É preferibile dividere in parti diseguali la ricchezza in un mondo di libertà e di pace o dividere sempre e comunque in parti diseguali la miseria in un mondo di oppressione e di odio? É la tesi dello studio condotto, con metodo scientifico, da Ludwig von Mises nel suo libro "Socialismo, Analisi economica e sociologica". L'opera che, a detta di Hayek "contiene il contributo più importante di von Mises", non è solo un rifiuto categorico dell'economia di stampo socialista, ma anche una critica all'intero apparato intellettuale che supporta questa idea, includendo le dottrine religiose alle spalle del pensiero socialista occidentale, una critica culturale dei dogmi socialisti sul sesso e sul matrimonio, un rifiuto del sindacalismo e del collettivismo. L'abolizione del mercato è la via verso la schiavitù. E la società socialista è la realtà in cui "chi non obbedisce non mangia". Il testo è in vendita su tutti i principali negozi di libri online a un prezzo scontatissimo (7-10€), quindi è opportuno cogliere l'occasione al volo. Qui di seguito un assaggio del testo, la prefazione alla seconda edizione inglese, scritta nel 1950 a New York.
Il mondo è oggi diviso in due campi contrapposti, che si combattono con la più estrema veemenza: il campo dei comunisti e quello degli anticomunisti. La retorica magniloquente, a cui ricorrono queste fazioni nella loro lotta, oscura il fatto che tutt'e due sono perfettamente d'accordo sul fine ultimo del loro programma di organizzazione sociale ed economica dell'umanità. Tutt'e due aspirano all'abolizione della proprietà privata dei mezzi di produzione, e mirano all'instaurazione del socialismo. Vogliono sostituire l'economia di mercato con il controllo totalitario dello Stato. Gli individui non devono più determinare, comprando o astenendosi dal comprare, che cosa si debba produrre e in quale quantità o qualità. D'ora innanzi, solamente il piano unico dello Stato dovrà risolvere tutti questi problemi. La cura "paternalistica" dello "Stato assistenziale" ridurrà tutti gli individui alla condizione di operai forzati, costretti ad eseguire, senza porre problemi, gli ordini emessi dall'autorità pianificatrice.Nè esiste alcuna sostanziale differenza tra i propositi dei sedicenti progressisti e quelli dei fascisti italiani e dei nazisti tedeschi. I fascisti e i nazisti non furono meno ansiosi di realizzare una irreggimentazione totale di tutte le attività economiche di quanto lo siano quei governi e partiti che in forma pirotecnica reclamizzano i loro princìpi antifascisti. E se non sarà fermato in tempo, il signor Peron, che cerca di imporre in Argentina un piano che è una replica del New Deal e del Fair Deal, porterà ad un completo socialismo.Il grande conflitto ideologico del nostro tempo non deve venir confuso con le reciproche rivalità esistenti tra i vari movimenti totalitari. Il problema non è chi deve guidare l'apparato totalitario. Il vero problema è se il socialismo della o non debba soppiantare l'economia di mercato. É questo il tema di cui si occupa il mio libro. Le condizioni del mondo sono cambiate molto dal tempo in cui venne pubblicata la prima edizione del mio libro. Ma tutte le disastrose guerre e rivoluzioni, gli atroci massacri di massa e le spaventose catastrofi non hanno modificato i dati del problema: la disperata lotta di quanti amano la libertà, la prosperità e la civiltà, contro la marea montante della barbarie totalitaria.
2 commenti:
bellissimo!
Domenico
http://anarchismoliberale.wordpress.com/
ti ringrazio Domenico.
Ti ho aggiunto alle mie letture e qui a destra.
Un saluto libertario,
Nicolò
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