agonia del sistema finanziario americano, in quanto ne lascia intatti i punti deboli. Quel che è certo è che coloro che si sono affidati a Pattichiari investendo in questi titoli vedranno il loro portafogli svuotarsi.

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