1 ottobre 2008

Giorni di ordinaria follia

Mi perdoni Schumacher (il regista) per il plagio nel titolo, ma in queste ultime settimane pare che molti giornalisti, spiazzati da una crisi economica che richiede conoscenze tecniche (che non fanno parte di una classe scelta per la propria capacità nel riportare le notizie così come gli viene imposto), si siano lanciati rabbiosamente (spesso anche con picchi di demenza) contro il libero mercato e i liberali. Un comportamento del tutto irrazionale, soprattutto se si manifesta in un contesto economico caratterizzato da una Banca centrale che crea nuovi mezzi di pagamento, ovvero moneta e credito, che vanno oltre il risparmio reale a cui si accompagnano tassi di interesse bassissimi, principale causa degli investimenti gonfiati. Tutti fattori alla base di questa crisi che hanno ben poco di capitalistico e di libero, visto che si tratta di un sistema economico creditizio e pianificato centralmente. Ciliegina sulla torta gli strali di ieri della stampa contro i repubblicani della Camera dei Rappresentanti, rei di aver bocciato quel concentrato di idiozia in 3 pagine che era il piano Paulson. Insomma, l'unica volta da 8 anni a questa parte in cui non hanno votato quello che Bush chiedeva, ecco che vengono marchiati come coloro che contribuiscono al collasso mondiale. Paradossale, perchè la bocciatura di questa manovra significa evitare di regalare un fottiliardo di dollari dei taxpayers agli squali dell'alta finanza... almeno fino all'una di stasera, quando si voterà nuovamente. Certo, questo non significa assolutamente che si debba fare un monumento ai suddetti, bensì sarebbe stato opportuno ascoltare le ragioni di questo plotone d'esecuzione che si è rifiutato di sparare il colpo di grazia al libero mercato. Ad esempio c'è il solito Ron Paul che spiega ormai da tempo le lacune del sistema monetario a fiat money e non si è tirato indietro nemmeno in questa occasione, spiegando per quale motivo questa manovra, in un'ottica di lungo termine, è una mossa suicida. Paradossale che questo piano, palesemente rivolto a salvare banche e banchieri, prima dei risparmiatori, sia stato bloccato dai repubblicani e non abbia invece avuto alcun ostacolo da parte dei democratici [*NYT]: "Il 60% dei Democratici hanno votato il piano, che sarebbe passato facilmente se 133 Repubblicani non avessero spinto il bottone 'no' sul loro display".

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