"La cosa di cui davvero non se ne può più è l'arroganza di questi politici che se ne vanno senza nemmeno ascoltare che cosa gli altri stanno dicendo. Non me ne frega niente. Cacciatemi. Questi signori della politica devono abituarsi e accettare di confrontarsi anche con chi ha idee diverse e, comunque, starli a sentire...". Sbotta così Santoro, in diretta Tv. L'applauso in studio è flagrante. Peccato che Clemente Mastella non lo può sentire, si è già alzato dalla poltrona, contrariamente alle sue inclinazioni politiche, non dissimili dal comportamento di un'ostrica con il suo scoglio. In un certo senso il mio post del 6 marzo ha avuto qualcosa di profetico, soprattutto quando sottolineavo che nessun politico andasse più in uno studio senza sapere da chi e cosa gli verrà chiesto. Il primo dibattito che non si è svolto secondo queste modalità ha avuto le conseguenze a cui 3 milioni di spettatori hanno potuto assistere. Ne è conseguita anche una ovvia solidarietà cameratista da parte dei colleghi di Mastella: siamo alla lesa maestà e, nella casta parlamentare, il coro del come si permette si è prontamente alzato in modo da scongiurare altre inaccettabili intemperanze. Reazione paradossale, se si pensa che Mastella ha avuto la possibilità di rispondere direttamente ai cittadini, quelli di cui parla l'art.1 della Costituzione ("La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione"). Non più il «faccia a faccia» tra politici di diverso schieramento, all'acqua di rose e nel salottino di Porta a Porta, ma il politico di turno che affronta direttamente gli elettori. Al contrario si preferisce farsi impacchettare dentro una confezione giornalistica prefabbricata e insipida, perchè a convincere chi è già convinto son buoni tutti. Questo approccio ruffiano e accomodante, adagia gli uomini di potere dentro comode certezze e li fa sentire così al sicuro che se, come l´altra sera, un giornalista poco ben disposto ma che conosce il suo mestiere prova ad insistere con delle domande non omologate, apriti cielo. Un uomo politico che abbandona il pubblico e scappa dalla discussione anche aspra ma caratterizzata dall'aperto contraddittorio non e' un buon segnale per lo stato della democrazia.
"Il vero conservatore sa andare indietro perché, per andare avanti, bisogna qualche volta arretrare per prendere meglio la spinta", Giuseppe Prezzolini
1 commenti:
Ho raggiunto questo blog da beppegrillo.it e devo dire che è stata una piacevole scoperta. Un abbraccio e a risentirci.
Franz.
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