13 dicembre 2006

Tana!

In questi giorni siamo impegnati ad assistere a diversi processi mediatici nei confronti del leader iraniano Ahmadinejad. In realtà questa sceneggiata a cui hanno partecipato tutte le massime cariche sul palcoscenico internazionale, a partire da Blair fino ad arrivare al "nostro" D'Alema, ha ben poco di fondato. Le accuse rivolte al presidente iraniano sono infatti frutto della strumentalizzazione dei suoi discorsi (a tal proposito è utile dare un'occhiata ad un mio vecchio post, datato 29 marzo 2006, che titola "Orrori di traduzione") e dall'ignoranza nei confronti dei rapporti che intercorrono tra l'Iran e le minoranze ebree sul proprio territorio. In Iran vivono più di 25 mila ebrei, che lo stesso Ayatollah Komehini dichiarò a suo tempo una minoranza religiosa da proteggere e rispettare (*Many Iranian Jews migrated to Israel after its creation in 1948. There were still 80,000 Jews in Iran in 1979 but most have since left. Eliasi said there were still 30-35,000 Jews in Iran, but other sources put the figure as low as 20-25,000). Gli ebrei in Iran vivono tranquillamente mescolati alla popolazione di maggioranza musulmana, frequentano le loro sinagoghe, e uno di loro è addirittura stato eletto al parlamento (Maurice Motamed, [*wiki - en]). E alla stessa conferenza "revisionista" sull'olocausto hanno partecipato 67 storici ebrei.

Questa notizia ha però tolto completamente l'attenzione da un recente episodio di politica estera che ha contruibuito a peggiorare ulteriormente la già difficile situazione mediorientale. A seguito delle dichiarazioni che Robert Gates aveva rilasciato, ammettendo di comprendere l'aspirazione dell'Iran di dotarsi di un arsenale atomico inquanto circondato da potenze nucleari, il premier Israeliano Ehud Olmert, in una intervista al canale tedesco N24 SAT1, ha commesso un terribile errore diplomatico. Egli ha infatti dichiarato: "Noi non abbiamo mai minacciato di distruzione nessuna nazione, l'Iran invece ha apertamente, esplicitamente e pubblicamente minacciato di spazzare via Israele dalle mappe. Potete dire che siano allo stesso livello, quando aspirano ad avere armi nucleari, dell'America, della Francia, di Israele o della Russia?”.

Molti non troveranno nulla di strano nell'ammissione del premier, ma ammettere che Israele possiede la bomba atomica costituisce una grave violazione della strategia dell'Amimut, che consiste nel non ammettere mai esplicitamente di possederla. Riflettendo più attentamente su questo episodio si può però concludere che questa ammissione può causare diverse pressioni internazionali, soprattutto dei paesi mediorientali, che spingano verso un disarmo della regione. Non a caso, nonostante le successive smentite, il Consiglio di Cooperazione del Golfo (Ccg) ha chiesto all'Onu di sanzionare Israele, in quanto ha violato il Capitolo VII della Carta delle Nazioni Unite. Ma non c'è stata solamente una reazione da parte degli altri paesi, bensì anche diverse cariche diplomatiche israeliane hanno attaccato il premier Olmert, definendolo "un Primo Ministro che non è capace di controllare le sue affermazioni su argomenti sensibili di sicurezza" e auspicandone le dimissioni.

"Perché, insomma, lo scopo dell'ordigno "Fine del Mondo" è perduto se si tiene segreto. Perché non l'avete detto al mondo, eh?", Peter Sellers ne -Il Dottor Stranamore-

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